Crisi ucraina

Stop voli civili sul Mar Nero, armi dalla Lituania. Ora tocca a Scholz

Oggi il Cancelliere tedesco incontra a Kiev il presidente ucraino Zelensky, domani vola a Mosca da Putin. Il Cremlino: “Dagli Usa isteria militarista”

Stop voli civili sul Mar Nero, armi dalla Lituania. Ora tocca a Scholz

Le speranza di scongiurare un possibile attacco russo o il passaggio alle armi, che coinvolgerebbe diversi paesi europei e non è ora nelle mani di Berlino. Dopo i tentativi statunitensi, con colloqui telefonici a vari livelli, e quelli francesi, ora tocca alla Germania. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, incontra oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, poi domani sarà a Mosca per parlare con Vladimir Putin.

Nelle scorse ore si è consultato con Angela Merkel, forse la maggior conoscitrice proprio di Putin, colei che in passato aveva mediato spesso con il capo del Cremlino nei momenti di maggiore tensione.

Intanto da oggi i cieli sopra il Mar Nero sono off limits per gli aerei civili, a causa del rischio elevato in concomitanza anche con le esercitazioni russe al confine con la Bielorussia. Il tutto mentre sono in arrivo munizioni dalla Lituania e sostegno economico dalla Germania.

 

La missione della Germania tra minacce e diplomazia

L’obiettivo è riuscire là dove finora gli altri hanno fallito, ossia riportare la situazione sotto controllo, dopo l’escalation recente. Ci prova il Cancelliere tedesco, Scholz, mentre il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, appena rieletto, ha lanciato un messaggio molto duro a Mosca: "Faccio un appello al presidente Putin: sciolga il cappio attorno al collo dell'Ucraina. Si unisca a noi nella strada che porta alla preservazione della pace in Europa e non sottovaluti la forza della democrazia".

La Germania, inoltre, è pronta a nuovi aiuti economici (ma non all’invio di armi) a Kiev dopo lo stanziamento di 200 milioni di euro negli ultimi anni.

La Lituania, invece, ha già fatto arrivare in Ucraina missili antiaerei. Complessivamente da Usa, Regno Unito, Polonia e altri Paesi della Nato sono già arrivate oltre duemila tonnellate di armi e munizioni.

 

Biden a colloqui con Zelensky

Intanto, nella girandola di colloqui incrociati delle ultime ore, che segue quella delle ultime settimane, Joe Biden è tornato a parlare con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo aver avuto una telefonata di un’ora sabato con Vladimir Putin. A Kiev è stato ribadito il proprio sostegno e quello degli alleati e partner che – ha detto - "risponderanno in modo rapido e deciso" a una eventuale aggressione della Russia. A Mosca, inoltre, il capo della Casa Bianca ha ribadito: “se invadete la pagherete cara”. Il Pentagono ha fatto sapere che il colloquio di sabato tra Biden e Putin non è stato così produttivo che sembrava in un primo momento e che il “tempo per la diplomazia si sta riducendo”.

Il leader ucraino ha chiesto a Biden di recarsi in visita nel Paese, insieme a un incontro con Mosca entro 48 ore, insieme agli altri firmatari del Documento di Vienna. Ma nel frattempo gli osservatori dell’Osce hanno ricevuto indicazioni per lasciare l’Ucraina, così come accaduto per il personale diplomatico internazionale nelle ultime ore, compreso quello italiano non indispensabile. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato, poi, il segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, che ha detto: “C'è profumo di Monaco nell'aria”, riferendosi alla conferenza di pace del 1938 in cui Francia e Regno Unito cercarono invano un’intesa con Hitler prima della Seconda guerra mondiale.

 

Russia: “Isteria militarista americana”

Immediata la risposta della Russia, che ha bollato quella statunitense come “isteria militarista”. Frena anche Kiev, con un lapidario “paragone azzardato”. Mentre il Canada ha deciso il ritiro di parte dei propri militari dall’Ucraina, da oggi i cieli sopra il Mar Nero sono off limits ai voli civili in concomitanza con un’esercitazione russa che, secondo l'agenzia di stampa Ria Novosti vede impegnate oltre 30 navi da guerra russe vicino alla penisola di Crimea.

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