Verbali Cts, prima del lockdown totale: “Misure differenziate”

Resi pubblici 5 verbali del Comitato Tecnico Scientifico del periodo febbraio-aprile. Gli scienziati avevano suggerito di chiudere l’Italia a zone

Verbali Cts, prima del lockdown totale: “Misure differenziate”

Verbali Cts su pandemia secretati ultime notizie 

 

*** Verbali Cts su pandemia ultime notizie 6 agosto 2020: E’ stata la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri a comunicare alla Fondazione Einaudi che i verbali del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione civile richiamati nei decreti dell’emergenza Covid saranno resi pubblici. Dunque, il Governo ha deciso di non attendere l’ulteriore pronunciamento del Consiglio di Stato previsto per il prossimo 10 settembre. Pochi giorni fa era stata la Terza Sezione dell’organo di appello della giustizia ammnistrativa a rinviare al collegio la decisione sulla desecretazione dei documenti. Ritenendo la materia meritevole di “approfondimento giuridico”.


A dare la notizia della decisione dell’esecutivo la stessa Fondazione Einaudi che commenta così: un gesto che accoglie “l'appello che il nostro presidente Giuseppe Benedetto ha rivolto al premier Conte di far prevalere informazione e trasparenza rispetto ad elementi di tale rilevanza per la vita dei cittadini italiani.”

 

Dall’esame dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico durante l’emergenza Covid - desecretati oggi e che la Fondazione Einaudi ha pubblicato sul suo sito - emerge che prima del decreto del 9 marzo 2020, quello che ha stabilito il lockdown in tutta Italia, gli scienziati avevano suggerito di "definire due livelli di misure di contenimento”. Uno per i territori in cui il virus si stava diffondendo maggiormente e l’altro per il resto del Paese. Quelli resi pubblici sono in tutto 5 verbali e risalgono al 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020.
Queste le zone in cui, secondo il Comitato tecnico scientifico, andavano adottate misure di contenimento della diffusione del virus più rigorose: regione Lombardia, province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena in Emilia Romagna, Pesaro e Urbino nelle Marche, Venezia, Padova e Treviso in Veneto e Alessandria e Asti in Piemonte.

 

Verbali Cts su pandemia, secretati fino al prossimo 10 di settembre

Fino al 10 settembre gli atti del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile che hanno determinato le decisioni del Governo nei mesi della pandemia rimarranno secretati. E non è detto nemmeno che da quel giorno potranno essere resi pubblici. Tutto dipenderà dalla decisione del collegio del Consiglio di Stato, cui la Terza sezione – presieduta dall’ex ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini – ha rimesso la decisione, sospendendo la sentenza del Tar del Lazio che ne imponeva la desecretazione. La materia è stata ritenuta meritevole di “approfondimento giuridico” e per questo demandata all’organo collegiale.


Tutto è nato dal ricorso di alcuni giuristi della Fondazione Einaudi - Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo - che hanno chiesto di conoscere i documenti con cui l’esecutivo ha adottato le misure, anche quelle limitative delle libertà personali, per l’emergenza Covid. Il 22 luglio il Tar del Lazio ha dato ragione alla Fondazione ma il Governo attraverso l’Avvocatura dello Stato ha presentato appello. Il punto dibattuto e rimasto incerto è se gli atti del Cts possano “essere sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, giacché la recente normativa, ribattezzata freedom of information act sul modello americano, prevede come regola l’accesso civico”.


In attesa della decisione finale dell’organo di appello della giustizia amministrativa da più parti si sono levate critiche sulla mancata disponibilità del Governo a rendere accessibili gli atti. Da destra a sinistra un coro di obiezioni e richieste di chiarimento. La presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini considera “inspiegabile il ricorso contro la decisione del Tar”. “L'ipotesi di una segretezza imposta da ragioni di ordine pubblico”, dice, “sarebbe sconcertante. Forza Italia pretende la massima trasparenza”. E mentre il segretario del Partito comunista Marco Rizzo sollecita gli italiani a far valere il diritto di conoscere il contenuto delle riunioni che hanno determinato decisioni che hanno coinvolto l'intera vita del Paese, +Europa chiede “spiegazioni doverose” al Governo. “Che i pareri del comitato tecnico scientifico non siano ancora noti”, afferma il movimento della Bonino in una nota, “ci sembra molto grave”. Più dura la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Il 'segreto di Stato' che il Governo ha messo sugli atti è a dir poco inquietante. Cosa c'è scritto in quei verbali? Perché Conte non vuole che gli italiani sappiano? Siamo sicuri che sia tutto normale?”


Nel decreto monocratico con cui si sospende la decisone del Tar in realtà dubbi vengono sollevati, a quanto si legge, anche dalla Terza sezione. I verbali del Cts recita il decreto “hanno costituito il presupposto per l'adozione di misure volte a comprimere fortemente diritti individuali dei cittadini, costituzionalmente tutelati ma non contengono elementi o dati che la stessa appellante abbia motivatamente indicato come segreti". Inoltre “le valutazioni tecnico-scientifiche si riferiscono a periodi temporali del tutto superati". La “stessa Amministrazione, riservandosi una volontaria ostensione, fa comprendere di non ritenere in esse insiti elementi di speciale segretezza da opporre agli stessi cittadini”. Quindi, è scritto “non si comprende, proprio per la assoluta eccezionalità di tali atti” perché debbano essere inclusi “nel novero di quelli sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, che prevede come regola l'accesso civico” e come eccezione la non accessibilità.

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