L’impatto in dati

“Plus” dell’Italia su fondi di coesione Ue per misure anticrisi CRII+

Con oltre 5,5 miliardi di euro, è il Paese che ha riprogrammato l’importo più alto di fondi strutturali dell’Ue contro l’emergenza economico-sanitaria.

“Plus” dell’Italia su fondi di coesione Ue per misure anticrisi CRII+

Ad aprile 2020, la Commissione Ue ha lanciato due pacchetti di misure, rapidamente adottate dall’Europarlamento e dal Consiglio europeo: la Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e la Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+). Servono a mobilitare la politica di coesione per far fronte alla crisi e mitigarne gli effetti devastanti, reindirizzando le risorse ove sono più necessarie. Tra le manovre “flessibili”, ad esempio, c’è il trasferimento di finanziamenti Ue non assegnati tra fondi e categorie di Regioni, l’aumento immediato della liquidità per migliorare il cash flow e l’opzione per alzare il tasso di co-finanziamento dell’Ue al 100% per il periodo contabile 2020-2021 ai Programmi operativi modificati. Tutta questa serie di misure sono state integrate il 27 maggio scorso dal REACT-UE. L’Italia ne è il maggior beneficiario (10,7 mld) seguita dalla Spagna (10,2). Le assegnazioni sono concentrate sui Paesi in cui, quando è stato concepito il programma, era stato rilevato un più forte impatto socio-economico

 

Riprogrammazione fondi strutturali: Italia tra i virtuosi

La straordinarietà del CRII+ è che le autorità nazionali preposte alla gestione dei fondi possono trattenere quelli che non sono stati spesi, invece che rimborsarli al termine dell’esercizio contabile. Il “plus” si attesta - complessivamente – attorno ai 7,6 miliardi di euro di pre-finanziamenti da destinare alla risposta al coronavirus e relative azioni di sostegno all’economia. A beneficiare di questo sistema sono stati (per lo più) Polonia, Spagna e Italia. 40 programmi (sui 51 totali) fanno capo, nel nostro Paese, alla politica di coesione. Il che suggerisce come siano quindi stati interamente finanziati – seppure in via temporanea - con risorse solo europee.

Dai dati diffusi da Bruxelles in merito alle performance di CRII e CRII+, emerge che l’Italia, con oltre 5,5 miliardi di euro, è il Paese che ha riprogrammato il più alto importo di fondi strutturali europei per reagire all’emergenza del covid-19. La virtù sta nell’aver modificato quasi tutti i PO, privilegiando soprattutto gli interventi a forte spinta economico-produttiva. Ha destinato più di 2,8 miliardi alle imprese (soprattutto, nel Mezzogiorno attraverso sovvenzioni per 626 milioni), ai prestiti agevolati (2,2 mld) per più di 145.000 PMI. A questo si aggiungono i 1,4 miliardi per riprogrammare il sistema sanitario (le Regioni che hanno mobilitato più risorse verso questo settore sono Lazio, Lombardia e Campania). Insomma, è all'Italia che va il plauso per la capacità e rapidità con cui ha riprogrammato l’importo più elevato in Ue, per un totale di oltre 1,3 miliardi di euro.

 

 

Impatto di CRII e CRII+: sguardo alle cifre complessive

L’obiettivo principale degli investimenti è per il settore sanitario (acquisto dispositivi di protezione individuale, finanziare i test, supporto alle forniture di attrezzature mediche aggiuntive agli ospedali, ecc.); poi tocca alla produzione e ai servizi (iniettando capitale circolante alle PMI, facilitando la digitalizzazione, creando o riprogettando gli strumenti finanziari); infine, ci sono i programmi di mantenimento dell’occupazione a sostegno dei gruppi vulnerabili.

 

A partire dall’11 marzo 2021, i dati principali sul volume delle risorse mobilitate dall’Ue sono i seguenti:

  1. Riprogrammazione: 7,2 miliardi di euro in riallocazioni dell’Ue per azioni sanitarie, con un aumento netto di 6,9 miliardi di euro; 11,1 miliardi di riallocazioni nel sostegno alle imprese, con un aumento netto di 3,6 miliardi; 3,4 miliardi di sostegno diretto ai cittadini, compresi i lavoratori e i gruppi vulnerabili.

    • Finanziamento e regole modificate: aumento immediato della liquidità di 7,6 miliardi; Ad oggi, 170 programmi della politica di coesione hanno optato per il co-finanziamento Ue al 100%; sono stati trasferiti 5,7 miliardi di euro tra fondi e tra categorie di Regioni.

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