Da Madrid accuse al M5S: presunti finanziamenti in nero dal Venezuela

Il quotidiano conservatore spagnolo ABC pubblica la notizia. E riferisce di soldi che sarebbero arrivati in Italia con valigia diplomatica da Caracas

Da Madrid accuse al M5S: presunti finanziamenti in nero dal Venezuela

Sono giorni burrascosi per i pentastellati. È di queste ore la notizia apparsa sul quotidiano spagnolo ABC di presunti finanziamenti in nero dati nel 2010 all’allora neonato movimento grillino - 3,5 milioni di euro - dal governo venezuelano. Secondo l’autore, il giornalista Marcos Garcia Rey, i soldi sarebbero transitati presso il consolato del paese sud americano a Milano e veicolati ai cinquestelle per espressa autorizzazione di Maduro. L’attuale presidente del Venezuela all’epoca era ministro degli Esteri di Hugo Chavez che rimase alla guida di Caracas fino al 2013.


Il giornale conservatore ABC rivela anche di aver fatto pervenire al governo venezuelano un questionario destinato a Nicolas Maduro e al ministro del Petrolio Tareck El Aissami, “che però avrebbero scelto di non rispondere”. Stessa possibilità di replica sarebbe stata “offerta all'attuale leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, al precedente leader politico Luigi di Maio, al console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e allo stesso Grillo. Nessuno di loro”, si legge nell’articolo, “ha risposto alle domande del quotidiano".

 

La notizia ha mandato in fibrillazione i palazzi della politica italiana. Vittorio Crimi, il capo del M5S, parla di “fake news ridicola e fantasiosa”. Per il senatore grillino “sulla questione non c'è altro dire”. E ricorda: “nel 2010 ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizzammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali”. Si difende anche il figlio del fondatore del Movimento. Per Casaleggio jr i pentastellati sono “sempre stati finanziati in modo trasparente. Mai ricevuto finanziamenti occulti". Intanto gli azzurri di Forza Italia portano il caso a Strasburgo, annunciando la presentazione di un’interrogazione all’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell. L’obiettivo è conoscere chi in Europa e per quanto tempo ha ricevuto finanziamenti illeciti dal regime venezuelano. Mentre Salvini fa sapere che “se la notizia riportata dal quotidiano spagnolo fosse vera, sarebbe un problema”. “Non commento quello che non è certo”, dichiara, “ma se ci fossero riscontri concreti ed evidenze sarebbe un problema perché il Venezuela è uno degli ultimi regimi sanguinari e dittatoriali che ci sono al mondo”. Lo scoop del quotidiano conservatore vede più cauto il Pd . Graziano Delrio rimane distante e si limita a parlare di "indiscrezioni giornalistiche di cui non abbiamo contezza della veridicità".

 

Ma i media, a partire da quelli nostrani, oggi cercano di ricostruire la posizione italiana nei vari passaggi della crisi venezuelana. Risalendo al momento della travagliata autoproclamazione di Juan Guaidò alla guida del Paese con l’appoggio degli Stati Uniti. A cui fece seguito quello del Canada, dei principali paesi del sud America e anche dell’Ue attraverso una risoluzione non vincolante del Parlamento europeo. In quello momento Lega e Cinquestelle erano alla guida del governo italiano. E si astennero nella plenaria di Strasburgo. Più tardi la Lega cambiò posizione a favore del giovane leader venezuelano mentre i cinquestelle votarono contro una nuova risoluzione del Parlamento dell’Ue che lo appoggiava espressamente. Equidistante da Maduro e Guaidò l’attuale governo giallorosso. Che si è espresso solo in favore del popolo venezuelano e di libere elezioni.

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