La riforma del voto per il Senato

Riforme, Italia Viva fa slittare il voto ai diciottenni per il Senato

Maggioranza spaccata. Pd: “Conte convochi vertice per rispetto dei patti”. Mes, legge elettorale e rimpasto dietro il passo indietro dei renziani

Riforme, Italia Viva fa slittare il voto ai diciottenni per il Senato

Neanche il tempo di votare la Nota di Aggiornamento al Def e lo scostamento di bilancio che le acque nella maggioranza tornano ad agitarsi. E  anche parecchio. Lo scontro si consuma in mattinata tra Pd e Italia Viva che, a sorpresa, si schiera con l’opposizione per il rinvio della proposta di riforma costituzionale che abbassa a 18 anni l’età degli elettori del Senato, che la Costituzione fissa a 25. La modifica, che rientra nel pacchetto delle riforme che dovrebbero accompagnare l’esito del referendum sul taglio del numero dei parlamentari, è stata già votata in prima lettura sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Oggi era atteso il terzo passaggio, così come previsto quando si tratta di revisioni del testo costituzionale.

 

Passo indietro di Italia Viva

Il dietrofront dei renziani blocca i lavori parlamentari. Nel giro di poche ore lo scontro si accende e coinvolge anche le altre forze di maggioranza che protestano duramente per la decisone di Italia Viva. A chiedere formalmente il rinvio alla Conferenza dei capigruppo era stata questa mattina l’ex ministra e fedelissima di Renzi, Maria Elena Boschi, in qualità di presidente dei deputati di Iv. Formalmente, per la necessità di una riflessione ulteriore per inserire il voto dei 18enni al Senato nell’ambito di una riforma complessiva. E’ bagarre. 

 

Pd furioso chiede l’intervento del premier Conte

Dopo la mossa di Iv Graziano Delrio convoca ‘d’urgenza’ l’assemblea del gruppo Pd. Ne esce augurandosi “un chiarimento ai massimi livelli promosso dal presidente del Consiglio”. Il problema ormai è politico e riguarda la tenuta dei giallorossi. Quello di oggi è per i dem uno sgambetto in piena regola. "Il voto per i diciottenni al Senato era stato già votato da tutte le forze politiche, noi lo facemmo dall'opposizione”, dice il capogruppo. “Il nostro impegno non può essere frainteso, nel senso di poter accettare qualsiasi soluzione”. E chiede “la garanzia, e che la dia un vertice con Conte, perché i patti siano rispettati. Non si scherza sulla Costituzione e sul patto fondativo della coalizione”. Anche il vicepresidente del Pd, Andrea Orlando, scende in campo. “Quanto avvenuto oggi non può essere minimizzato”, tuona, “proprio nel momento in cui il Paese attende dalla maggioranza compattezza e determinazione”. E’ “un fatto politico di cui si deve far carico tutta la maggioranza a partire da chi la guida. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, deve promuovere un chiarimento nella maggioranza”.

 

Il contrattacco dei renziani

Italia Viva dal canto suo non perde tempo e risponde ai dem. “Ci associamo alle parole di Delrio e Orlando: serve un chiarimento politico con Conte. Noi ci siamo", scrive in una nota il capo dei senatori di Iv, Davide Faraone. Poco dopo è Gennaro Migliore, ex Prc, ex Pd e ora nel partito di Matteo Renzi a dire la sua. Svelando qualche aspetto in più sulle ragioni dell’altolà di oggi. “E’ curioso vedere alcuni esponenti del Pd polemizzare sul rinvio del voto all'ennesima proposta di riforma costituzionale priva di sistematicità. Soprattutto, dopo aver per l'ennesima volta contraddetto le dichiarazioni pubbliche che li vedevano favorevoli al Mes”. Il deputato aggiunge: “Non siamo disposti a ricevere continue provocazioni da chi si dispone a seguire ogni desiderio del M5S. Il patto di maggioranza vale per tutti e per ogni provvedimento”. Dunque, alza l’asticella Italia Viva ed è evidente che alza anche la posta in gioco su altri fronti. La conferma arriva dalla senatrice Valeria Sudano: “Poche parole ma chiare: senza Italia viva non ci sono i numeri. Noi siamo pronti a dare una mano, ma le riforme costituzionali non si fanno con i blitz. Pensiamo al Covid e al Mes”. 

 

Il M5S: “No a ricatti politici”

A stretto giro entra nell’agone anche il Movimento Cinque Stelle. A parlare è il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, che dice ‘no’ ai “ricatti politici” e aggiunge: “Noi abbiamo sempre agito con lealtà e rispetto dei patti, cosa che è mancata oggi da parte di Italia Viva sul voto ai 18enni per l'elezione dei componenti del Senato. E' inaccettabile far perdere tempo al Paese”. 

 

Sospeso l’iter delle riforme costituzionali e della legge elettorale

Intanto gli effetti della nuova spaccatura nella maggioranza non tardano ad arrivare, a partire dai lavori parlamentari. Federico Fornaro di Leu, relatore nella Commissione Affari Costituzionali a Montecitorio annuncia: “l'ufficio di presidenza della Commissione ha accolto all'unanimità la mia richiesta di sospendere l'iter della riforma costituzionale sulla base di elezione del Senato e sul numero dei delegati per l’elezione Presidente della Repubblica”. Richiesta formalizzata, spiega, perché “è venuto meno il necessario clima politico e istituzionale”. Giuseppe Brescia, presidente della Commissione in quota Cinquestelle aggiunge il carico da novanta: sono sopsesi anche altri provvedimenti chiave. Oltre a quelli a prima firma Fornaro, “la legge elettorale e la nuova legge sul conflitto di interessi. Serve un chiarimento politico su atteggiamenti molto ambigui, tra giochetti e veti”, dichiara. 

 

L’ombra del rimpasto

Potrebbe esserci molto altro dietro il pressing di Renzi nei confronti dei colleghi della maggioranza. E non sono solo Mes e legge elettorale. Con una verifica di Governo potrebbe riaffacciarsi l’ipotesi di un rimpasto. Anche se il leader di Italia Viva, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nega questa eventualità. “Non voglio il rimpasto”, dice, “chiedo che si apra un tavolo politico per decidere cosa fare nel proseguo di legislatura. Dobbiamo individuare il programma tutti insieme. E delineare riforme organiche. Poi il rimpasto può essere anche una conseguenza, ma per me è indifferente perché non è quello il mio obiettivo”. Ne siamo sicuri?

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