Il caso Cogne

Annamaria Franzoni in tribunale: “Basta parlare dei fatti di Cogne”

Dopo 19 anni nella stessa aula del processo sulla morte del figlio. Intanto è aperto il contezioso con l’ex avvocato Taormina, a cui deve 450mila euro

Annamaria Franzoni in tribunale: “Basta parlare dei fatti di Cogne”

Giaccone blu con cappuccio a coprirle la testa e il viso, passo deciso e al suo fianco l’avvocato, che ha tentato di tenere alla larga i giornalisti curiosi. Così Annamaria Franzoni è tornata, dopo 19 anni, in quello stesso tribunale dove è iniziato il processo per la morte del figlio Samuele, avvenuta il 30 gennaio del 2002 nella villetta di Cogne, e per il quale la donna è stata condannata in via definitiva a 16 anni, con una sentenza confermata dalla Cassazione il 21 maggio del 2008.

“Non abbiamo nulla da dichiarare” ha commentato il legale, che ha accompagnato la Franzoni in aula per un altro processo, quello che la vede parte civile per violazione di domicilio e che ha come imputati una giornalista e un cameraman. Dure le parole della donna in aula.

 

Franzoni: “Turismo macabro”

La madre del piccolo Samuele ha chiesto che sulla sua vicenda cali il silenzio, dicendosi “seccata” che se ne parli ancora e ha denunciato il “turismo macabro” nella villetta dove all’epoca dei fatti viveva con la famiglia. Ha anche detto di temere che gli estranei che in questi anni sono entrati nell’abitazione possano alimentare atti emulativi da parte di altre persone, ricordando anche come dalla casa siano stati portati via alcuni oggetti, come un termometro.

 

L’intrusione nella ex casa di Cogne

La Franzoni è tornata in aula in riferimento a un servizio tv andato in onda a dicembre del 2019 e di cui era stata avvisata da alcuni parenti e amici. La donna aveva notato che per realizzato una troupe televisiva era entrata nelle pertinenze dello chalet, aggirandosi tra il balcone e il cortile. Da qui l’iniziativa della denuncia (con udienza rinviata per l’esame di due imputati) per evitare che si ripetano altre intrusioni, nonostante l’immobile sia sottoposto a pignoramento per un contenzioso con l’ex avvocato, Carlo Taormina.

 

La “villetta degli orrori”: il pignoramento e il blocco dell’asta

Proprio la ex abitazione è al centro di un contenzioso che vede coinvolto l’ex avvocato della Franzoni, Carlo Taormina, che vantava un credito di 275mila euro per il mancato pagamento degli onorari per la sua difesa. La cifra è poi arrivata a 450mila euro nell’atto di pignoramento dell’immobile. Lo scorso novembre il tribunale di Aosta aveva disposto la vendita all’asta dell’abitazione, che si sarebbe dovuta svolgere il prossimo 19 febbraio con una base di 626mila 475 euro. L’udienza è stata però sospesa dopo che lo stesso Taormina, in quanto credito, non si è opposto allo stop chiesto (ma inizialmente respinto dal Tribunale) da Annamaria Franzoni e dal marito, Stefano Lorenzi. E’ molto probabile, dunque, che la trattativa tra le parti stia proseguendo.

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