Hertz dichiara bancarotta. In allarme tutto il settore dell'auto

L’azienda americana di noleggio veicoli ha dichiarato bancarotta, facendo scattare l’allerta contagio in tutto il settore, compresi i produttori di auto

Hertz dichiara bancarotta. In allarme tutto il settore dell'auto

Hertz non ce l’ha fatta a superare la pandemia da coronavirus.

 

L’azienda americana di noleggio auto e furgoni ha dichiarato bancarotta, facendo scattare l’allerta contagio in tutto il settore, coinvolgendo involontariamente anche i produttori di veicoli.  

 

La Hertz nasce nel lontano 1918

Il coronavirus ha fatto una nuova vittima nell’economia americana, colpendo una big del settore noleggio: la Hertz. Venerdì scorso, 22 maggio 2020, l’azienda a stelle e strisce di autonoleggio ha richiesto il cosiddetto “Chapter 11”, ossia il ricorso all’amministrazione controllata, la protezione dai creditori in attesa di una ristrutturazione.

 

La storia della Hertz inizia nel 1918, con il fondatore della Rent-a-Car Walter L. Jacobs. L’ex rivenditore della Ford avvia la sua attività a Chicago con una dozzina di Ford Model T. Nel 1923 la sua società finisce nelle mani di John Hertz, che gli darà il nome, ma solo trent’anni dopo, nel 1953. L’anno successivo la società compie un importante passo: sbarca sulla borsa più importante del mondo, quella di New York.

 

Il passato della Hertz è lungo e pieno di avventure interessanti, con incontri importanti come quello con la General Motors, con la UAL, la Volvo e con la Ford. Anni trascorsi ampliando la propria offerta di servizi, fino ad arrivare all’8 settembre 2005 quando viene ceduta alle private equity Clayton, Dubilier & Rice, The Carlyle Group e Merrill Lynch Global Private Equity per 15 miliardi di dollari. 15 anni dopo, il covid-19 riesce a compromettere tutto il lavoro svolto in oltre un secolo di attività, segnando un importante capitolo della sua storia con la bancarotta.

 

La società ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti d’America e in Canada mentre le filiali europee non vengono coinvolte da questa misura.

 

Come si è arrivati al fallimento?

È stata una tempesta perfetta a far naufragare la Hertz. Secondo alcuni analisti il coronavirus ha rappresentato solo il colpo di grazia per una società già in difficoltà. Sembrerebbe che la crisi sia iniziata nel 2008 e sia peggiorata nel 2012, con l’acquisto ad un prezzo giudicato troppo esoso di Dollar Thrifty per 2,3 miliardi di dollari. Il covid-19 ha poi fatto il resto.

 

La Hertz avrebbe accumulato nel tempo debiti per circa 17 miliardi di dollari. A nulla sono valsi gli sforzi di rianimazione del CEO Paul Stone. Alla flessione dei ricavi per la pandemia, la Hertz aveva risposto con la vendita di veicoli, il taglio del personale ed il cambio della leadership. Alla fine, si è dovuta arrendere di fronte alle richieste dei creditori.

 

Protetta dal Chapter 11 continuerà ad operare, lavorando al contempo alla ristrutturazione, sperando di poter andare avanti con la sua gloriosa storia.

 

Intanto si pensa alle immediate conseguenze che questa notizia potrà avere sull’intero settore dell’autonoleggio. In particolare, si teme un circolo vizioso che potrebbe venirsi a creare con la bancarotta di Hertz. Riducendo la sua attività, l’azienda comprerà meno vetture da FCA e General Motors, scaricando parte dei suoi problemi sul settore automotive.  

 

Hertz Italia in salute nel 2019. Preoccupa il 2020

E pensare che le cose almeno in Italia sembravano andare bene. Nel 2019 la Hertz Italia registrava un trend positivo specie nel noleggio a breve termine nel settore Premium, ossia delle macchine di lusso.

 

Massimiliano Archiapatti, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società, oltre a ritenersi soddisfatto del 2019, nutriva buone speranze per il 2020. Ma non aveva fatto i conti con la pandemia globale. “Il 2020 sarà un anno ricco di novità sia per il business rivolto al cliente leisure che a quello B2B su cui stiamo investendo importanti risorse per le scelte di prodotti e di servizi. È un mercato in crescita e molto competitivo che richiede grandi energie”, aveva dichiarato il top manager.

 

Il lockdown deciso dai vari governi per diffondere il contagio del coronavirus ha spezzato i sogni del management di Hertz. Le chiusure forzate delle attività in tutto il mondo hanno causato un crollo delle entrate troppo ampio per farvi fronte.

 

Basti considerare che nel 2019, almeno in Italia il 70% del fatturato estivo era guidato dal noleggio delle auto di lusso da parte di turisti americani, sudamericani ed australiani. Tra gli europei, invece, i maggiori clienti della Hertz Italia erano i tedeschi e gli inglesi.

 

Tali numeri non potranno replicarsi nel 2020, visto che il covid-19 sta colpendo duramente l’Italia anche sul fronte del turismo. L’Associazione di settore Aniasa lancia un accorato allarme, specificando che nel mese di aprile si è registrato un crollo dell’attività del 97%.

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