Giovanni Toti presidente della Liguria con il 56%
Il governatore uscente Giovanni Toti è stato nuovamente eletto Presidente della regione Liguria con il 56% su Sansa candidato di Centrosinistra che si ferma al 38,90%, Alice Salvatore del Movimento 5 stelle si ferma allo 0,89%.
Finito lo scrutinio, c'è quindi il trionfo di Toti.
Per un maggior approfondimento sui protagonisti del referendum e elezioni: la pagella politica.
Elezioni regionali 2020 Liguria proiezioni:
Ecco le prime proiezioni elezioni Regionali 2020 in Liguria, entro le ore 20, verosimilmente si avranno i risultati definitivi. In nottata arriveranno poi i dati dei voti ufficiali dal Viminale.
Elezioni regionali Campania 2020 proiezioni:
Giovanni Toti: 52,9%;
Ferruccio Sansa: 39%.
Elezioni regionali Liguria 2020 exit poll:
Le consultazioni elettorali per le elezioni Regionali Liguria 2020 sono terminate alle ore 15, al via quindi i primi exit poll.
Elezioni regionali Liguria 2020 exit poll:
Giovanni Toti: 51-55%;
Ferruccio Sansa: 38-42%.
Elezioni regionali Liguria 2020:
È l’unica regione dove Pd e Cinquestelle hanno raggiunto un’intesa per presentarsi uniti alle elezioni. Ed è, dunque, l’unica e la prima dove l’alleanza giallorossa che guida il Paese dal 2019 passerà sotto la lente di ingrandimento degli elettori. Un test politico non da poco. Anche se i numeri, rispetto ad altre realtà più grandi e popolose chiamate al voto come Campania e Veneto, sono di impatto misurato. Su 1 milione e 551 mila abitanti, i liguri elettori sono 1 milione e 350 mila circa. Nel 2015 l’affluenza fu del 50, 68%. Quest’anno viene data, almeno secondo le rilevazioni Ipsos, al 62%. Superiore sia alle elezioni regionali di cinque anni fa che alle europee del 2019. Tra Riviera di Ponente e Riviera di Levante i cittadini attesi nelle cabine elettorali sono circa 837 mila.
Una poltrona per due giornalisti
Entrambi classe 1968, entrambi giornalisti, entrambi con la passione per la politica. Giovanni Toti e Ferruccio Sansa, i due candidati che si contendono il titolo di governatore della Regione Liguria hanno la stessa età e tutti e due provengono dal mondo del giornalismo. Da quello televisivo il primo. Toti è entrato giovanissimo in Mediaset e ci è rimasto a lungo scalando le vette di due delle principali testate del gruppo del Biscione, Studio Aperto e Tg4. E approdando poi a Forza Italia.
Nel 2014 viene nominato da Silvio Berlusconi consigliere politico degli Azzurri. In quell’anno diventa europarlamentare e l’anno dopo vince le elezioni regionali in Liguria battendo la candidata del centrosinistra Raffaella Paita (Pd) con il 34,44%. Dalla carta stampata arriva, invece, Ferruccio Sansa. Figlio di Adriano Sansa magistrato e politico che è stato sindaco di Genova dal 1993 al 1997, ha iniziato la sua carriera al Messaggero di Roma. Passato in seguito a Repubblica e La Stampa, dal 2010 è inviato del Il Fatto quotidiano. Lo scorso 15 luglio dem e M5S, appoggiati da Articolo Uno, Sinistra europea, Europa verde, Demos, Centro democratico e Possibile, lo hanno designato – dopo una lunga e travagliata trattativa – loro candidato alla corsa per la presidenza della Liguria.
Sansa, tra novità e caccia ai voti. Ma Toti è gradito ai liguri
“Sansa è l’unica novità positiva in queste elezioni”, ha detto di lui Massimo Cacciari. Eppure la novità positiva sembra non bastare. Perché il governatore uscente Toti – oggi leader di ‘Cambiamo’, partito fondato nel 2019 dopo aver abbandonato Forza Italia (con cui i rapporti sono rimasti buoni) – può contare sulla valutazione positiva del 62% dei suoi corregionali. E un gradimento personale del 52% contro il 27% su cui sembra attestarsi Sansa. Sempre secondo Nando Pagnoncelli di Ipsos. Che misura il distacco in termini di preferenze tra i due in 22 punti percentuali.
Un divario nettissimo tra Toti e Sansa. Gli altri candidati – nell’agone ce ne sono ancora 8 – molto indietro. Tranne Aristide Massardo di Italia Viva e +Europa, e Alice Salvatore dei 5S. E pensare che nelle elezioni regionali del 2015 la Salvatore aveva sfiorato il 25% dei consensi. Fu proprio la volata pentastellata la causa principale della débacle del centrosinistra che con il 27, 8% non riuscì a sconfiggere l’asse Lega, Fdi e Forza Italia che sosteneva Toti. Da allora i partiti di centrodestra si sono ulteriormente rafforzati sul territorio.
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