Legge elettorale, Pd a caccia di una maggioranza trasversale

Italia Viva non vota per due volte la candelarizzazione del testo. Il dem Fiano: “Rotto il patto sulla riforma. Cercheremo nuove convergenze in Parlamento”.

Legge elettorale, Pd a caccia di una maggioranza trasversale

Legge elettorale ultime notizie:

 

*** Legge elettorale ultime notizie 24 luglio: E’ caccia ai voti sul ‘Germanicum’. Il testo che porta la firma del presidente grillino della commissione Affari Costituzionale della Camera, Giuseppe Brescia, e che il Pd vuole portare in Aula ad ogni costo, rischia di arenarsi. A meno che dall’opposizione non arrivi qualche mano tesa, pronta a sostenere una riforma che Italia Viva non vuole più.

 

Dopo il passo indietro dei renziani - che sia in conferenza dei capigruppo di Montecitorio che in commissione - hanno fatto mancare i loro voti impedendo la calendarizzazione rapida del testo (inizio settimana prossima) i dem si considerano ‘a mani libere’. “Ora che IV ha rotto il patto di maggioranza sulla legge elettorale verificheremo la possibilità di nuove convergenze”, ha dichiarato il dem Emanuele Fiano.

 

“Sulla legge elettorale c’era l’impegno e ora bisogna votarla, senza ambiguità”. Il vertice di Bruxelles è terminato da poco, l’Italia ha portato a casa un risultato importante, la maggioranza giallorossa ha fatto quadrato attorno al Governo, ma già l’attenzione vira su altro. Si tratta del ‘Germanicum’, la legge elettorale che dovrebbe sostituire l’attuale ‘Rosatellum’, e che è stata calendarizzata alla Camera il prossimo 27 luglio. Il monito arriva direttamente dal segretario dem, Nicola Zingaretti. Costretto a intervenire su una querelle tutta interna al centrosinistra. Stavolta il M5S è sulla stessa linea del leader Pd.


A chiedere un’ulteriore riflessione sulla modifica della legge elettorale e uno stop all’accelerazione dei lavori sarebbero stati alcuni parlamentari del Pd, favorevoli a rinviare la discussione a dopo le elezioni regionali. Posizione opposta a quella del segretario. Che insiste perché alla tornata elettorale di settembre si arrivi con in tasca il via libera alla legge, almeno in prima lettura. Il messaggio di Zingaretti è chiaro. Ed è rivolto sì alle anime del suo partito ma soprattutto a Italia Viva. “E’ utile chiarire che da parte del Pd non c'è alcuna richiesta di ‘accelerare’ l'iter della legge elettorale. Casomai si tratta di recuperare un ritardo”, dice in una nota. E richiama il ‘patto’ del 2019 che regge il Conte II, e che non solo prevede la “riduzione del numero dei parlamentari insieme ad alcune modifiche dei regolamenti”, ma anche “una nuova legge elettorale per scongiurare rischi di pesanti distorsioni della rappresentanza”. Ricordando che il suo partito “ha onorato l'impegno di votare la riduzione”, Zingaretti ribadisce che “almeno in un ramo del Parlamento deve essere votato il testo base prima del referendum del 20 settembre, se non vogliamo perdere credibilità rispetto ad impegni solennemente e collegialmente assunti”. I patti sono patti per il leader dem. E ora bisogna dar seguito all’iter parlamentare.


Ma nelle ultime settimane qualcosa è cambiato. Alla riserva di Leu si aggiunge Italia Viva che mal sopporta lo sbarramento al 5% che la porrebbe fuori dal Parlamento. La legge elettorale resta un tema caldo, tutt’altro che scontato. Il segretario Pd è preoccupato di eventuali colpi di mano e dei numeri troppo stretti della maggioranza al Senato. Certo, Forza Italia è attratta dal proporzionale ma è difficile che si smarchi dagli alleati, dichiaratamente a favore del sistema maggioritario. La Meloni più volte ha definito la proposta in senso proporzionale un “salva inciucio”. La vera spina nel fianco di Zingaretti continua ad essere Renzi. Il leader di Italia Viva minaccia di far mancare il voto dei suoi in caso di “forzature”. Anche se, tutto sommato, pensa che il “blitz antimaggioritario” del Pd qualche vantaggio potrebbe portarlo. I renziani sarebbero costretti a stringere alleanze con altre forze politiche - da +Europa ad Azione di Carlo Calenda - aggregando un nuovo centro riformista. Che, a detta del senatore di Scandicci, potrebbe arrivare al 15%. “Il Pd populista”, dice, “ci spalanca praterie”.


Non è un caso che a replicare alle dichiarazioni del leader dem sia proprio Italia Viva. Da noi “non cè alcuna ambiguità: sosteniamo, come abbiamo sempre sostenuto, la necessità di una legge che consegni al Paese la certezza del risultato elettorale e la chiarezza su chi avrà la responsabilità di governare”, dichiara in un comunicato il deputato Marco Di Maio, capogruppo in commissione Affari costituzionali alla Camera. “Sbaglia chi dice che sul testo in esame ci fosse solo riserva di Leu poiché sono note le criticità di merito che abbiamo sempre sostenuto”.


Dalla parte di Zingaretti stavolta ci sono i 5S. “La modifica della legge elettorale è stato un impegno assunto al momento della formazione di questo governo e, come Movimento 5 stelle, lo abbiamo rispettato fin dal primo impegno e continueremo a farlo. Concordo dunque con Nicola Zingaretti: si deve proseguire senza esitazioni e ambiguità nell’approvazione del testo base, in votazione alla Camera, frutto della condivisione tra le forze di maggioranza e del confronto con le opposizioni”, dichiara il capo politico Vito Crimi.

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