Congo

Omicidio Attanasio, fermati presunti killer dell’ambasciatore italiano

Si tratta di componenti di una banda criminale locale. In fuga il capo della gang. Dubbi sulla dinamica dell’agguato avvenuta in Congo a febbraio del 2021

Omicidio Attanasio, fermati presunti killer dell’ambasciatore italiano

La polizia del Congo ha fermato 6 uomini, mostrandoli alle telecamere. Seduti, con le manette ai polsi dietro la schiena, secondo il comandante della polizia della provincia orientale del Paese, Aba Van Ang, sarebbero membri di "gruppi di criminali che hanno insanguinato Goma". "Tra loro, il gruppo che ha attaccato il convoglio dell'ambasciatore", ha aggiunto il generale Constant Ndima Kogba.

Farebbero parte, dunque, del commando che il 22 febbraio del 2021 tese un’imboscata al convoglio delle Nazioni unite con cui viaggiava l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, rimasto ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha Milambo.

 

L’arresto un anno dopo

I presunti killer sono rimasti impassibili, mentre il capo della gang – chiamata Aspirant - sarebbe in fuga e tuttora ricercato. Gli altri arrestati, invece, apparterrebbero a due gruppi, chiamati Bahari e Balume, ritenuti responsabili di diversi omicidi e di attacchi a scopo di rapina. Secondo l'agenzia Agi che cita il giornalista di France24 Justin Kabumba, "solo due di loro sono i presunti assassini dell'ambasciatore Luca Attanasio, e uno di loro ha confessato". "Inizialmente, non era loro intenzione uccidere Attanasio - ha detto il giornalista, riferendo le parole della polizia durante la conferenza stampa - avevano programmato di rapirlo per chiedere un riscatto di un milione di dollari. Le cose sono andate male, il piano è fallito e i rapitori hanno subito ucciso l'ambasciatore".

 

Le tre inchieste sull’agguato mortale

Il fermo dei 6 presunti killer rappresenta la prima svolta nelle indagini sulla morte di Attanasio. Al momento rimangono aperte ben tre inchieste: una del Dipartimento per la sicurezza delle Nazioni Unite, una delle autorità italiane e una di quelle del Congo.

Non è la prima volta che si parla di arresti nell’ambito del tentativo di individuare i responsabili dell’agguato mortale all’ambasciatore italiano, ma finora non c’erano mai stati riscontri concreti. Ad oggi rimangono molti dubbi sulla dinamica e sui motivi dell’attentato: l'ipotesi privilegiata dagli inquirenti è quella del conflitto a fuoco, seguito a un tentativo di rapimento, con la banda che avrebbe anche agito con armi bianche.

Come denunciato dalla moglie di Attanasio, però, chi ha teso l’imboscata era a conoscenza dei movimenti del marito. Al momento la polizia sarebbe sulle tracce del presunto capo della banda criminale entrata in azione 11 mesi fa: "Sappiamo dove si trova, e speriamo di trovarlo", ha dichiarato il comandante della polizia locale, che non ha fornito dettagli sulle circostanze degli arresti.

 

I dubbi sull’agguato e la mancata scorta

L'agguato al diplomatico avvenne a nord di Goma nel parco del Virunga, patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1979, nella provincia del Nord-Kivu: una regione da sempre ritenuta instabile e pericolosa, al confine con il Ruanda e dove tra il 1998 e il 2003 è avvenuta la cosiddetta “grande guerra africana”.

Attanasio e Iacovacci morirono durante una sparatoria tra i sei assalitori e i ranger del parco, intervenuti dopo aver sentito i colpi esplosi per bloccare il convoglio. Di sicuro resta da chiarire perché ad Attanasio sia stata rifiutata la scorta, chiesta per ben tre volte.

I pubblici ministeri italiani hanno contestato i reati di omesse cautele in relazione al delitto, in base agli articoli 40 e 589 del codice penale, e hanno indagato Mansour Rwagaza, funzionario congolese del Word Food Programm a cui lavorava Attanasio, responsabile della sicurezza del convoglio con cui viaggiavano il diplomatico e Iacovacci.

 

Mattarella e la Croce d’Onore ad Attanasio

A dicembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva conferito la "Gran Croce d'onore" postuma ad Attanasio, promosso ambasciatore di grado dalla Farnesina, mentre pochi giorni fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva scritto al Pam chiedendo "la massima collaborazione con la magistratura italiana" per contribuire a far luce sull'uccisione di Attanasio, Iacovacci e Milambo.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA