La burocrazia è il vero problema della ripartenza economica italiana e dell’efficienza della Pubblica amministrazione. Con il Dl Semplificazioni il governo sta cercando di annientarla, introducendo in particolar modo la riforma dell’abuso d’ufficio e del danno erariale per rilanciare le opere pubbliche.
Reato di abuso di ufficio
Con il Dl Semplificazioni è stata approvata, “salvo intese” la riforma del reato di abuso di ufficio per eliminare la cosiddetta “sindrome della firma” o “sciopero della firma”.
Questa tipologia di reato, infatti, assieme a quella del danno erariale, è considerata una delle principali ragioni che frena i funzionari pubblici dal mettere la loro firma in calce agli atti della Pubblica amministrazione per il timore di incorrere in inchieste della magistratura e richieste di danni della Corte dei conti.
“Le denunce per abuso d' ufficio sono circa un terzo dei reati contro la Pubblica amministrazione e la maggioranza dei procedimenti si chiude con l'archiviazione e quelli per i quali viene disposto il rinvio a giudizio si concludono con una condanna in meno del 20% dei casi”, ha spiegato Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia Viva componente della Commissione Giustizia della Camera.
La modifica riguarda l’articolo 323 del Codice penale relativo alla responsabilità dei funzionari pubblici. Prima della riforma si incorreva nell’abuso di ufficio qualora ci si procurasse un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento”, mentre con la nuova modifica sarà punibile chi viola “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità”. Con la modifica apportata il reato viene definito in modo più puntuale e i funzionari hanno così la certezza di quali sono le condotte penalmente rilevanti.
Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha tenuto a precisare che non si tratta di “abolire questa figura di reato ma di circoscriverla meglio, in modo che se parte un'indagine abbia una prospettiva più chiara e certa per quanto riguarda il suo esito”. “Non aboliamo affatto l'abuso di ufficio ma prevediamo che ci sia una precisa violazione di norme e non di principi generali”, afferma Conte.
Il reato di abuso d’ufficio è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.
Danno erariale solo per dolo
A frenare l’attività dei funzionari pubblici c’è anche il danno erariale, ossia la richiesta di risarcimento per aver causato un danno all'Erario.
Nell'ordinamento giuridico italiano il danno erariale è definito come il danno sofferto dallo Stato o da un altro ente pubblico a causa dell'azione o dell'omissione di un soggetto che agisce per conto della Pubblica amministrazione in quanto funzionario, dipendente o, comunque, inserito in un suo apparato organizzativo.
Nel Dl Semplificazioni è prevista una disciplina derogatoria secondo la quale fino al 31 luglio 2021 la responsabilità per danno erariale sarà limitata al solo dolo per quanto riguarda le azioni. “Resterà la responsabilità per colpa, per omissioni e quindi inerzie, ritardi. È un incentivo a operare. Colpiamo chi non fa", spiega il presidente del Consiglio.
"Basta paura: conviene sbloccare. Arriva una piccola rivoluzione per i funzionari pubblici. Con la nuova normativa ci saranno più rischi per il funzionario che tiene ferme le opere, non per quello che li sblocca: siamo arrivati a una situazione perversa per cui fa carriera chi non firma e chi si assume responsabilità rischia di esporsi a un soverchio danno. Dobbiamo fermare la paura della firma", dichiara il premer Conte.
Ance: “manca snellimento procedure”
Il Presidente dell’Ance - Associazione Nazionale Costruttori Edili, Gabriele Buia, esprimendo soddisfazione per le novità introdotte sull’abuso ufficio e il danno erariale, lamenta però l’assenza nel Dl Semplificazioni dello snellimento delle procedure.
Buia spiega che “le opere per le lo più sono bloccate per le procedure a monte dell’assegnazione degli appalti e purtroppo non vedo in questo decreto una presa di posizione concreta per snellire quelle procedure”.
Il presidente Ance invita la politica ad essere “più coraggiosa”, ricordando che la vera causa del rallentamento “non è la burocrazia”, “ma il legislatore, chi siede al Parlamento”.
Secondo il Segretario generale della Presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa la semplificazione è “un tassello molto importante che non si può esaurire in un decreto legge ma richiede un’attività continua da svolgere al livello amministrativo”.