Spalma incentivi fotovoltaico: cos'è, come funziona, taglio bollette

Spalma incentivi 2019 cos'è e funziona e prevedono decreti sull'energia elettrica da fotovoltaico e fonti rinnovabili e sentenza Corte Costituzionale

Redazione
di Redazione
15 settembre 2019 09:35
Spalma incentivi fotovoltaico: cos'è, come funziona, taglio bollette

Lo Spalma incentivi è un decreto contenente diverse e numerose misure in favore di aziende e società che utilizzano o che installeranno, impianti fotovoltaici e fonti rinnovabili. 

 

I 3 decreti attuativi, firmati dal Ministero dello Sviluppo il 17 ottobre 2014, riguardano nello specifico:

1) Rimodulazione volontaria degli incentivi all'energia elettrica prodotti da fonti rinnovabili.

2) Nuove modalità di erogazione degli incentivi al fotovoltaico.

3) Rimodulazione incentivi impianti fotovoltaici superiori a 200 KW.


Ricordiamo anche che a seguito della sentenza emessa dalla Corte costituzionale, n. 16/2017, il decreto splama incentivi è stato dichiarato legittimo.

 

Pertanto è stata ritenuta infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 26, commi 2 e 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 (convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116), cd. Spalmaincentivi, nel settore dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici.

 

Spalma incentivi 2019: cos'è e come funziona?

Che cos'è il decreto spalma incentivi? Lo Spalma incentivi è un decreto che prevede una riduzione del costo dell’energia elettrica in bolletta per le piccole e medie imprese che utilizzano o utilizzeranno impianti fotovoltaici anche di potenza superiore a 200 kw o energia prodotta da fonti rinnovabili non rientranti nel fotovoltaico.

 

La norma taglia-bollette introdotta dal Decreto Competitività entrata in vigore il 7 agosto 2014 dopo la conversione della legge, è diventata attuativa solo il 17 ottobre tra tante critiche da parte degli operatori, imprese e associazioni di categoria del settore della green economy che hanno gridato allo scandalo e a ricorsi non solo per la destinazione di minore agli incentivi che dal 2015 è passato da 500-700 milioni di euro ma soprattutto sulla decisione del Governo di consentire solo ai produttori di impianti fotovoltaici, e non per le fonti rinnovabili, sopra i 200 Kw di decidere tra avere una proroga dell'erogazione degli incentivi da 20 a 24 anni ma averli in misura ridotta oppure avere un taglio del sussidio.

 

Alla luce di ciò, sempre secondo l'associazione, le imprese beneficiare dello spalma incentivi potrebbero essere solo il 10% delle PMI mentre per i sindacati solo il 15% potrebbero godere di un reale taglio della bolletta elettrica poiché la maggior parte di queste medie e piccole imprese utilizzano una potenza sotto ai 16,5 KW.

 

Spalma Incentivi fotovoltaico e rinnovabili: cosa prevede il decreto?

1) Con il il primo decreto spalma incentivi fotovoltaico il Ministero dello Sviluppo di concerto con il Governo, ha deciso di non operare la riduzione prevista dal 2015 degli incentivi dell’energia elettrica per le imprese, anzi ha optato di applicare un incentivo costante dal 2015 al 31 dicembre 2019.

 

Inoltre con il primo decreto riguarda la rimodulazione volontaria degli incentivi all’energia prodotta da fonti diverse dal fotovoltaico. Ciò significa che spetta ai produttori che effettuano opere di rifacimento o ripotenziamento, di prolungare l'incentivo in misura ridotta ma per altri 7 anni.

 

2) Il secondo decreto spalma incentivi: interviene invece a modificare le modalità in cui vengono erogati gli incentivi agli impianti fotovoltaici e delle fonti rinnovabili da parte dei produttori, che diventa quindi: acconto annuale riconosciuto pari al 90% da calcolare sulla produttività effettiva dell’anno precedente e saldo erogato entro 60 giorni dalla comunicazione circa l'ammontare della produzione effettiva dell'anno in corso e comunque non dopo il 30 giugno del successivo anno.

 

All'interno del suddetto decreto, vi sono le modalità e i criteri di calcolo dell'acconto e le verifiche che il GSE deve effettuare sulla base della grandezza degli impianti, al fine di evitare l'erogazione di incentivi non spettanti.

 

3) Il terzo decreto sempre sugli incentivi all'energia fotovoltaica, prevede la rimodulazione incentivi per gli impianti di potenza maggiore di 200 Kw con la cd. opzione B dello Spalma incentivi. Infatti, in base a quanto previsto dal decreto Competitività, i proprietari di impianti fotovoltaici superiori a 200 KW hanno 3 alternative per fruire degli incentivi, ovvero, scegliere se applicare:

  • 1) Tariffa erogata per 24 anni da ricalcolare sulle percentuali ridotte indicate nell’allegato 2 del suddetto decreto;

  • 2) incentivo erogato in 20 anni rimodulato secondo le disposizioni del DM dello Sviluppo Economico;

  • 3) Tariffa erogata in 20 anni e ridotta in percentuale proporzionale alla potenza dell'impianto per il periodo residuale di godimento degli incentivi.

La scelta operata dai produttori, deve essere comunicata al GSE entro il 30 novembre 2014, in mancanza di detta comunicazione, verrà applicata una delle 3 opzioni. 

 

Spalma incentivi: sentenza Corte Costituzionale

A seguito della sentenza emessa dalla Corte costituzionale, n. 16/2017, il decreto splama incentivi è stato dichiarato legittimo.

 

E' stata ritenuta infondata, quindi, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 26, commi 2 e 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 (convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116), cd. Spalmaincentivi, nel settore dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici.

 

Tramite un apposito comunicato stampa ufficiale, la Corte Costituzionale, ha dichiarato il 7 Dicembre 2016, che il Decreto recante la disciplina per la produzione di energia da impianti fotovoltaici (FV), non ha violato la Costituzione. 

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