L’inchiesta sulla Fondazione Open

Guerra aperta tra Renzi e l’Associazione nazionale magistrati

Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex premier, Boschi, Lotti, Carrai e altri. Il senatore denuncia i giudici. Anm: “Delegittima i pm, inaccettabile”

Guerra aperta tra Renzi e l’Associazione nazionale magistrati

Per Matteo Renzi la Procura della Repubblica di Firenze chiede il rinvio a giudizio a seguito dell’inchiesta sulla Fondazione Open e lui denuncia i magistrati. Il processo è stato chiesto anche per Maria Elena Boschi e Luca Lotti, entrambi parlamentari, per l’amico e imprenditore Marco Carrai, per l’avvocato della Fondazione, Alberto Bianchi. Oltre che per sette imprenditori a vario titolo coinvolti nella vicenda. Quattro le società implicate. Il reato contestato è quello di violazione della legge in materia di finanziamenti ai partiti, a cui si aggiunge l’accusa di corruzione a carico di Lotti e Bianchi. 

 

Immediata la risposta dell’ex premier che reagisce, come dicevamo, firmando una formale denuncia a carico del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e dei due magistrati titolari dell’inchiesta, l’aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi. Renzi sostiene che avrebbero violato l'articolo 68 della Costituzione sulle prerogative dei parlamentari, una legge relativa a questo articolo e commesso abuso d’ufficio. E’ anche pronto a “chiedere i danni in sede civile”. Interviene l’Associazione Nazionale Magistrati: “Le parole del senatore Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open, travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico”.

 

L’Associazione parla in un comunicato ufficiale di “inaccettabili comportamenti”. E aggiunge che i pm “hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo”. Anche Magistratura Indipendente interviene: “I provvedimenti giudiziari sono basati su prove e su motivazioni, ma invece di esaminare le prime e di criticare le seconde si preferisce attaccare le persone fisiche che li hanno pronunciati. Rifiutiamo la dialettica basata sull’argomentum ad hominem, che è propria di chi non ha altri argomenti”.

 

Il riferimento è alle parole pronunciate dall’ex inquilino di Palazzo Chigi nel corso della trasmissione ‘Porta a Porta’. “Io non ho commesso reati”, dice Renzi intervistato da Bruno Vespa, “spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso”. Questo “è un processo sulla politica” e i pm che hanno chiesto il rinvio a giudizio “non sono credibili”. Renzi legge in tv il contenuto del provvedimento disciplinare emesso dal Consiglio Superiore della Magistratura contro Creazzo per abusi sessuali e parla dell’accusa a Nastasi di aver inquinato la scena del crimine della stanza di David Rossi. Stamane dai microfoni di Radio Leopolda continua ad attaccare: “L’Anm dice che è intollerabile quello che ho detto sui magistrati? La mia vita è stata scardinata con un dolore personale e familiare di cui non parlo. La magistratura è stata screditata non da quello che ho detto io ma da quello che ha fatto Creazzo”. Dunque, uno scontro frontale e mediatico quello lanciato dal parlamentare. 

 

Al centro l’inchiesta su Open che, secondo i giudici, agiva come “articolazione politico-organizzativa” e che Renzi stesso avrebbe diretto. Le indagini si sono concentrate su un filone di finanziamento per la corrente renziana del Pd di circa 3,5 milioni di euro. Soldi che sarebbero stati ottenuti in “violazione della normativa” vigente. L’accusa punta il dito anche su due episodi di corruzione a carico di Luca Lotti e che coinvolgono la British American Tobacco e la Toto Costruzioni. L’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio si sarebbe adoperato per favorire l’approvazione di disposizioni normative in favore delle due società.  Ora si attende l’udienza preliminare il prossimo 4 aprile. 

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