Giuramento Napolitano bis tra lacrime, rimproveri e applausi

Giuramento Napolitano bis per il nuovo settennato, il Capo dello Stato si commuove ma rimprovera i partiti politici per la difficile situazione del paese

Redazione
di Redazione
13 aprile 2018 11:08
Giuramento Napolitano bis tra lacrime, rimproveri e applausi

Il secondo giuramento di Napolitano fu un giorno davvero emozionante, soprattutto per l'ex Presidente della Repubblica.

Ci fu un discorso davanti a tutti i principali esponenti politici dell'epoca.

Giorgio Napolitano si è commosso durante la cerimonia.

Ma non solo.

Data la battaglia politica che si era creata dopo le elezioni di quell'anno, Giorgio Napolitano rimproverò tutti i politici presenti.

Sembrò quasi come quando un genitore rimproveraun figlio che va male a scuola.

Fu una gornata particolare ed emozionante.

Di seguito le vicende che sono accadute in quell'occasione.

 

Il Giuramento di Napolitano bis

Come da programma, Giorgio Napolitano si è presentato davanti alla nazione per il secondo giuramento. Un discorso che commuove il Capo dello Stato e che emoziona il Parlamento allargato per l’occasione. Ma nonostante l’emozione, Napolitano non si fa sopraffare dai sentimenti e parla delle necessità del paese. Prima di tutto l’esecutivo delle larghe intese, un esecutivo che deve seguire il lavoro cominciato dai saggi, nominati durante il primo mandato dal Presidente della Repubblica. In un discorso che va ben oltre la garanzia costituzionale che spetterebbe al Capo dello Stato, Napolitano riprende i partiti per i tatticismi che hanno creato il blocco politico su tempi estremamente importanti, come quello della legge elettorale.

 

Il rimprovero alla politica

Il tema che sembra più premere agli occhi dello stesso Napolitano è il governo delle larghe intese.

Il Capo dello Stato, nel suo discorso alla nazione dichiara: “Non si possono fare i conti con i risultati esclusivi delle elezioni. Essi indicano tassativame

nte la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia non trascurando, su un altro piano, l’esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale". Napolitano elogia il lavoro dei saggi e indirizza il futuro esecutivo sulle larghe intese, invitanti i partiti al senso di responsabilità.

Dal tono emozionato al rimprovero. Così il Capo dello Stato si rivolge ai partiti, con tono duro, invitando tutti i presenti in Parlamento al senso di responsabilità: "Passare, in sede politica, ai fatti.

Apprezzo l’impegno con cui il Movimenti, largamente premiato dal corpo elettorale, come nuovo attore politico parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandosi il peso e l’influenza che gli spetta.

Quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica, e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e parlamento".

Il discorso di rimprovero viene ascoltato con attenzione da tutti i partiti presenti, ed è seguito da un applauso finale.

 

 

 

 

Gli elogi della Consulta

L’accoglienza del Movimento 5 Stelle, resta comunque fredda.

Gli esponenti del Movimento si alzano in piedi d’innanzi al Capo dello Stato, ma non condividono gli applausi, rimanendo a braccia conserte.

Il suo secondo mandato era partito tra le critiche della piazza e degli esponenti partiti di Sel e Movimento 5 Stelle, ai quali si erano aggiunti i delusi del Pd. Ma nel giorno del suo giuramento, il Presidente della Corte Costituzionale, e tutti i suoi membri, lasciano un messaggio di auguri e stima al Capo dello Stato.

Un biglietto che riporta le seguenti parole:

"Signor Presidente, la Corte Costituzionale Le formula i più vivi rallegramenti per la Sua rielezione alla suprema magistratura della Repubblica.

Accolga, altresì, i sentimenti della mia più alta considerazione per la Sua persona, sicura garanzia dei valori costituzionali, della vita democratica e dell’unità del nostro paese".

Un Franco Gallo, presidente della Consulta, molto fiero della figura e della scelta del Presidente Napolitano.

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