L'emergenza coronavirus in Italia

Covid, Conte: «Governo pronto ad intervenire ancora»

Dopo le critiche e gli errori di valutazione di ieri il premier Conte non esclude una nuova stretta. Il Pd incalza: «Lavorare in modo molto stringente»

Covid, Conte: «Governo pronto ad intervenire ancora»

“Saremo pronti ad intervenire nuovamente se necessario. Siamo ancora dentro la pandemia e il costante aumento dei contagi ci impone di tenere l'attenzione altissima”. Cerca di aggiustare il tiro il premier, Giuseppe Conte, illustrando oggi alla Camera l’ultimo Dpcm per l’emergenza Covid. Dopo la pioggia di critiche seguite all’intervento di ieri in Senato, durante il quale il presidente del Consiglio ha usato parole un po’ troppo ‘scollate’ dal boom di contagi che stava investendo il Paese, ricorrendo a tante raccomandazioni e a poche decisioni. Questa mattina i toni sono sembrati leggermente differenti. Ha ribadito che “l’Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo” ma ha ammesso che la situazione “si sta rivelando molto critica”.  

 

Il rapporto con le altre istituzioni e con le Regioni

A fronte della linea prudente seguita finora da Palazzo Chigi, le Regioni maggiormente colpite stanno attuando misure più stringenti. Lombardia, Campania, Piemonte e, da ieri, anche il Lazio vanno verso il lockdown notturno dal prossimo week end. Conte lascia intendere che è d’accordo, la sua linea è quella di prediligere misure differenziate: “molte Regioni si sono già attivate per promuovere la procedura per pervenire a misure più restrittive rispetto a quelle contenute nel Dpcm”. Ma mette in guardia sulla necessità che ci sia: “il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo. Le scelte devono preservare i caratteri di omogeneità e di coerenza, affinché non si smarrisca la ratio unitaria dell'intervento all'emergenza”.  Va bene l’autonomia regionale ma Chigi non può, e non deve perdere il polso della situazione. Il caos decisionale è da evitare: “Condivisone e collegialità” devono ispirare le azioni degli enti locali e dell’Esecutivo nazionale. La collaborazione tra istituzioni è "indispensabile per venire a capo di questa sfida”. Poi tranquillizza i deputati e prova a placare le polemiche delle ultime ore su una ‘sparlamentarizzazione’ dell’emergenza. “Il Governo continuerà a mantenere costante l'interlocuzione con il Parlamento” raccogliendo “tutti i suggerimenti e le istanze che scaturiranno dagli interventi che seguiranno” in Aula.  

 

La tenuta economica del Paese

La crisi economica scatenata dalla pandemia continua a preoccupare. “I contraccolpi sono ancora forti e non è possibile, in questa fase, dismettere la rete di protezione disposta sin dall'inizio della crisi in favore dei lavoratori e delle imprese”. Conte annuncia che lo Stato “rifinanzierà con 5 miliardi un nuovo e ulteriore ciclo della cassa integrazione, prevedendo la gratuità per le imprese che hanno registrato perdite oltre una soglia predeterminata”. Ma la chiusura generalizzata delle attività, quella il Governo farà di tutto per evitarla con l’obiettivo di salvaguardare i timidi segnali di ripresa dei mesi estivi. Ritornare al lockdown sarebbe un rischio troppo grosso che il Paese non può permettersi di correre. Palazzo Chigi sta compiendo “una sofferta operazione di bilanciamento tra diritti e libertà fondamentali. L'esperienza di questi mesi”, sottolinea Conte, “ci ha anche dimostrato che tutelare prioritariamente la salute consente di difendere meglio anche il tessuto produttivo del Paese. Sarebbe stato infatti impossibile preservare la produzione e tutelare il tessuto economico, trascurando la salute dei cittadini”.

 

Scuola

“Modalità ancora più flessibili di organizzazione dell'attività didattica sono previste solo per le scuole secondarie di secondo grado”, spiega il premier. E sarà la ministra Azzolina che “presiederà perché questo avvenga”. La maggiore flessibilità contempla “ingressi degli studenti scaglionati, a partire dalle 9, con possibilità di ricorrere anche ai turni pomeridiani”. 

 

Il Pd striglia il Governo

Ci pensa il capogruppo del Pd, Graziano Derio, a sollevare nuovamente la questione dei fondi della Sanità, su cui negli ultimi giorni il partito di Nicola Zingaretti sta incalzando Conte. “Non voglio qui aprire discussioni su uno strumento come il Mes”, dichiara durante il suo intervento in Aula. “Attendiamo il piano sanitario e di potere discutere serenamente di come fare per avere la sanità migliore al mondo. Qualcuno ci spieghi come rafforzare la sanità pubblica”. Poi ribadisce l’appoggio al Governo: “E’ il momento dell'unità nazionale, non delle polemiche”. E insiste per un maggior rigore. Non è il momento “di raccontare che tutto va bene, ma di assumere le preoccupazioni sulle proprie spalle. Nessuno deve perdere il lavoro, nessuna azienda deve essere costretta a chiudere per i nostri ritardi o per la nostra incapacità a sostenerle immediatamente”. E chiude: “cerchiamo di lavorare in modo molto stringente”.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA