Primi 100 giorni di Biden

Stati Uniti preannunciano rientro nel Consiglio Diritti Umani dell’ONU

Atteso l’annuncio ufficiale del Segretario di Stato Antony Blinken sul ritorno degli USA al tavolo del Consiglio. Come “osservatori”, puntano a riformarlo.

Stati Uniti preannunciano rientro nel Consiglio Diritti Umani dell’ONU

Tra gli impegni presi da Joe Biden nel corso della sua campagna elettorale c’è quello la riconciliazione tra l’Amministrazione USA e il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Una mossa strategica che, in primis, permetterebbe a Washington di promuoverne la revisione.

Stando a quanto pubblicato anche da alcuni media europei, un alto funzionario del Dipartimento di Stato avrebbe affermato, tuttavia, che è imminente una dichiarazione ufficiale per informare che gli Stati Uniti intendono tornare al Consiglio, che ha sede a Ginevra, ma solo come “osservatori”.

 

Il ritorno dopo 3 anni fuori dal sistema

I “100 giorni” dall’inizio del mandato del neo Presidente non sono ancora trascorsi, eppure gli Stati Uniti si apprestano a formalizzare la richiesta di membership a quella stessa organizzazione che con Donald Trump avevano abbandonato nel 2018. Come diffuso dal New York Times, l’annuncio ufficiale che conferma questo “ritorno” è atteso per oggi, ma è già in un tweet di ieri che il Segretario di Stato Antony Blinken anticipa che, “quando funziona”, la politica ONU del Consiglio per i Diritti Umanipunta i riflettori sui Paesi con i peggiori precedenti in materia di diritti umani e può fungere da faro per coloro che lottano contro l'ingiustizia e la tirannia. Ecco perché gli Stati Uniti sono tornati al tavolo”...e sarebbero pronti a riformare le regole che lo governano.

Motivi della rottura e nuove ambizioni

Fonti e media ‘a stelle strisce’ riportavano che l’Amministrazione Trump si fosse ritirata improvvisamente e inaspettatamente dal Consiglio per via di controversie su decisioni, considerate “di parte”, contro Israele e per mancanza di riforme istituzionali. Nonostante il cambio di ai vertici della Casa Bianca,  i decision-maker statunitensi rimangono ancorati all’idea di chi lo ha preceduto: ossia che la riforma rimanga necessaria.

I delegati USA, al momento, possiedono uno status di osservatore senza diritto di voto e intendono ora mirare ad uno dei tre seggi come membri a pieno titolo del gruppo di lavoro “Europa occidentale e altri Stati" occupati attualmente da Austria, Danimarca e Italia. I 193 membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbero eleggere nuovi membri al Consiglio entro la fine del 2021. La scelta finale viene effettuata in una votazione che (generalmente) si svolge in ottobre per coprire i posti vacanti di durata triennale presso il Consiglio dei 47 Stati membri.

 

A Ginevra, rilancio del dibattito sui diritti umani

Il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani è stato istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 15 marzo 2006 per sostituire la Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani: un organismo che ha subito forti critiche per aver consentito di diventare membri ad alcuni Governi con performance preoccupanti e scarsi risultati nell’impegno profuso in materia di diritti umani.

L’avvio della prossima sessione del Consiglio dei 47 componenti dovrebbe essere in programma per fine febbraio per riprendere il dialogo (o riaccendere i dibattiti) sulle questioni urgenti rimaste in sospeso (e su cui l'Amministrazione USA esercita il suo peso) e le politiche trattate da Ginevra.

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