L’Italia campione d’Europa

L’orgoglio azzurro di Mattarella e Draghi fuori dalla formalità

La Nazionale al Quirinale e Palazzo Chigi. La gioia sincera dei vertici dello Stato e quel gesto del premier che esce dal portone e va incontro ai giocatori

L’orgoglio azzurro di Mattarella e Draghi fuori dalla formalità

È festa, è gioia pura. L’emozione della vittoria azzurra arriva nel cuore delle istituzioni del Paese. Prima il capo dello Stato, Sergio Mattarella, poi il premier, Mario Draghi, accolgono il team di Roberto Mancini sganciandosi dalla formalità delle loro sedi, per stringersi in un sentimento corale di unità nazionale e orgoglio sincero.

 

Il Quirinale, Palazzo Chigi, la folla in strada. Un unico filo unisce in una giornata speciale il rientro in Italia della Nazionale di calcio. Quella coppa, il trofeo conquistato a Londra, è più di una vittoria calcistica. È un respiro dopo l’apnea, è la speranza ritrovata dopo il vuoto e lo sconcerto. Lo sa Mattarella e lo sa Draghi. Quei ragazzi che hanno vinto gli Europei sono figli dell’Italia che guarda avanti. Il titolo se lo sono sudato con grinta e allegria.

 

Il presidente della Repubblica lo dice con chiarezza: “Avete pienamente meritato di vincere, ben oltre i rigori”. E ringrazia tutti perché “quella seconda parata dell’ultimo rigore ha reso felici milioni di persone. E non soltanto in Italia”. Sì, perché questa squadra che si è identificata nel suo capitano, il trentasettenne Giorgio Chiellini, ha mietuto consensi in tutta Europa. Ed è stata ammirata anche al di là dell’Atlantico. Numerosi i giornali stranieri che hanno dedicato le prime pagine alla vittoria azzurra agli Europei, a volte persino titolando in italiano.

 

Quello di Roma è un pomeriggio che si colora di cori, striscioni, canti. Quando il torpedone con a bordo i campioni d’Europa arriva a Piazza Colonna il premier Draghi rompe il protocollo. Esce dal portone di Palazzo Chigi, va incontro alla squadra. Stringe la mano a Chiellini, che alza la coppa al cielo ancora una volta, e a Matteo Berrettini, primo tennista italiano finalista a Wimbledon. Ma il suo è anche un andare verso la gente, un gesto dalla forte carica simbolica.

 

Poco dopo, la celebrazione nel cortile della sede del governo: vibrante, intensa. “Lo sport insegna, unisce, fa sognare”, dice il presidente del Consiglio. “È un ascensore sociale, un argine al razzismo, strumento di coesione soprattutto nei momenti difficili come quelli che abbiamo vissuto”. Sottolinea: “Ci avete reso orgogliosi di essere uniti. Lo sport segna in maniera indelebile la storia delle nazioni. E oggi siete voi a essere entrati nella storia, con i vostri sprint, i vostri servizi, i vostri gol e le vostre parate”.

 

Poi si interrompe, cerca con lo sguardo Gigio Donnarumma. “Dove stai?”, chiede. E sorridendo, senza nascondere la soddisfazione, evidenzia: “E che parate...”. Scatta l’applauso tra i presenti per il portiere italiano, giudicato il miglior giocatore di tutto il torneo. Il “saluto collettivo”, il “ringraziamento profondo” alla squadra che non ha perso una partita arriva da tutto il governo, anche a nome dello “staff di Palazzo Chigi affacciato alle finestre”.

 

I vostri successi sono stati straordinari. Ci avete messo al centro dell’Europa, come dimostrano i messaggi di ringraziamento arrivati anche a me in queste ore”, aggiunge Draghi. Che alla Nazionale e a Berrettini parla con sincera riconoscenza. Ringrazia le famiglie: “vi hanno sostenuto, vi hanno incoraggiato, sono state pazienti”. Infine quell’augurio agli atleti italiani che parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo: “Abbiamo tanta voglia di vivere altre notti magiche”.

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