Diritti femminili

Donne alla Mecca da sole, cade il tabù in Arabia Saudita. La svolta

È una novità assoluta: non occorrerà avere un “accompagnatore” uomo. Un traguardo, anche se le sfide verso l’emancipazione femminile sono ancora tantissime

Donne alla Mecca da sole, cade il tabù in Arabia Saudita. La svolta

ÈTra luci e ombre, tra piccoli passi avanti e qualcuno indietro, prosegue l’emancipazione femminile in Arabia Saudita dove, per la prima volta, le donne potranno recarsi alla Mecca senza un “accompagnatore” uomo.


L’occasione è offerta dall’hajj, il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca, uno dei cinque pilastri dell'Islam e un obbligo che ogni fedele deve compiere almeno una volta nella vita, se le sue condizioni fisiche ed economiche glielo permettono.

 

Sono molte le donne che avrebbero voluto prendere parte al pellegrinaggio, ma finora potevano farlo solo se accompagnate da un uomo. Grazie a un provvedimento varato il mese scorso, invece, l'Arabia Saudita ha permesso di far cadere un tabù, decidendo di consentire per la prima volta che le fedeli possano prendere parte all'hajj da sole.

 

Il primo haji con le donne “sole”

L’occasione, dunque, è storica, anche se i posti a disposizione sono limitatissimi: solo 60 mila complessivi, a fronte dei 2 milioni di partecipanti degli anni scorsi, a causa delle restrizioni legate alla pandemia Covid.

 

Molte, però, le donne che hanno presentato la domanda per l’accesso fin dalle scorse settimane e non appena ne hanno avuto la possibilità per legge, senza dover essere “accompagnate” da un uomo fino alla Kaaba, l'enorme pilastro nero al centro della grande moschea della Mecca, primo luogo sacro dell'Islam.

 

Niente più Mahram

Quella di poter partecipare a un rito religioso tanto importanza senza la presenza di un familiare uomo al proprio fianco è una vera conquista per le cittadine saudite e arriva dopo l’annuncio del governo di Riad di cancellazione dell’obbligo di avere un Mahram, un parente di primo grado maschio che fino ad ora era garante e protettore delle donne.

 

La novità rappresenta anche un passo avanti nel percorso di “normalizzazione” dei rapporti tra popolazione femminile e maschile nel Paese arabo, che arriva dopo la possibilità per le donne di poter guidare, decisa nel 2019, e, di recente, anche di poter volare in aereo da sole. La scorsa settimana, inoltre, Abeer Al-Rashed, donna ufficiale dell’esercito, è stata la prima a coordinare una riunione sulla sicurezza relativa il pellegrinaggio stesso alla Mecca.

 

Cosa resta da fare

In realtà molti osservatori fanno notare che, pur trattandosi di un passo importante, restano ancora molte le violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita, che non riguardano solo le donne.

 

Sono molte le attiviste e blogger arrestate per aver denunciato la condizione di subordinazione delle donne nel Paese. Tra loro anche Loujain al-Hathloul, condannata lo scorso dicembre a cinque anni e otto mesi di prigione da un Tribunale penale istituito per processare casi di terrorismo, e rilasciata a febbraio 2021.

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