Roberto Maroni: età, moglie figli Fabrizio, biografia, carriera Lega

Chi è Roberto Maroni moglie figli Federco Maroni altezza età gli studi e la carriera politica con la Lega Nord, la carriera da ministro e poi in Lombardia

Roberto Maroni: età, moglie figli Fabrizio, biografia, carriera Lega

Roberto Maroni è un politico italiano ex segretario federale della Lega Nord, è stato anche Ministro dell'interno nei governi Berlusconi, ministro del lavoro e delle politiche sociali ed è stato presidente della Regione Lombardia fino al 2018. Attualmente collabora con il Foglio

 

Il figlio di Roberto MaroniFabrizio Maroni, 21 anni, terzo figlio dell'ex ministro è sceso in politica con Comunità e Comune uniti per Lozza, una lista civica alleata del Pd a sostegno del sindaco uscente Giuseppe Licata.

 

Andiamo a vedere quindi chi è Roberto Maroni età, moglie e figli, laurea, la sua biografia e la carriera nella Lega.

 

Roberto Maroni età, moglie e figli, altezza e laurea:

Roberto Maroni età: 64 anni.

 

Roberto Maroni dove è nato: a Varese;

 

Roberto Maroni data di nascita: 15 marzo 1955.

 

Roberto Maroni laurea: da giovane, Maroni, intraprende gli studi al Liceo Classico Cairoli di Varese e poi si laurea in giurisprudenza ed esame di stato per Procuratore all’Università dell’Aquila.

Inizia la sua esperienza lavorativa da avvocato nell’ufficio legale di una nota ditta americana Avon- Cosmetici, nell’ufficio legale del Banco Ambrosiano guidata da Roberto Calvi.

 

Roberto Maroni altezza: non trovata;

 

Roberto Maroni moglie: Maroni è sposato con Emilia Macchi, un amore nato sui banchi del liceo.

 

Roberto Maroni figli: ha tre figli: Chelo, Filippo Maroni e Fabrizio, quest'ultimo sta debuttando in politica.

 

Roberto Maroni, ha deciso di non ricandidarsi alle elezioni politiche e collabora con il Foglio.

 

Roberto Maroni: Umberto Bossi e la Lega Nord

Biografia di Roberto Maroni: Il 1979 è l’anno in cui conosce Umberto Bossi e tra i due inizia una collaborazione politica, fondano la Lega Lombarda che nel 1989 diventa la Lega Nord.

 

Dal 1994 al 1955 è Ministro Dell’Interno con il primo governo Berlusconi, distintosi per la caduta dello stesso dopo le polemiche sorte riguardo il caso del “Decreto Biondi” sull’abolizione della custodia cautelare, in piena era Tangentopoli, decreto che era servito a far uscire dal carcere i corrotti dell’indagine della Procura del pool milanese “Mani Pulite”.

 

Il decreto fu firmato da Maroni (ministro dell’interno) e da Alfredo Biondi (ministro di grazia e giustizia), salvo poi ritrattare   all‘indomani della firma, accusando il ministro Biondi di averlo raggirato non facendogli realmente capire a cosa servisse quel provvedimento.

 

Fu l’inizio della crisi del primo governo Berlusconi realizzatasi con la caduta dello stesso, dopo la fuoriuscita dei parlamentari di Bossi e Maroni.

 

Roberto Maroni condannato:

Il 1996 è l’anno della svolta secessionistica della Padania, Venezia 15 settembre, mentre il Procuratore Della Repubblica di Verona avviava un’indagine con il sospetto che la Lega Nord fosse un’organizzazione paramilitare tesa ad attentare all’unità dello Stato Italiano.

 

Vennero così perquisite le sedi e le abitazioni degli esponenti della Lega Nord, perquisizioni  a cui si opposero i militanti del partito tra cui lo stesso Roberto Maroni, questo gli valse un provvedimento giudiziario, Maroni fu condannato in primo grado a 8 mesi di carcere, pena poi commutata nei vari gradi di giudizio a una pena pecuniaria.

 

Roberto Maroni ministro Welfare lavoro e la morte di Marco Biagi:

Roberto Maroni Ministro del Welfare dal 2001 al 2006 sempre nella coalizione della Casa Delle Libertà ricoprendo nel secondo e terzo governo Berlusconi l’incarico di Ministro Del Lavoro e Delle Politiche Sociali, periodo in cui scoppia il caso Biagi.


Maroni, infatti, riceve una lettera dal giuslavorista, Marco Biagi, suo collaboratore al Ministero Del Lavoro, nalla quale chiedeva protezione avendo ricevuto ripetute minacce anonime telefoniche.

 

Maroni preoccupato scrive il 29 agosto 2001 al Prefetto Giuseppe Romano, ritenendo fondate le minacce di Marco Biagi e chiede che sia sottoposto a servizio di scorta, purtroppo nessun provvedimento sarà adottato e Marco Biagi sarà uscciso dalle Brigate Rosse.

 

Un provvedimento adottato da Maroni nel corso del suo mandato al ministero del lavoro, fu quello di adottare lo scalone pensionistico che innalzava l’età pensionabile di tre anni dai 57 ai 60, entrato in vigore nel 2008 e fortemente contestato dai sindacati e dalla coalizione di sinistra.

 

Roberto Maroni ministro dell'Interno:

Nel maggio del 2008 Silvio Berlusconi gli affida l’incarico di Ministro Dell’Interno a Roberto Maroni, il 20 dello stesso mese il consiglio dei ministri approva il suo “Decreto Sicurezza” che tra le tante cose ha previsto:

  • la confisca degli appartamenti affittati a stranieri clandestini;

  • l'aumento della pena fino all’arresto a chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze;

  • libertà per i sindaci di adottare provvedimenti urgenti “ordinanze” nel caso in cui ci fossero problemi per l’incolumità pubblica e per la sicurezza urbana.

Quando è stato Segretario Federale della Lega Nord spesso ha assunto posizioni politiche critiche contrapposte a quelle del leader Umberto Bossi.

 

Roberto Maroni eletto Presidente della Regione Lombardia:

Dal 2013, Roberto Maroni è il Presidente della Regione Lombardia, è un presidente chiaro e trasparente, come si professa nel suo discorso di inizio mandato.

Il 14 luglio, Maroni è indagato dalla Procura di Busto Arsizio nell’indagine su Expo per la vicenda dei contratti di collaborazione a termine.

 

La procura inizia ad indagare sulle oltre 7000 euro al mese pagate nel 2007 da una società inquisita per tangenti ed evasione fiscale che Maroni giustifica come consulenze ma che i PM imputano più ad un finanziamento illecito dal momento che le fatture indicano la voce di consulenza solo orale su eventi musicali.

 

Sempre nel 2013, Maroni in un’intervista a Vittorio Feltri dice di voler lasciare la Presidenza Della Segreteria Politica della Lega Nord per fare spazio ai “giovani rampanti” la scelta poi ricaduta su Matteo Salvini.

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