Migranti, dopo l’invio dei militari in Sicilia proseguono gli sbarchi

Iniziati i trasferimenti dagli hub sovraffollati in altre regioni. Lamorgese: “Situazione complessa”. Zingaretti: “solidarietà e sicurezza di pari passo”.

Migranti, dopo l’invio dei militari in Sicilia proseguono gli sbarchi

E’ il fronte tunisino a preoccupare più di tutti le autorità italiane. Gli sbarchi continui e le fughe di massa dei migranti dai centri di accoglienza di Gela, Porto Empedocle e Caltanissetta e l’hub di Lampedusa praticamente al collasso mostrano la ‘pressione migratoria” che grava sulla Sicilia. E la situazione di allarme per l’emergenza sanitaria in corso. Dopo l’invio dell’esercito deciso dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è iniziato in queste ore il piano di trasferimenti.


Dal centro di Porto Empedocle, da cui ieri erano fuggiti circa cento migranti, la maggior parte dei quali tornati indietro, 300 persone sono in viaggio verso le destinazioni del Lazio, altri 200 verso il Piemonte. Un piano è in atto anche per Lampedusa, dove però non si fermano gli sbarchi. Questa notte sono arrivate 128 persone, l’hotspot dell’isola ha raggiunto 872 ospiti, a fronte di una capienza di 95. Stamane in 250 sono stati trasferiti in Molise.


A preoccupare l’Italia sono i “flussi incontrollati”. Dei 12 mila sbarchi di quest’anno, 4.500 sono tunisini. Tanto da spingere la titolare del Viminale a volare ieri a Tunisi per incontrare il presidente Kais Saied e chiedere “un’azione determinante” per bloccare nel suo Paese le partenze. Un efficace controllo delle coste in cambio di aiuti economici da Roma e dall’Ue. “La situazione è complessa. Questi flussi migratori stanno creando all’Italia seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale”, ha detto la ministra, “che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza”. Sul suo tavolo oggi anche la denuncia del sindaco di Caltanissetta che sottolinea il “rischio di una deriva razzista”. “Dal Cara sono scappati più di 184 ospiti in quarantena in una sola notte”, scrive il primo cittadino Roberto Gambino, “raggiungendo numerose zone residenziali e comportando un enorme lavoro di ricerca da parte delle forze dell'ordine e la condizione di panico in cui sono piombati i cittadini. Il centro di accoglienza non è adeguatamente protetto. I cittadini dovrebbero sentirsi sicuri. Una sicurezza che invece nella mia città non si percepisce più. Dando spazio a derive intolleranti e razziste”.


Sul tema interviene anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “E’ un fatto e innanzitutto un problema di salute pubblica, indipendentemente dalla nazionalità, se chi arriva deve stare in quarantena in un Car e poi scappa”. E chiamando in causa l’Europa dice: “Sui migranti l’Ue deve riprendere subito le redistribuzioni interrotte per la pandemia e deve ripristinare quanto stabilito a Malta. Oltre questo, dobbiamo riattivare i meccanismi di rimpatrio verso la Tunisia”.


Per Nicola Zingaretti, segretario del Pd “occorre un impegno straordinario su più fronti: nel campo dell'accoglienza, del collocamento in Europa e in Italia dei flussi, di presenza politica e chiarezza nei confronti dei Paesi di partenza, a cominciare dalla difesa dei diritti umani, dalla ricostruzione della rete di accoglienza in Italia”. E osserva che “solidarietà e sicurezza sono valori che possono e debbono andare di pari passo. Da mesi poniamo questi temi. Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile. Sapevamo che gli effetti dell'epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema”. Di segno opposto il leader del Carroccio, Salvini. Che non molla sulla chiusura dei porti. “"Abbiamo un governo di incompetenti e di complici degli sbarchi”, accusa. “Non serve mandare altri militari ma chiudere i porti che vanno sigillati. Io l'ho fatto e vado a processo per quello, invece dovrebbero andarci chi aiuta i trafficanti”.

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