“Condivido le parole di Berlusconi, il presidente del Consiglio sta lavorando bene e mi auguro che vada avanti a lungo lavorando da presidente del Consiglio”. La stoccata di Matteo Salvini, che mette in chiaro quella che al momento è la posizione della Lega sull’ipotesi che il premier Mario Draghi possa salire al Colle, arriva nel corso della conferenza stampa in cui il segretario federale del Carroccio illustra gli emendamenti alla manovra di Bilancio.
Dunque, Salvini si allinea con Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda che vorrebbero l’ex numero uno della Bce alla guida del governo fino alla scadenza naturale della legislatura. Ma se Lega, Forza Italia, M5s (anche se non per voce del leader Giuseppe Conte) e Azione escono allo scoperto e reclamano Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023, continua a non sbilanciarsi Enrico Letta, segretario del Pd. “Non ho mai visto un Presidente della Repubblica scelto o eletto due mesi prima”, ha detto ieri alla ‘Giornata dell’Ottimismo’ organizzata dal quotidiano il Foglio a Firenze. “La scelta è sempre andata a maturazione nelle ultime due settimane. Continuo a rispettare la moratoria che avevo chiesto un mese fa. Il prossimo presidente - ha aggiunto il capo dei dem - deve essere eletto con una larga maggioranza e un largo sostegno. A maggior ragione questa volta che siamo in una situazione eccezionale con una maggioranza eccezionalmente larga”.
In religioso silenzio resta ovviamente Palazzo Chigi. Il premier non parla della questione Quirinale e tira dritto sulle misure che attendono il via libera dell’esecutivo fino a fine anno. A partire dalla manovra di Bilancio. Da oggi e per tre giorni il presidente del Consiglio incontrerà i partiti di maggioranza per definire i dettagli rimasti in sospeso del disegno di legge che entro fine anno dovrà essere approvato. Ma non sembra esserci unità di intenti su come ripartire i circa 600 milioni di euro messi nella disponibilità del dibattito parlamentare. Ogni delegazione presenterà le sue proposte.
Oggi, come dicevano, Salvini in conferenza stampa ha presentato quelle della Lega. Abbattimento dell’Iva sui generi di prima necessità per gli anni che vanno dal 2022 al 2024, proroga del Superbonus per onlus e unifamiliari, proroga ampia per la rottamazione delle cartelle esattoriali ed estensione della flat tax fino a 100 mila euro di fatturato con aliquota del 20%. Queste le idee del Carroccio che insiste anche sul taglio delle bollette attraverso la messa in campo di risorse appositamente dedicate. Su Superbonus e caro energia favorevole il Movimento Cinque Stelle, che chiede però un maggiore sostegno alle imprese perché sono state ridotte le risorse sulla transizione 4.0. Forza Italia reclama invece più fondi per il cuneo fiscale, per il quale andrebbero aggiunti in manovra 2-3 miliardi da prendere dai risparmi sul reddito di cittadinanza. Sulla necessità di calmierare il costo di luce e gas si schiera anche il Pd. E aggiunge la richiesta di maggiori risorse per la scuola mentre in tema di previdenza pensa a un accesso all’Ape per gli edili che abbiano versato almeno 30 anni di contributi.
Una sintesi delle varie proposte sul tavolo non sarà semplice e se l’intesa dovesse allontanarsi sul Ddl Bilancio potrebbe piovere una valanga di emendamenti che costringerebbe Palazzo Chigi ad avviare un’ulteriore mediazione. Passaggio che Draghi vuole assolutamente scongiurare. L’obiettivo è evitare scontri e procedere speditamente in Aula.