Gli accordi col Nord-Africa

Migranti, Lamorgese in Tunisia con la commissaria europea Johansson

Roma punta su diplomazia e azioni congiunte con Bruxelles per frenare gli sbarchi illegali. La titolare degli Interni Ue: “Saremo al fianco dell’Italia”

Migranti, Lamorgese in Tunisia con la commissaria europea Johansson

E’ sulla diplomazia che il governo Draghi conta per il dossier migranti. Il fronte è duplice: da un lato l’esecutivo guidato dell’ex numero uno della Bce spinge perché Italia e Unione europea si muovano preferibilmente insieme per concludere accordi con Libia e Tunisia, i due Paesi del Nord Africa da cui proviene la maggior parte degli sbarchi illegali. Dall’altro, agisce sugli organi di governo europei per un’accelerazione, non facile, relativa a una ridistribuzione che possa aiutare Roma a fronteggiare le emergenze. Ma senza perdere di vista l’obiettivo principale: l’Europa deve concludere l’iter per una riforma delle politiche migratorie, in cui i ricollocamenti cessino di essere su base volontaria e diventino obbligatori per gli Stati membri.

 

Oggi, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese è in Tunisia insieme alla commissaria europea agli Affari Interni, la svedese Ylva Johansson, per incontrare il presidente Kais Saied, il premier e ministro dell’Interno ‘ad interim’ Hichem Mechichi e il titolare degli Affari esteri, Othman Jerandi. I colloqui con i massimi rappresentanti istituzionali del paese nordafricano serviranno a definire le basi di un accordo di ampia portata per garantire sostegno economico a Tunisi. E, allo stesso tempo, contrastare la piaga del traffico di esseri umani che le organizzazioni criminali portano avanti senza scrupoli. Lo scopo è alimentare invece i canali regolari di arrivo In Italia e, dunque, in territorio europeo.

“L'Ue deve lavorare con i Paesi partner per ridurre le partenze irregolari, gestire la migrazione ed esaminare le cause, in particolare le conseguenze economiche della pandemia”, dice la Johansson. Che in un’intervista al quotidiano La Repubblica assicura che la Commissione Ue è al lavoro “per mettere in piedi un sistema di ridistribuzione provvisorio dei migranti per aiutare l’Italia ad affrontare l’estate”.

 

Dagli ultimi dati, aggiornati al 18 maggio, che ieri Lamorgese ha comunicato durante l’audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen,sono 13.358 i migranti arrivati in Italia via mare nel 2021, con un picco di 3.500 a maggio: la maggior parte, 8.987 è partita dalla Libia, segue la Tunisia con 4.041. Circa mille da Grecia e Turchia”.  La titolare del Viminale, che “la settimana prossima vedrà le Ong” impegnate nel soccorso in mare (un primo incontro c’era già stato l’anno scorso), lavora da tempo alla stipula di accordi bilaterali con i Paesi convolti, Libia e Tunisia in primis. Ma la situazione politicamente instabile dei due Stati, e la crisi economica aggravata dalla pandemia, hanno rallentato finora il corso della diplomazia.

La visita congiunta italo-europea di oggi è un passo in avanti e segue la missione dello scorso agosto cui partecipò anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Bruxelles, stavolta, sembra intenzionata a fornire all’Italia la “solidarietà” di cui ha bisogno per gestire gli sbarchi, anche quando fisiologicamente aumenteranno. Sul tavolo resta però la riforma europea delle politiche migratorie “con i ricollocamenti obbligatori” che, dice la Johansson, “è essenziale”.  

 

Intanto, il dibattito interno alla maggioranza sul capitolo immigrazione è tutt’altro che pacifico. Ieri screzi al comitato Shengen ci sono registrati tra la ministra dell’Interno e la Lega. Ed è sempre il partito di Matteo Salvini, che ha fatto dei migranti il cavallo di battaglia per la ricerca di consenso, ad accendere lo scontro negli enti locali. Il leader del Carroccio fa sapere che le Regioni governate dal centrodestra non intendono più accogliere migranti senza una ripartizione delle quote a livello europeo. Nella conferenza delle Regioni odierna si dovrebbe parlare anche di questo. 

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