Questione da capi

Nella guerra con Conte Di Maio schiera l’ex sindaca Virginia Raggi

Il ministro vede anche la direttrice dei Servizi segreti, Elisabetta Belloni. A che gioco sta giocando il co-fondatore dei 5Stelle? Intanto Fico assiste…

Nella guerra con Conte Di Maio schiera l’ex sindaca Virginia Raggi

E’ una guerra di posizione quella che si sta consumando nel Movimento Cinque Stelle. Tra messaggi espliciti - e altri cifrati - lo scontro tra il leader, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si fa ogni giorno più manifesto. Ieri il titolare della Farnesina ha incontrato l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, con cui insieme al presidente della Camera, Roberto Fico, è componente del Comitato di garanzia dei pentastellati. Che in base allo Statuto ha il potere di sfiduciare il presidente. Poi è stato immortalato in una immagine fotografica a pranzo in un ristorante del centro di Roma con Elisabetta Belloni, direttrice del Dipartimento dei Servizi segreti, il cui nome la settimana scorsa era circolato come papabile al Quirinale. “Persona leale, con lui l’amicizia è sempre più solida”, ha detto del ministro la Belloni. Che a stretto giro ha ricevuto via social la risposta del diretto interessato: “Una professionista straordinaria con un immenso attaccamento alle istituzioni. Condivido pienamente quello che pensa del nostro rapporto”. 

 

Cosa vuole dimostrare Di Maio? L’ex ministro del Mise e ora capo della diplomazia italiana ha voluto di certo sgomberare il campo dall’ipotesi di possibili inimicizie con la direttrice dei Servizi. Che pure tra il sesto e il settimo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica aveva ricevuto l’appoggio di Conte - insieme a quello del capo del Carroccio, Matteo Salvini - e veniva data come possibile candidata alla prima carica dello Stato. Ebbene, pur non avendo dato il suo sostegno, Di Maio ha voluto dare prova che con la Belloni non ci sono né rotture, né attriti. Anzi. Il pranzo e l’attestazione di reciproca stima sono la prova di quanto il ministro abbia instaurato nel tempo buone relazioni con l’alto dirigente. Non solo. L’ex segretario generale degli Affari Esteri dal 2016 a maggio 2021 è simbolo di quella nomenclatura statale con cui il fondatore del Movimento insieme a Grillo e Di Battista, sembra avere dimestichezza e naturale facilità di relazione. 

 

Ma il vero colpo gobbo nei confronti di Conte il ministro lo ha assestato con la ritrovata concordia con Virginia Raggi. In passato i rapporti tra i due non sono stati sempre idilliaci, tuttavia sembra che qualcosa sia cambiato. La loro intesa ha il sapore di una provocazione e anche di un avvertimento nei confronti dell’ex premier. Se non ci fosse la presenza nel Comitato di garanzia del terzo componente, Roberto Fico. Il presidente dei deputati ha sempre svolto un ruolo da moderatore anche nei momenti di massima tensione nelle file 5S, guardando all’unità delle varie componenti come obiettivo primario e condizione di sopravvivenza di una formazione politica ancora priva di solide basi. Difficile credere che a questo obiettivo Fico rinunci in favore di uno dei due contendenti. Di Maio avrà anche dato prova di alleanze strategiche, in grado di mettere in difficoltà una leadership con cui è entrato in competizione sin dal primo momento. Ma se scatena una divaricazione nel Comitato di garanzia metterà in moto anche una guerra tra gli iscritti.

 

Le conseguenze potrebbero essere imprevedibili e portare a una scissione. Sempre se non sia questo il fine del giovane politico di Pomigliano D’Arco. Attenzione però: seppure il vertice di Montecitorio sia per ora barricato nel suo incarico istituzionale, com’è noto spesso tra i due litiganti il terzo gode.

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