Quirinale

Mattarella: ci sono stati degli errori, ora è il tempo dei costruttori

Il presidente della Repubblica nel discorso di fine anno: “E’ l’ultimo del mio mandato. Vaccinarsi è un dovere”. Sul Recovery: “Non sprecare occasione”.

Mattarella: ci sono stati degli errori, ora è il tempo dei costruttori

Il 2021 deve essere l'anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa”. Sergio Mattarella parla agli italiani per il suo discorso di fine anno in piedi, al piano terra della Palazzina alla Vetrata. Poco più di 15 minuti. Nel suo intervento non c’è solo quella sobrietà che lo contraddistingue da sempre, ma anche l’essenzialità di chi sa che il momento è drammatico e che “avverte la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere” alle concittadine e ai concittadini “un pensiero augurale”. Perché questi “sono giorni in cui convivono angoscia e speranza”. E la pandemia “mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere”.

 

Dal Colle più alto di Roma il presidente si fa portavoce dei sentimenti comuni, del desiderio di “riappropriarci della nostra vita”. “Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete”, dice. “Ad avere ospedali non investiti dall'emergenza. Scuole e università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani”. Ripercorre le tappe dell’emergenza sanitaria in questo anno sciagurato che si chiude e in cui il “virus ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo”: i mesi della “drammatica contabilità dei contagi e delle morti”, poi l’estate che ha portato con sé “l’illusione dello scampato pericolo”. E a ottobre la seconda ondata che ancora non è finita. Non nasconde che “L'Italia ha pagato un prezzo molto alto”. Ma l’invito è alla “memoria di quello che abbiamo vissuto. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà”. E la realtà è che la “pandemia ha scavato solchi profondi nella società, ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri”. Ma c’è dell’altro. E il capo dello Stato si fa carico di riconoscerlo: “la pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese”. E “certamente ci sono stati anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta. Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre”, ammette. Ma sprona a non ignorare “neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese”. 

 

Cita i medici il presidente, cita le forze dell’ordine, cita le istituzioni. Ma non una parola sul governo e sulle forze politiche. Parla di “fiducia” che si costruisce “tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone”. Consapevole che il quadro politico in questo ultimo scorcio del 2020 non ha brillato, rivelando tutte le fragilità e le divisioni del governo e della maggioranza. Che in una stagione così drammatica non poco smarrimento hanno suscitato tra i cittadini. Il suo richiamo però arriva: “la sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti richiama l'unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà. L'Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa”. E avverte: “Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quello che i cittadini si attendono”. Il presidente vuole che i prossimi mesi siano “il tempo dei costruttori” per porre “le basi di una stagione nuova”. E incalza: “Ora dobbiamo preparare il futuro”. 

 

Due sono gli elementi fondamentali per uscire da questa crisi: il vaccino e le iniziative dell’Ue. “Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo. Mai l'Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini”, ricorda Mattarella. In questa emergenza “si è formata, anche con il contributo dei ricercatori italiani, un'alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione”. Il presidente si vaccinerà “appena possibile” ma solo “dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. Vaccinarsi “è un dovere e una responsabilità. Tanto più per chi opera a contatto malati e più fragili”.

 

Un’attenzione particolare il capo dello Stato la riserva all’Europa che “è stata capace di compiere un balzo in avanti” e “non era scontato”.  Alla crisi finanziaria del 2008 “l’Ue rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza”. Adesso “le scelte dell'Unione Europea poggiano su basi nuove. L'Italia è stata protagonista in questo cambiamento”. Saranno il “piano europeo per la ripresa e la sua declinazione nazionale, che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse, a permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all'Italia di crescere come avrebbe potuto”. Mattarella esorta: “cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Ognuno faccia la propria parte”.  

 

Il presidente ringrazia Papa Francesco “per il suo magistero e per l'affetto che trasmette al popolo italiano,facendosi testimone di speranza e di giustizia”. A lui, dice “rivolgo l'augurio più sincero per l'anno che inizia”. Poi ricorda: il 2021 sarà “il mio ultimo anno come presidente della Repubblica”. Un anno che “coinciderà con il primo da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. Sarà la ripartenza al centro di quest'ultimo tratto del mio mandato”. E chiude: “Sarà un anno di lavoro intenso. Abbiamo le risorse per farcela”.

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