La riapertura della scuola

Inizio scuola 2020: 5,6 milioni di studenti tornano in classe

La settimana prossima saranno 8,3 milioni. La ripartenza del mondo scolastico tra regole da osservare e criticità che non sono state ancora superate

Inizio scuola 2020: 5,6 milioni di studenti tornano in classe

Dopo 6 mesi di stop forzato dovuto all’emergenza coronavirus 5,6 milioni di studenti oggi sono tornati in classe. La settimana prossima, quando anche Campania, Puglia, Basilicata Abruzzo, Sardegna e Calabria riapriranno le scuole, la campanella suonerà complessivamente per 8, 3 milioni di allievi. Un passaggio cruciale in questa Fase 3, un test per il Paese intero.

 

Le misure

La prova del fuoco per il ritorno alla normalità saranno dunque queste giornate. Tra vademecum e regole generali che talvolta, in virtù dell’autonomia di cui godono i singoli istituti, possono essere adattate alle situazioni specifiche. Come nel caso dello scaglionamento per gli orari di ingresso e di uscita che potranno variare da istituto a istituto e da classe a classe. Ma gli aspetti più problematici restano l’uso della mascherina e la misurazione della temperatura. La prima è obbligatoria per tutti gli allievi per qualunque spostamento all’interno degli spazi scolastici, ma non quando sono al banco se viene assicurato il distanziamento di un metro. A meno che gli studenti non vogliano indossarla per tutto il tempo, in questo caso va cambiata ogni 4 ore. Ogni giorno verranno fornite alle scuole italiane 11 milioni di mascherine destinate agli studenti e al personale. Novantaquattro milioni sono già state consegnate.


La misurazione della temperatura deve avvenire a casa, con la febbre a 37 si resta a casa e si chiama il medico. Regione Piemonte e Regione Campania hanno già emanato ordinanze che prevedono invece un ruolo attivo delle scuole. In particolare, il governatore del Piemonte ha disposto l’autocertificazione delle famiglie e il controllo successivo degli istituti. Quanto alla didattica, non è esclusa quella digitale ma solo per gli istituti superiori e solo in modalità mista con quella in presenza. L’attività fisica si potrà svolgere senza mascherina ma a distanza di due metri l’uno dall’altro. Se c’è la possibilità, meglio fare ginnastica all’aperto.

 

Cosa dice il Governo

“Viviamo questo giorno con entusiasmo. Oggi è un giorno importante per la comunità nazionale. I nostri ragazzi e le nostre ragazze tornano a scuola”, dichiara il premier Giuseppe Conte. Che aggiunge: "Non ci nascondiamo le criticità. Faremo un monitoraggio costante e stasera un primo bilancio. E proseguiremo nei prossimi giorni”.  Probabilmente bisognerà attendere una settimana e anche più prima di un resoconto ampio sulle misure messe in atto. Intanto, questo pomeriggio il capo dello Stato, Sergio Mattarella, inaugura ufficialmente l’anno scolastico 2020-2021 a Vò in provincia di Padova, il piccolo paese da dove l’emergenza sanitaria è partita e che è diventato anche il simbolo della lotta al Covid 19. Insieme a Mattarella la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e i ministri D’Incà e Azzolina. Quest’ultima non nasconde che sarà “un anno complesso” quello che gli studenti si accingono a vivere ma aggiunge: “Abbiamo lavorato tanto e costruito una strategia di prevenzione che funzionerà se ognuno farà responsabilmente la propria parte”.

 

Le critiche dell’opposizione

Ad incalzare ancora una volta il Governo, e soprattutto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, è il leader del Carroccio Matteo Salvini. Che parla di “un primo brutto giorno di scuola per almeno un milione di bambini che in classe non ci tornano. Abbiamo un Governo di incapaci, un ministro incapace come la Azzolina”, dice il capo della Lega. “Mancano insegnanti, mancano i bidelli, mancano i banchi, mancano le aule, mancano le mascherine, manca tutto. Non è una polemica personale, la scuola è sacra, i nostri bimbi, gli studenti, le maestre, gli insegnanti sono sacri, non possono essere trattati come pacchettini postali”. Gli fa eco Licia Ronzulli, vice presidente del gruppo di Forza Italia al Senato: “Che bambini fragili, desiderosi di rivedere compagni e maestri dopo mesi, siano dovuti tornare a casa per la mancanza degli insegnanti di sostegno è vergognoso e ingiustificabile, non sarebbe mai dovuto accadere. Ancora una volta, purtroppo, si è avuta la riprova della scarsa attenzione posta dal Governo nei confronti del mondo dell'infanzia, oltretutto proprio in concomitanza con il primo giorno di scuola”.

 

I presidi

Un giudizio tutto sommato positivo su questo primo giorno di scuola dopo l’emergenza sanitaria arriva invece dall’Associazione nazionale presidi, che però manca di citare i problemi ancora esistenti. “La scuola è cominciata con tutte le criticità che conosciamo: ritardi nella consegna dei nuovi banchi, organico non nominato, spazi carenti. Ma il clima è stato sereno, non ci sono stati particolari problemi a seguire le regole stabilite”, dice il presidente Antonello Giannelli. Che però aggiunge: “finora è arrivato a destinazione solamente l'8% dei banchi, circa 200 mila unità. Restano due milioni e 200mila banchi che devono ancora essere recapitati agli istituti". Intanto secondo l’Ufficio scolastico territoriale di Milano solo nel capoluogo lombardo e provincia mancano all’’appello 5.106 insegnanti, di cui più di 2000 di sostegno. La situazione più critica è quella delle scuole medie: ruoli vacanti per 2.184 professori, di cui 906 specializzati per il sostegno alla disabilità.

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