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Il punto europeo

Recovery fund, Mes, Brexit a che punto siamo. Cosa aspettarsi nel 2021

Il Consiglio europeo ha raggiunto l’accordo sul Next Generation Ue. Sul tavolo dei leader europei anche la riforma del Mes e la Brexit con no deal. Scenari

Recovery fund, Mes, Brexit a che punto siamo. Cosa aspettarsi nel 2021

Riflettori puntati sul Consiglio Ue con tre importanti temi che ruotano attorno alla riunione dei 27 leader europei: il Recovery Fund, il Mes e la Brexit.

 

Si tratta di questioni importanti, il cui esito caratterizzerà il destino economico dell’Europa nel 2022 e per i prossimi trent’anni. Vietato sbagliare, l’Europa deve dimostrare al mondo di che pasta è fatta, specialmente in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19.

 

Dobbiamo mostrare coesione per aiutarci vicendevolmente senza cedere a facili egoismi, perché altrimenti l’Unione europea perderebbe il senso di esistere.  

 

Recovery fund: raggiunto l’accordo. Via libera del Consiglio Ue a 750 mld di aiuti

Il Recovery fund sta per diventare realtà. Il Consiglio europeo ha raggiunto l’accordo sul Next Generation Ue, aprendo le porte ad una valanga di denaro da utilizzare per la ripresa dei paesi europei dopo la strage economica del Coronavirus. In tutto sono 750 miliardi di euro da investire soprattutto nella transizione digitale e green senza tralasciare la sanità e la ricerca.

 

Questi fondi serviranno ai paesi membri dell’Unione europea per agganciare la tanto attesa ripresa economica dopo la recessione scaturita dalla pandemia, serviranno a rimettere in moto economie sofferenti che hanno bisogno di innovazione per riaccendersi e stare al passo con i paesi più sviluppati del globo.

 

All’Italia andrà la fetta più grossa, 209 miliardi di euro, da spendere secondo le linee guida del Recovery plan. Soddisfatto il premier, Giuseppe Conte, che ha parlato di un Consiglio europeo “storico” perché è stato raggiunto l’accordo sul bilancio pluriennale e sul Next Generation Ue senza toccare il regolamento sulla condizionalità del bilancio legata allo Stato di diritto.

Polonia e Ungheria, che all’inizio si erano messe di traverso minacciando la riuscita dell’intero progetto, alla fine hanno ceduto alle pressioni della Germania, considerando anche che Bruxelles si stava organizzando per introdurre un nuovo strumento limitato a 25 Stati membri.  

 

Si passa ora alle ratifiche nazionali del Recovery fund mentre si attende con ansia l’arrivo degli aiuti, poiché più tempo passa e più lo strumento perde potenza: l’Italia ha già fatto programmi per il 2021 puntando sull’arrivo di queste risorse, ulteriori ritardi potrebbero portare a nuovi scostamenti di bilancio nel 2021 e ad un ulteriore aumento del debito, con il rapporto sul PIL arrivato già al 160%.

 

Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre: sul tavolo anche riforma del Mes

I 27 leader europei si troveranno a discutere non solo di Recovery fund ma anche di riforma del Mes. L’Italia, infatti, vorrebbe che il Meccanismo Europeo di Stabilità, strumento nato per sostenere i paesi europei in difficoltà finanziarie, venisse integrato nel quadro dell’architettura europea, superando la forma di accordo intergovernativo.  

 

Il Mes è fondamentale per la stabilità europea e va perfezionato il più possibile, si devono smussare via via tutti gli spigoli che nel tempo ha dimostrato di avere per evitare giochi di potere tra Stati membri, soprattutto alla luce dell’aumento del debito pubblico di molti paesi europei, Italia in primis, per far fronte alle spese sanitarie ed economiche legate alla pandemia da Covid-19.

 

Il Mes, infatti, potrebbe essere lo strumento che in futuro ci salverà dalla speculazione finanziaria e da un inevitabile default, evento che trascinerebbe con sé molti altri Stati europei, come in un disastroso go down decretando la fine dell’intera Unione europea.

 

Brexit: ipotesi no deal sempre più concreta. Cosa succede, conseguenze

Riflettori puntati anche sulla Brexit, con i leader europei che non potranno fare a meno di parlare del possibile no deal. I negoziati vanno avanti ad oltranza, con la situazione che cambia di giorno in giorno. Sembravamo ad un passo dall’accordo per definire i rapporti commerciali per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, ma poi siamo ripiombati in una fase di stallo subito dopo le accuse dei francesi di un acconsentire ad un deal troppo morbido.

 

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier britannico, Boris Johnson, hanno tentato di trovare insieme una soluzione al problema, soprattutto per quanto riguarda le norme sulla concorrenza e il capitolo sulla pesca, senza però riuscire a trovare la quadra.

 

A prescindere dall’esito delle trattative la Brexit si avvererà irreversibilmente il 31 gennaio 2021. L’ipotesi di un no deal si fa sempre più concreta. Intanto, Bruxelles prepara un piano di emergenza per ridurre al minimo gli effetti negativi di un addio senza accordo, consapevole del caos che si verrebbe a creare specie nei primi sei mesi del 2021.

 

Tra gli altri argomenti oggetto di discussione del Consiglio europeo, il Covid-19 e tutti gli aspetti legati ai problemi riguardanti la sanità e ai vaccini ma anche il terrorismo e il cambiamento climatico, con l’obiettivo di fissare obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi. Il presidente del Consiglio, Conte, ha dichiarato che l’impegno che si vorrebbe prendere è quello di ridurre del 55% rispetto al 1990 le emissioni per raggiungere le neutralità climatica entro il 2050.

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