La verifica

Mediatori a lavoro per salvare Conte. Renzi sfida ancora il premier

Si tratta per trovare una soluzione alla crisi. Renzi ostenta sicurezza: “Aspettiamo Conte al Senato. Le elezioni? Tutti sanno che non si andrà a votare”.

Mediatori a lavoro per salvare Conte. Renzi sfida ancora il premier

È tutta da svolgersi la partita per uscire da una pre-crisi e da una verifica vera e propria che non decolla. E che tra legge di Bilancio, Covid e festività è ancora priva di un confronto diretto tra gli interessati. Per il momento, il duello Conte- Renzi si svolge a mezzo stampa. E oggi dalle pagine del Corriere della Sera il fondatore di Italia viva attacca di nuovo: “Aspettiamo Conte al Senato”.  Ed è certo: “Tutti sanno che non ci saranno elezioni. Dobbiamo aprire le scuole, non i seggi. Io non ho paura di niente, meno che mai della democrazia”.

Piuttosto a temere il voto sarebbero altri. “Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non ai diciotto senatori di Italia Viva”. Renzi se l’è legata al dito la frase del premier che nel corso della conferenza stampa di fine anno aveva detto: “Ci vediamo in Parlamento”. Raccoglie il guanto di sfida e pare disposto ad andare alla conta. Il bivio è il Senato dove il governo andrebbe sotto senza la fiducia dei renziani.

 

Il premier ha dalla sua l’appoggio di Pd, grillini e Leu. Un pacchetto di voti da non sprecare e che punta a capitalizzare. Non vuole farsi da parte, forte anche di un consenso popolare che si attesta su numeri tuttora ragguardevoli. Ognuno, in questa lunga partita, cerca una soluzione per non perdere la faccia. Intanto il Quirinale, che ha scelto ad oggi di non intervenire pubblicamente, lavora di diplomazia. Nessuno sa però se il Conte bis è salvabile. Probabile che non lo sia, ma si punta almeno a mettere in salvo l’avvocato e la maggioranza senza passi falsi che potrebbero consegnare il Paese al centrodestra.  Renzi insiste sul merito e sui contenuti delle sue proposte: Recovery Plan, Mes, delega sui servizi e nega di volere più ministri o sottosegretari. “Siamo gli unici a dimettersi, altro che storie”. 

 

Un primo passo con qualche risvolto di rilievo potrebbe esserci solo con un incontro diretto tra i due interessati. Si parla di un Conte ter e a questo punto di un cambiamento radicale della squadra di governo che permetterebbe a Renzi di ottenere ministeri più importanti. Luigi Di Maio insiste: “Sarebbe folle toccare il premier”. E avverte: “Andare al voto metterebbe a rischio i fondi Ue. E i mercati reagirebbero colpendo l’Italia”. Il Paese è in mezzo al guado: il Covid non dà tregua, il numero di vittime è ancora altissimo e la campagna vaccinale è in evidente ritardo. La crisi economica graffia e i tempi stringono per la predisposizione del Piano con cui l’Italia chiederà all’Ue di accedere a 209 miliardi tra prestiti e finanziamenti: l’unica, vera chance per riaccendere i motori e investire su una ripresa duratura. In serata si attende a Palazzo Chigi la nuova versione del Recovery Plan del ministero dell’Economia in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi il giorno dell’epifania o il 7 gennaio. Invece, non si conosce la data del prossimo vertice dei leader di maggioranza con il premier. Forse si attende che le diplomazie a lavoro facciano qualche passo avanti per dare ai partiti la possibilità di vedere le carte e poi decidere.   

 

Pezzi di Pd il voto lo vorrebbero pur di uscire da questa agonia. E anche per dare un nuovo assetto al partito democratico. Che che ne dicano, tutti si fanno i conti in tasca e verificano nei limiti del possibile il prezzo da pagare con eventuali elezioni anticipate. Sulla bilancia si mettono i pro e i contro. Ma anche il centrodestra che i sondaggi danno per favorito sembra spingere poco sull’acceleratore del voto.  A parte Giorgia Meloni che lancia una raccolta firme per sostenere la sfiducia all’esecutivo Conte, il nuovo Salvini dal volto moderato si limita a dire: “"Da un governo ci si aspetta che governi, che decida, che programmi, che non cambi idea ogni settimana sulla pelle dei cittadini. Servono capacità di ascolto, visione, decisioni politiche chiare, non presunzione, litigi per la poltrona e decreti notturni. Conte stop e avanti chi merita”. Ma senza elezioni? 

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