Blocco licenziamenti, Gualtieri: c’è condivisione, trovata la sintesi

Nel vertice di Palazzo Chigi di oggi raggiunto l’accordo su una soluzione che consente lo slittamento del divieto di licenziare fino a metà novembre

Blocco licenziamenti, Gualtieri: c’è condivisione, trovata la sintesi

Decreto Agosto, licenziamenti ultime notizie:

 

*** Dl Agosto blocco licenziamenti ultime notizie ore 18:00: "Abbiamo raggiunto l'intesa". Terminato il vertice a Palazzo Chigi è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ad annunciare che “c’è condivisone” sul decreto Agosto e sul nodo del blocco dei licenziamenti. In particolare, le diverse posizioni in campo avrebbero trovato la sintesi su un blocco ‘variabile’ che consente lo slittamento fino a metà novembre dei licenziamenti. Le aziende non potranno licenziare prima della scadenza di 18 settimane di Cig o sgravi contributivi aggiuntivi, a decorrere dal 13 luglio. In sostanza, potranno farlo dal 15 novembre in poi. 

 

Sulla proroga del blocco dei licenziamenti nel Governo si cerca ancora una sintesi delle posizioni tra le diverse forze della maggioranza. Un nuovo vertice dovrebbe svolgersi in tarda mattinata. Intanto, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dalle pagine del quotidiano La Repubblica dice: “E’ il momento della coesione sociale. Tutti i licenziamenti vanno bloccati fino al 31 dicembre e i contratti nazionali rinnovati. O sarà sciopero generale”.

 

Dunque, quello dei licenziamenti resta un nodo del dl agosto. E si lega anche all’aspetto della cassa integrazione. Lo stop alla cessazione del rapporto di lavoro per giustificati motivi, secondo quanto previsto dalla bozza di decreto, dovrebbe valere fino a fine anno, ma dal 15 ottobre solo per chi ricorre agli ammortizzatori sociali. In una nota congiunta i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri sono stati lapidari: “se il Governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale. Cgil, Cisl, e Uil hanno già indetto un'iniziativa per il 18 settembre. Che possa essere trasformata in uno sciopero generale dipenderà solo dalle scelte del Governo e della Confindustria".

 

Sulle richieste ai due soggetti chiamati in causa oggi Landini chiarisce ulteriormente. Al Governo chiede il blocco dei licenziamenti fino a tutto il 2020 con solo due eccezioni per “le imprese che cessano per messa in liquidazione o se si fanno accordi sindacali fondati sull’adesione volontaria. Non ci convincono nemmeno gli incentivi ad aziende che non usano più cassa integrazione. Sono soldi pubblici usati male”, dice, “Se non fai cassa vuol dire che hai lavoro”. E spiega: “dovrebbe essere chiaro a tutti che subire un licenziamento per una persona è un dramma. Il lavoro, anche nei ruoli più umili ed essenziali, ci ha fatto uscire dalla fase più drammatica della pandemia. Non puoi ringraziare le persone che hanno fatto il loro dovere in questo periodo dicendo che ora possono anche essere licenziate. È un linguaggio sbagliato. Oggi è il momento della coesione. La precarietà introdotta negli ultimi vent’anni, mettendo in discussione conquiste e diritti, non ha prodotto posti né migliorato la produttività delle aziende”.

 

A Viale dell’Astronomia il segretario Cgil parla a tutto campo. “Vogliamo discutere subito un nuovo modello di sviluppo con ammortizzatori sociali universali per eliminare la precarietà. E sarebbe bene che tutto il mondo che rappresenta le imprese facesse la sua parte. Chiedere lo stop ai licenziamenti e non firmare i contratti di sanità privata e settore alimentare mi sembra un modo di pensare regressivo, sbagliato e pericoloso sul piano sociale”. Quanto all’idea degli industriali secondo cui lo stop ai licenziamenti è costato il posto a 500mila precari, Landini risponde: "La pandemia ha svelato le diseguaglianze create in vent’anni di precarietà e di finanziarizzazione dell’economia. Non possiamo sottovalutare il rischio di frattura sociale. Le migliaia di persone che hanno perso il posto sono un motivo in più per chiudere queste ferite anche perché purtroppo non siamo fuori dall’emergenza”.

 

Sulla possibilità di lavorare con il neo presidente Bonomi dice: “Cominci a firmare i contratti nazionali. Non facendolo si assume la responsabilità di aprire uno scontro sociale di cui noi non sentiamo il bisogno. Abbiamo chiesto al governo di defiscalizzare gli aumenti salariali dei contratti nazionali e Confindustria potrebbe chiederlo con noi e lo stesso potrebbe fare spingendo per una legislazione che dia validità generale ai contratti nazionali". Ma poi fa appello all’unità: “Non vogliamo lo scontro. E’ il momento della coesione e della responsabilità, anche delle imprese". Sugli aiuti della Ue "non ci sarà un secondo tempo tra qualche anno saremo fuori dall’Europa e in declino industriale".

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