La guerra in Ucraina

Call Xi Jinping, Macron, Scholz: la Cina ora “deplora la guerra”

Pechino oggi dice qualcosa in più, chiede “massima moderazione” e di “ridurre impatto sanzioni”. Intanto a kiev bombe russe cadono sui corridoi umanitari

Call Xi Jinping, Macron, Scholz: la Cina ora “deplora la guerra”

Non si ferma la carneficina di civili ucraini e perfino le missioni dei corridoi umanitari non riescono ad andare in porto. Secondo quanto riferisce il portavoce del ministero degli esteri di Kiev, il “cessate il fuoco” è stato “violato” da Mosca e “le forze armate russe stanno bombardando il corridoio umanitario che va da Zaporizhzhia a Mariupol. Otto camion più trenta autobus pronti per portare aiuti umanitari a Mariupol ed evacuare i civili a Zaporizhzhia”. Di ora in ora l’emergenza umanitaria in Ucraina si fa più drammatica, mentre la diplomazia non sembra fare passi avanti sostanziali. Oggi qualche elemento di novità, da prendere comunque con le pinze, arriva dal fronte cinese. 

 

Per chi conta sull’appoggio di Pechino per convincere Vladimir Putin a un passo indietro, o quanto meno ad una tregua che possa consentire negoziati ad armi ferme, oggi è stata un’altra giornata di parole enigmatiche ma a cui a un certo punto se ne sono aggiunte altre più nette. Nel corso del colloquio via video tra il presidente cinese Xi Jinping, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ha chiesto “massima moderazione” sulla crisi ucraina e di “lavorare insieme” per ridurre le conseguenze della crisi, bocciando le sanzioni “che avranno un impatto negativo sulla stabilità della finanza globale, dell’energia, dei trasporti e delle catene di approvvigionamento” e che trascineranno “al ribasso l’economia mondiale, che è sotto il pesante impatto della pandemia” del Covid-19.

 

Le sanzioni, ha detto il presidente cinese, “saranno dannose per tutte le parti”. In un mondo globalizzato le conseguenze delle misure adottate contro la Russia sembrano preoccupare molto Pechino, oggi potenza mondiale, non solo dell’emisfero orientale, con l’attenzione rivolta più al potere economico-finanziario che non a quello politico. Questo non significa che il Gigante asiatico consideri quest’ultimo poco rilevante, semplicemente pensa che sia una derivazione del primo e non viceversa. 

 

Ma come dicevamo la posizione cinese ad un certo punto sembra essere stata più esplicita rispetto ai giorni passati. La situazione ucraina viene definita “preoccupante” e la Cina “deplora profondamente” la guerra in Europa. Xi Jinping ha detto di rispettare la “sovranità e l’integrità di tutti i Paesi”, ma anche le “legittime preoccupazioni in materia di sicurezza. Tutti gli sforzi per la soluzione pacifica dovrebbero essere supportati”, ha aggiunto. Un colpo al cerchio e uno alla botte a conferma che la Cina intende destreggiarsi tra Russia e Occidente senza rinnegare l’amicizia strettissima che la lega a Vladimir Putin. Un gioco delle parti che così com’è non può essere sufficiente a sbloccare alcunché, tanto meno una crisi della portata di quella che si è aperta nel cuore dell’Europa.

 

Intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ribadito nel corso di un’intervista alla Abc: “Non siamo pronti ad accettare ultimatum. Bisogna che il presidente russo Vladimir Putin cominci a parlare, inizi il dialogo, invece di vivere nella sua bolla informativa priva di ossigeno. Penso che sia lì, in questa bolla”. I colloqui ripresi ieri tra Kiev e Mosca sono sostanzialmente fermi. Quello che Mosca continua a chiedere è una resa incondizionata.

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