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Decreto immigrazione, la Camera approva le nuove norme. Cosa cambia

Riscritte le regole volute dall’ex ministro dell’Interno, Salvini. Entro il 20 dicembre il passaggio definitivo al Senato per la conversione in legge

Decreto immigrazione, la Camera approva le nuove norme. Cosa cambia

Montecitorio approva con 279 voti a favore, 232 contrari e 9 astenuti il decreto che modifica la normativa vigente in materia di immigrazione. Il nuovo testo elimina le ‘norme manifesto’ volute da Salvini quando era alla guida del Viminale. 

Il voto è slittato di qualche giorno dopo l’ostruzionismo in aula di Lega e Fratelli d’Italia. Entro il 20 dicembre il passaggio definitivo al Senato. Il provvedimento a cui il governo Conte II ha dato il via libera ad ottobre si focalizza su tre punti principali: immigrazione, asilo, soccorso in mare. Vediamo cosa prevede.

 

Ong nel Mediterraneo

Anche se l’idea di criminalizzare il soccorso in mare non trova più spazio è ancora possibile negare l’ingresso alle navi in acque italiane. Cambiano però il regime delle sanzioni e le competenze. Mentre i decreti Salvini prevedevano sanzioni fino a 1 milione di euro “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane” il nuovo testo immigrazione elimina le sanzioni amministrative, compresa la confisca delle navi, e mantiene quelle penali. Le multe sono abbassate da un minimo di 10 mila a un massimo di 50 mila euro e possono essere comminate solo dopo il processo. L’ingresso non può essere negato se le navi hanno rispettato le convenzioni internazionali e hanno comunicato ‘immediatamente’ alle autorità competenti, italiane e dello Stato di bandiera, il loro intervento. La competenza sul divieto di ingresso di navi straniere torna al ministero dei Trasporti. Salvini le aveva avocate al ministero dell’Interno.

 

Protezione internazionale

In materia di protezione umanitaria, la cui dicitura è stata eliminata dai decreti Salvini, si parla adesso di ‘protezione speciale’. In sostanza, è ripristinato il permesso di soggiorno per motivi umanitari che peraltro è già previsto dal testo unico per l’immigrazione del 1998. Durerà due anni. E’ vietata l’espulsione o il respingimento in Paesi dove avvengono torture, ovvero dove ci sia il rischio di trattamenti inumani e degradanti. Ma anche rimpatriare chi ha una vita strutturata in Italia. Il permesso rilasciato per protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori può essere convertito in permesso di lavoro. 

 

Richiedenti asilo

Potranno essere registrati presso le anagrafi comunali in modo da poter accedere a documenti come la carta d’identità e ai servizi. I decreti dell’ex ministro dell’Interno vietavano l’iscrizione. Sull’argomento è intervenuta a luglio una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto.

 

Accoglienza

Si ritorna sostanzialmente al sistema dell’accoglienza diffusa sul territorio nazionale, a bassa soglia, e gestita dai comuni. Il SAI-Sistema di accoglienza e integrazione recupera il meccanismo degli Spraar. Ci rientreranno non solo minori e beneficiari di protezione internazionale, ma anche i richiedenti asilo che i ‘decreti sicurezza’ avevano confinato nei Centri di accoglienza straordinaria. La prima assistenza resta a carico dei centri governativi ordinari e straordinari, poi i percorsi diventano due. Ci saranno servizi di primo livello per l’accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria, sociale e psicologica, la mediazione linguistico-culturale, i corsi di italiano e i servizi di orientamento legale. E servizi di secondo livello per chi è già titolare di protezione internazionale e che comprendono anche l’orientamento al lavoro e la formazione professionale.

 

Cittadinanza

I tempi di attesa che i ‘decreti Salvini’ avevano allungato da due a quattro anni scendono a tre. Resta la revoca del permesso in presenza di condanna definitiva per retati legati al terrorismo. 

 

Centri per il rimpatrio (Cpr)

Le persone prive di regolare permesso di soggiorno continueranno a essere trattenute nei Centri per il rimpatrio (ex Cie). Ma cambiano i tempi: scende da 180 a 90 i giorni il limite massimo per il trattenimento. Che può essere prorogato di un mese se lo straniero è cittadino di un Paese con cui l’Italia non ha accordi in materia di rimpatri. 

 

Le Associazioni

Sollecitano a fare di più perché “non pienamente soddisfatte” le associazioni operanti per i diritti umani. Per tutte la voce di Emergency: il nuovo decreto è “un passo in una direzione di maggior rispetto dei diritti umani, ma siamo ancora lontani da una riforma organica volta a gestire le migrazioni come un fenomeno strutturale e non più emergenziale o di ordine pubblico”.

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