L’accesso ai fondi Ue

All’ombra della crisi del Conte bis si salva il Recovery Plan

Mattarella blinda il Piano. Conte: “Dobbiamo correre”. I renziani: “Non è tutto risolvibile con il Recovery”. Domani sera il provvedimento sarà in CdM

All’ombra della crisi del Conte bis si salva il Recovery Plan

I riflettori della politica sono puntati su domani sera quando il Consiglio dei ministri si riunirà per approvare il Recovery Plan. E questa volta sembra che Matteo Renzi non si metterà di traverso sul nuovo documento. Per il Quirinale la priorità resta il varo del Piano italiano che entro un mese dovrà arrivare a Bruxelles se l’Italia vuole assicurarsi la prima tranche di aiuti, pari a 27 miliardi di euro. Negli ultimi giorni la ‘moral suasion’ del presidente Mattarella sarebbe andata in questa direzione blindando la nuova proposta del governo predisposta dal ministero dell’Economia. Solo dopo aver salvaguardato l’accesso ai fondi europei, potrà avviarsi quel chiarimento definitivo tra le forze di maggioranza e il premier che ormai è alle battute finali.  Conte però scongiura la crisi: “Lavoriamo per costruire, il momento è così difficile. Dobbiamo assolutamente mettercela tutta per offrire risposte ai cittadini”, dice ai microfoni del Tg3. E aggiunge: “Dobbiamo correre”. 

 

Per il momento però a correre e a non dare tregua è il virus che si porta dietro, oltre all’emergenza sanitariache in Italia miete un numero altissimo di vittime, una crisi economica che sta mettendo in ginocchio numerosi settori produttivi e intere categorie lavorative. Sul tavolo di Palazzo Chigi ci sono ancora le misure economiche per tamponare le perdite dovute ai lockdown. Ma per emanare un nuovo decreto Ristori il governo dovrà andare di nuovo a debito. Per farlo il Parlamento sarà chiamato a votare un ulteriore scostamento di bilancio per 25 miliardi di euro. In questo quadro si inserisce la crisi che Italia Viva minaccia di aprire da settimane e che ormai è alle battute finali. Fonti di maggioranza riferiscono che il premier stia lavorando ad un maxi rimpasto per salvare l’attuale esecutivo. Ma è improbabile che Renzi possa accontentarsi del cambio di qualche casella, seppure a suo vantaggio, escludendo il passaggio delle dimissioni formali per poi dare vita a un esecutivo rinnovato. Un Conte ter, peraltro, non sarebbe affatto scontato. Il rottamatore potrebbe fino all’ultimo operare per sostituire Conte con un’altra figura politica o istituzionale. Sta di fatto che i toni del senatore di Rignano nelle ultime ore si sono leggermente ammorbiditi. Dal canto suo il Pd tesse da giorni la sua tela per il rimpasto e il patto di legislatura. Goffredo Bettini, stratega dem, ribadisce: “Approvato il Recovery Paln, si tratta di stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura”. Ma Conte non si tocca: “è un punto di equilibrio imprescindibile”. 

 

Iv sembra dunque intenzionata a non ostacolare l'approvazione del Piano di Ripresa. “Approviamo questo benedetto Recovery plan", dichiara oggi Matteo Renzi. Ma aggiunge che il suo partito “attende risposte sul Mes, sulle infrastrutture, su Autostrade. Il premier si dia una mossa. La stabilità non è l'immobilismo, con l'immobilismo il Paese muore e le scuole non riaprono”. Il leader di Italia Viva, insomma, accetta il Recovery, ma non rinuncia del tutto a picconare il governo. Fa sapere che le dimissioni delle ministre renziane restano sul tavolo e sulla sua candidatura al segretariato generale della Nato glissa così: “La Nato la decide Biden nel maggio del 2022, adesso ha altri problemi e non è un’ipotesi”. Ma per la ministra Teresa Bellanova “non e tutto risolvibile con il Recovery. A luglio anche gli altri partiti" di maggioranza avevano chiesto “un approfondimento programmatico, Conte si era impegnato, entro novembre, per un nuovo programma di governo, ad oggi non abbiamo né l'uno né l'altro”. 

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