Beirut esplosione: 137 morti e 5mila feriti. Hamed Hasan “andate via”

Il ministro della Sanità Hasan invita chi può a lasciare la città. Si teme per la nube tossica che si è sprigionata. Da chiarire le cause del disastro

Beirut esplosione: 137 morti e 5mila feriti. Hamed Hasan “andate via”

Esplosione Beirut ultime notizie 6 agosto:

 

*** Salito ad almeno 137 i morti e 5.000 i feriti il bilancio delle due esplosioni di martedì al porto di Beirut. A renderlo noto il ministero libanese della Sanità.

Il ministro della salute libanese Hamad Hasan ha consigliato a chiunque sia in grado di farlo, di andare via da Beirut a causa dei materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni. Tali sostanze potrebbero avere effetti a lungo termine mortali. Nel frattempo continuano le ricerche dei dispersi. 

 

Le vittime accertate sono oltre 100, più di 100 i dispersi e 4000 i feriti. Questo il bilancio destinato a crescere dopo le due violentissime esplosioni che ieri hanno devastato l’area del porto di Beirut, in Libano. A quanto di apprende, nella zona colpita era presente un magazzino con 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, una sostanza chimica utilizzata per produrre alcuni fertilizzanti. Oltre che per le esplosioni ora si teme per le sostanze tossiche sprigionate nell’aria e che potrebbero essere pericolose per la popolazione. Il ministro della Sanità libanese, Hamad Hasan, ha invitato tutti i cittadini di Beirut che sono nelle condizioni di farlo a lasciare la città. Si teme anche per ulteriori crolli infrastrutturali nel porto e nei quartieri circostanti. La Protezione civile libanese mette in guardia e intanto le ricerche dei dispersi si sono estese anche in mare. Ma gli ospedali sono al collasso. Secondo quanto riferito dalla Croce rossa libanese non sono nelle condizioni di ricevere altri feriti, molti dei qulai vengono curati anche nei parcheggi dei presidi sanitari.

 

A Beirut per due settimane è stato dichiarato lo stato di emergenza ed è attesa per questa mattina la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri. Il primo ministro, Hassan Diab, ha parlato alla nazione in un discorso televisivo e ha promesso che “il disastro non passerà inosservato impegnandosi a ritenere responsabile chiunque sia coinvolto”. Al momento sono al vaglio tutte le ipotesi ma non ci sono certezze. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva parlato ieri sera di un possibile ‘attacco’ ma fonti della Difesa americana hanno smentito di avere elementi in merito. Forse un incidente. Secondo le ricostruzioni di un ex agente Cia, Robert Baer, con grande esperienza in Medio oriente e riportate dalla CNN, non sarebbe il nitrato di ammonio l'unico responsabile delle potenti esplosioni che hanno sconvolto Beirut ma la possibile presenza nell’area di un deposito di armamenti.


Intanto, la comunità internazionale risponde alla richiesta di aiuto delle autorità libanesi. Giordania, Russia, Turchia, Francia si sono già mobilitati per inviare materiale sanitario e personale medico. Anche Israele, con cui il Libano non ha rapporti diplomatici, ha dato la sua disponibilità. Parlando in arabo, il direttore del Centro medico della Galilea a Nahayira, Masad Brahoum, ha detto: "Vogliamo solo aiutare. Chiunque venga riceverà le cure”. E oggi è arrivata anche la preghiera di papa Francesco durante l’udienza generale. “Preghiamo per le vittime e per i loro familiari, e preghiamo per il Libano” ha detto il pontefice,” perché con l'impegno di tutte le sue componenti sociali politiche e religiose possa affrontare questo momento così tragico e doloroso, e con l'aiuto della comunità internazionale superare la grave crisi che sta attraversando". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di vicinanza al Presidente libanese, Michel Aoun.


La tragedia che colpisce il Paese arriva in un momento già particolarmente difficile. E’ dell’80% la svalutazione della lira libanese sul dollaro negli ultimi mesi, e il tasso di inflazione ha raggiunto in giugno il 90 per cento a fronte del 6,7% del 2019. Il Governo è in difficoltà anche nell’acquisto del combustibile per alimentare le centrali elettriche. La popolazione subisce un razionamento nel consumo di energia anche nei quartieri residenziali della capitale. Quella in atto è una delle peggiori crisi economiche che il Libano sta attraversando con un forte calo della liquidità. Molte le forze politiche che adesso fanno appello all’unità. Anche il movimento sciita Hezbollah ha affermato che “tutti i poteri politici del Paese devono superare la dolorosa catastrofe e unirsi”.

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