Dieselgate, sentenza choc per Volkswagen. Dovrà risarcire i clienti

La Cassazione tedesca ha stabilito che il colosso di Wolfsburg dovrà risarcire parzialmente i proprietari delle auto. Precedente per altre 60 mila cause

Dieselgate, sentenza choc per Volkswagen. Dovrà risarcire i clienti

Ennesima tegola in testa per Volkswagen. Secondo quanto stabilito dalla Corte federale di Cassazione tedesca, il colosso di Wolfsburg dovrà risarcire i proprietari delle automobili coinvolti nello scandalo dieselgate, ovvero nelle quali è stato falsificato il livello di emissioni di gas di scarico attraverso l'installazione di un software illegale.

 

I rimborsi varieranno in base ai chilometri percorsi.

 

Importante precedente per altre 60 mila cause

Dopo il coronavirus un’altra importante notizia sconvolge Volkswagen, investita per la seconda volta dal dieselgate. La società tedesca che produce automobili ha perso in Cassazione una causa che costituirà un’importante precedente per altre sentenze.

 

La Corte federale di Cassazione tedesca di Karlsruhe ha stabilito che il colosso di Wolfsburg dovrà risarcire, parzialmente i proprietari delle automobili a motore diesel con la centralina per le emissioni “truccata”, confermando la precedente sentenza della Corte di appello di Coblenza.

 

Il ricorso in Cassazione presentato da un pensionato in possesso di una VW Sharan costituirà un precedente importante per altre 60 mila cause. Lo scandalo del dieselgate risale al 2015 e nel frattempo migliaia di automobilisti hanno deciso di patteggiare mentre molti altri sono andati avanti nei ricorsi. In particolare, 240 mila clienti Volkswagen hanno trovato intese stragiudiziali per un ammontare totale di 750 milioni di euro.

 

Volkswagen, accusata di aver truccato i motori delle proprie auto, uscì quasi subito allo scoperto, ammettendo di aver installato il software su ben 11 milioni di vetture. Sinora sono stati sborsati dall’azienda tedesca oltre 30 miliardi di euro per via di questa vicenda, scoperta inizialmente negli Stati Uniti e propagatasi a macchia d’olio anche in Europa.

 

Risarcimento variabile a seconda del chilometraggio dell’auto

Restituendo la macchina al produttore si otterranno risarcimenti parziali rispetto al prezzo di acquisto dell’auto. Volkswagen dovrà pagare un importo variabile a seconda del chilometraggio della vettura, che rappresenta il fattore di usura del veicolo.

 

Il proprietario della Sharan usata, pagata 31.500 euro nel 2014, con 20 mila chilometri percorsi, aveva ottenuto dal Tribunale regionale di Coblenza un risarcimento di 25.600 euro.

 

Il risarcimento non prevedeva l’intero importo pagato per l’acquisto, in quanto doveva tenere in considerazione l’utilizzo dell’auto. L’uomo non ritenendosi soddisfatto, aveva deciso di andare avanti nella causa presentando ricorso in Cassazione. Non si era ritenuta soddisfatta della decisione neanche la Volkswagen, secondo la quale non doveva essere previsto alcun tipo di rimborso.

 

Legali: “Ora inizia il vero dieselgate”

Soddisfatti i legali del pensionato, secondo i quali con questa sentenza di Karlsruhe si inizia il vero dieselgate. "Il dieselgate occuperà i tribunali almeno per altri cinque anni", ha dichiarato l'avvocato Christian Brade, e rappresenterà un segnale per possibili nuovi procedimenti anche nei confronti di altre case automobilistiche.

 

“È la prima volta che la più alta corte civile crea una certezza per milioni di consumatori nella disputa sulle manipolazioni dei motori diesel", ha commentato invece l’atro legale Claus Goldenstein.

 

Il fenomeno dieselgate in Italia

La notizia si sparge nel mondo interessando anche l’Italia. “La sentenza tedesca costituisce un precedente importante per i consumatori di tutta Europa”, ha commentato Ivo Tarantino, Head of Public Affairs & Media Relations di Altroconsumo.

 

“A 5 anni dall’esplosione dello scandalo e 3 dall’inizio della class action promossa da Altroconsumo in Italia, riteniamo che Volkswagen non possa più venire meno alle sue responsabilità: basta con i rinvii, è ora di risarcire gli oltre 75 mila consumatori italiani che si sono uniti alla nostra battaglia e pretendono giustizia”.

 

Si aggiungono guai su guai per Volkswagen

Volkswagen si trova nell’occhio del ciclone. Solo la scorsa settimana aveva deciso di pagare una multa da 9 milioni di euro per concludere il procedimento penale a carico dell'Amministratore Delegato, Herbert Diess, e il Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Dieter Poetsch.

 

Entrambe i manager erano stati accusati di non aver informato a tempo debito gli azionisti delle conseguenze dello scandalo sulle emissioni. Il pagamento della multa è di 4,5 milioni di euro per ciascuno dei due dirigenti.

 

La pandemia ha fatto colare a picco le immatricolazioni

Tali notizie arrivano in un momento assai difficile per l’azienda e per l’intero comprato automobilistico, travolto dalla pandemia. Il Covid-19 e le rispettive misure di contenimento decise dai vari governi mondiali hanno fatto colare a picco le immatricolazioni, mettendo in seria difficoltà un settore che già prima non se la passava molto bene.

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