La crisi della politica

L’operazione Draghi spiazza e mette in subbuglio tutti i partiti

Domani al via le consultazioni. Oggi riunioni delle forze politiche. Il Pd lavora per tenere uniti i giallorossi. Nel centrodestra non c’è unità d’intenti

L’operazione Draghi spiazza e mette in subbuglio tutti i partiti

Che la decisone del presidente Mattarella di affidare l’incarico di formare un nuovo governo a Mario Draghi abbia sorpreso, e non poco, le forze politiche e parlamentari è palese. Ne è prova lo scompiglio che l’operazione del Quirinale ha portato nelle dinamiche interne dei partiti, di opposizione come dell’ex maggioranza. Si alterano vecchi equilibri e se ne cercano di nuovi.

 

Il terremoto di magnitudo più alta lo registra la coalizione giallorossa, già priva ormai della gamba renziana. La preoccupazione più grande di queste ore del Partito democratico sembra quella di preservare l’alleanza con il Movimento Cinquestelle che mai come adesso rischia di naufragare. “Non si butta a mare l’unico schema che può battere la destra”, dice il visir Goffredo Bettini. Più articolato il ragionamento dell’ex capodelegazione, Dario Franceschini. In un’intervista all’Huffington Post non solo è il primo del Pd a uscire dalle secche del detto-non detto e ad appoggiare apertamente Draghi. Ma chiede anche ai pentastellati, non disponibili a votare la fiducia all’ex presidente Bce, di fare lo stesso. Un appello che va di pari passo con la necessità di “salvare la prospettiva dell’alleanza strategica”.  Ricorda Franceschini che “l’operazione nell’agosto del 2019, così improbabile, così difficile, come l'incontro tra forze per certi versi opposte nacque per senso di responsabilità”. Si dice “fiducioso che la riflessione renda possibile domani ciò che oggi appare complesso”. Poi il ministro uscente della Cultura si spinge oltre. E serve a Conte un assist per tirarlo dentro lo schema delle scelte politiche del Movimento. “Sarà Conte il primo e più convinto sostenitore di Draghi”, dichiara. Un modo, se l’ex premier raccogliesse, di portarlo a pieno titolo nella trattativa per il nuovo esecutivo. Legittimandolo come leader e facendo leva sulla sua plausibile capacità di portare il Movimento su posizioni più concilianti. 

 

In serata è previsto l’incontro in videoconferenza di Pd, M5S e Leu. Una riunione voluta da Zingaretti per verificare se ci sono le condizioni “per aprire una fase nuova”. La strada non è in discesa. Ma Di Maio apre: Il Movimento resti compatto. Sì a Draghi, ma governo sia politico. Con Pd e Leu non possiamo rompere”.  Intanto, nel pomeriggio, si è riunito il centrodestra. Ancora non si sa se andrà unito alle consultazioni del presidente incaricato che dovrebbero cominciare domani a Montecitorio. Salvini assicura: “Da settimane sto lavorando per tenere unito il centrodestra e se Conte e Casalino sono andati a casa è anche per la compattezza che abbiamo mostrato. E’ chiaro che ci sono idee diverse. Da segretario del primo partito devo cercare di fare sintesi. Ognuno ha le sue idee, ma andiamo ad ascoltare”. Il leader del Carroccio: vuole “prima ascoltare e poi dare un giudizio”, ma la “via maestra resta quella delle elezioni”. Fuori dal coro la Meloni ribadisce: “Non c’è alcuna possibilità di un sostegno di Fratelli d’Italia a Draghi”. Più conciliante Berlusconi: Draghi “è una personalità di altissimo profilo. Valuteremo insieme cosa fare”.

 

Oggi Draghi dopo aver ricevuto l’incarico da Mattarella si è recato prima dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e poi dal presidente della Camera, Roberto Fico. A seguire ha incontrato per un colloquio durato più di un’ora il premier uscente Giuseppe Conte. Giornate intense aspettano l’ex governatore della Banca d’Italia. Il quadro politico è ancora confuso. C’è preoccupazione e l’esito non è scontato.

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