Unioni Civili in Italia: cosa sono e cosa prevedono? Le Unioni Civili in Italia sono regolamentati dalla Legge Cirinnà.
Si tratta di una legge che è stata attuata durante il Governo guidato da Matteo Renzi.
La legge prende il nome dell'onorevole Monica Cirinnà, la donna che ha scritto il testo e che si è battuta fortemente per la sua attuazione.
Ci sono state diverse battaglie politiche per l'attuazione della legge sulle unioni civili.
La legge aveva anche diviso il Partito Democratico, il partito da cui è nata.
Tuttavia si è arrivati all'accordo politico e il Parlamento ha approvato la legge.
Anche oggi in Italia ci sono le unioni civili.
Scopriamo bene la legge.
Unioni civili in Italia: cosa sono?
Che cosa sono le unioni civili e cosa prevedono in Italia con l'attuale legislazione.
L'unione civile è, in termini giuridici, il riconoscimento di una coppia di fatto che non accede, per scelta o per impossibilità, al contratto del matrimonio.
In Italia riguarda solo le persone dello stesso sesso.
Mediante il riconoscimento giuridico di una coppia di fatto si regolano legalmente i diritti e i doveri dei partner.
In Italia le coppie di fatto non sono erano regolamentate da nessuna legge di Stato prima della Legge Cirinnà.
Questo aspetto, ovvero l'assenza di una regolamentazione, creava delle problematiche legate alla disparità tra le coppie che si univano nel vincolo del matrimonio e quelle che non lo facevano.
Alle prime erano riconosciuti diritti e doveri, alle seconde no.
La politica italiana Monica Cirinnà ha permesso l'attuazione di questa legge.
11 maggio del 2016 il Parlamento Italiano ha approvato la Legge sulle Unioni Civili.
Quest'ultima è entrata in vigore il 5 giugno del 2016.
Si tratta della Legge del 20 maggio 2016 numero 76.
Legge Unioni Civili: cosa prevede?
La Legge sulle Unioni Civili in Italia evidenzia che tutti coloro che si uniranno in quelle che sono le unioni civili e le convivenze di fatto verranno riconosciute come coppie.
Si tratta di un vero e proprio riconoscimento giuridico.
La legge sulle unioni civili è riconosciuta solo per le coppie dello stesso sesso.
L'unione deve sempre avvenire davanti ad un ufficiale di stato.
Assieme a quest'ultimo ci devono anche essere due testimoni.
Durante la cerimonia vengono registrati gli atti dell'unione che hanno valore legale.
In questi ultimi vengono registrati:
- dati anagrafici della coppia;
- regime patrimoniale;
- residenza.
La legge sulle unioni civili regola anche l'istituto della convivenza.
Si tratta di una unione dichiarata che però prevede dei diritti e dei doveri minimi rispetto l'unione civile di una coppia o il matrimonio.
Quali diritti? Dalla lettura del testo si apprende che la nuova legge si applica solo alle persone dello stesso sesso.
I diritti che si attuano sono:
unione civili d'innanzi a funzionari di Stato;
riconoscimento delle convivenze di fatto tra persone dello stesso sesso;
riconoscimento dell'assistenza in ospedale tra i vincoli delle unioni civili e delle convivenze di fatto;
pagamento degli alimenti in caso della fine dell'unione civile e della convivenza di fatto sulla base di determinati requisiti.
Il testo non tratta l'adozione per le coppie dello stesso sesso che in italia non è prevista dalla legge.
Unioni Civili in Europa: Inghilterra, Francia e il modello Tedesco
Unioni Civili in Europa: Inghilterra, Francia e il modello Tedesco dal quale la prossima e possibile legge italiana vuole prendere diversi spunti.
Unioni Civili in Europa: all'interno dei diversi paesi europei la regolamentazione delle unioni civili è molto diversa. Si passa in paesi in cui le unioni civili non sono ammesse, in altri in cui sono regolamentate secondo certi criteri a differenza di altri ancora in cui sono gestite secondo differenti regole.
Fondamentalmente la grande differenza che si è creata tra i paesi europei è:
paesi che riconoscono le unioni civili tramite la registrazione delle coppie che acquisiscono automaticamente alcuni diritti e doveri (questi variano di paese in paese);
paesi che riconoscono le unioni civili senza la registrazione ma mediante una convivenza temporanea che permette il riconoscimento giuridico di determinati diritti e doveri (questi variano di paese in paese);
paesi che non riconoscono in alcun modo le unioni civili (attualmente l'Italia è in questa lista assieme a: Albania, Bulgaria, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Cipro, Lettonia, Lituania, Moldavia, Monaco, Montenegro, Polonia, Macedonia, Romania, Russia, San Marino, Serbia, Slovacchia, Turchia, Ucraina e Città del Vaticano).
Il Parlamento Europeo ha, con la Raccomandazione del 16 marzo del 2000, invitato tutti i paesi membri dell'Unione Europea a regolamentare le unioni civili sulla base del Diritti Umani dell'Unione Europea, ovvero riconoscendo: parità dei diritti rispetto alle famiglie unite dal vincolo del matrimonio soprattutto in campo patrimoniale e sociale.
Unioni Civili in Inghilterra e nel Regno Unito sono regolamentati dal 2004 dalla cosiddetta Civil Partnership Act che regola le unioni civili tra persone dello stesso sesso riconoscendo diritti e doveri quasi uguali alle coppie unite dal vincolo del matrimonio.
Unioni Civili in Francia sono regolamentate dalla legge numero 944 del 15 novembre del 1999 che regola le unioni tra persone dello stesso sesso e non riconoscendo diritti e doveri simili a quelli del matrimonio.
Il modello tedesco prevede la convivenza registrata a seguito della legge approvata il 16 febbraio del 2001, che regola le unioni civili solo per le persone dello stesso sesso alle quali non sono riconosciuti pienamente i diritti previsti dal vincolo giuridico del matrimonio.
Unioni Civili e le adozioni:
Unioni Civili e le adozioni per le persone dello stesso sesso non è prevista in Italia l'adozione.
Infatti il Governo di Matteo Renzi, sulla base del testo stilato dalla senatrice Monica Cirinnà, aveva discusso a lungo su questa casistica senza trova un'intesa.
Infatti la nuova legge non regola le adozioni, una questione che nella penisola sembra essere richiesta da una buona parte dei cittadini, ma che allo stesso tempo viene respinta da un'altra grande parte dell'elettorato.
Ed anche se in passato sono state avanzate diverse proposte sul merito, l'attuale scenario politico non sembra appoggiare per il momento questo tema.
La problematica sociale sul tema che si è creata è legata al fatto che alcune coppie che decidono di adottare dei figli, si recano nei paesi in cui è legale (sostenendo spesso ingenti costi).
Attualmente sono 21 i paesi nel mondo in cui sono possibili tali adozioni, quali: Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, Islanda, Malta, Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile, Argentina, Uruguay, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.