Le proteste contro il Dpcm

Dpcm, proteste da nord a sud del Paese contro la nuova stretta

Ristoratori, negozianti e lavoratori dello spettacolo scendono in piazza. I cittadini tra il dramma della crisi economica e l’incertezza del futuro

Dpcm, proteste da nord a sud del Paese contro la nuova stretta

A poche ore dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm che introduce ulteriori restrizioni per rallentare i contagi da coronavirus proteste e cortei si registrano in diverse città italiane, da Nord a Sud del Paese. Dopo gli scontri di venerdì notte a Napoli e di sabato nella Capitale, momenti di tensione si sono registrati anche a Salerno e Catania. Pacifiche invece le manifestazioni in altre città come Siracusa, Rimini, Torino. Previsti altri cortei nel pomeriggio a Milano, Bergamo e Genova. 

 

Le categorie più colpite

A scendere in piazza le categorie più colpite dall’ultimo provvedimento di Palazzo Chigi che ha deciso la chiusura di cinema, teatri e palestre. E per ristoranti e bar la serrata anticipata alle 18. Per molti un “colpo di mannaia” che rischia di mettere in ginocchio definitivamente interi settori con perdite per decine di miliardi.  Intanto, il mondo della cultura si mobilita e accanto a migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto, volti noti del cinema e dello spettacolo esprimono la loro solidarietà e il proprio dissenso verso le misure del Governo. Da Pierfrancesco Favino a Filippo Nigro fino a Riccardo Muti che dice: saremo “più poveri senza musica”.  Anche l’ex ministro della Cultura, Walter Veltroni, ieri durante la trasmissione ‘Che tempo che fa’ ha incalzato: “perché le messe sì e i cinema e i teatri chiusi?”. Non va meglio sull’altro fronte, quello della ristorazione. Oltre agli esercizi direttamente coinvolti si prevedono perdite fino “a 10 miliardi per l’intera filiera agroalimentare”. A mettere in guardia sulle ripercussioni della chiusura anticipata alle 18 fino al 24 novembre è Filiera Italia, l’Associazione che riunisce il Made in Italy del settore, che denuncia: “saranno circa 400 mila i posti di lavoro a rischio e 70mila le aziende coinvolte dalle nuove restrizioni”. 

 

Il Governo: “indennizzi pronti” e “decreto domani in Gazzetta”

Il premier Giuseppe Conte parla di ‘indennizzi già pronti”. E il vice ministro dell’Economia, Antonio Misiani, assicura che "le imprese che dovranno chiudere totalmente avranno un contributo a fondo perduto maggiore di quelle che abbasseranno la serranda alle 18”. “Domani”, secondo quanto annunciato dal vice ministro, è prevista “la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un nuovo decreto legge con una serie di misure a sostegno delle categorie interessate”. Il Governo valuta che siano “950mila le imprese nel settore ristorazione, bar, spettacolo, sport, interessate”. Di oggi la notizia che il premier Conte ha convocato per mercoledì i sindacati. Il leader di Cgil Cisl Uil, Landini, Furlan e Bombardieri, incontreranno in teleconferenza il presidente del Consiglio.

 

Confindustria sul nuovo Dpcm: “Non hanno ascoltato nessuno”

Sul Dpcm emanato dal Governo, il terzo in 11 giorni, piovono critiche da ogni dove. Per gli imprenditori ci pensa Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, intervenendo all’assemblea di Assoindustria Altoadige a contestare all’Esecutivo metodo e merito. “Il Governo” in queste settimane, dice, “non ha ascoltato nessuno. Si prendono decisioni non condivise in momenti difficili, quando si dovrebbe stringersi assieme”. Per il leader di viale dell’Astronomia servono interventi “semplici ed efficaci" ma soprattutto serve "ricostruire la fiducia dei cittadini” e “un cambio di passo”. Più che il Natale, chiude “dobbiamo salvare scuola, futuro dei giovani, lavoro, salute, economia e sviluppo”.

 

Ricciardi: “Misure non sufficienti”

Anche una parte del mondo scientifico ha fatto registrare oggi giudizi critici nei confronti dei nuovi provvedimenti del Governo. Anche se per motivi diversi rispetto alle categorie interessate dalla nuova stretta. A suscitare una certa sorpresa le dichiarazioni di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza.  “Le misure contenute nell'ultimo Dpcm sono un passo avanti, ma non sufficiente per affrontare la circolazione del virus in questo momento", ha detto.  “Il virus in questo momento in alcune aree del nostro Paese dilaga incontrollato". La strada da seguire per Ricciardi è quella dei “lockdown locali”.

 

Renzi chiede modifiche sulle chiusure

E mentre le opposizioni attaccano, nella maggioranza continua il braccio di ferro tra ‘rigoristi’ e i sostenitori della linea morbida. Tra questi ultimi Italia Viva. Matteo Renzi annuncia che chiederà al presidente Conte di modificare il Dpcm “nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva”. Chiede inoltre “spiegazioni su quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni. I dati scientifici”, scandisce, “non le emozioni di un singolo ministro”. Questa mattina anche il vice ministro della Sanità Pierpaolo Sileri del M5S durante la trasmissione Agorà ha ammesso: “sulle misure adottate non sono pienamente d'accordo”.

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