La rincorsa dei prezzi

Galoppa l’inflazione, mai così alta da 30 anni. Cosa aspettarsi

Visco, Bankitalia: “Il conflitto russo-ucraino produrrà effetti sociali ed economici”. Intanto oggi a Francoforte si chiude il Programma di acquisti Pepp

Galoppa l’inflazione, mai così alta da 30 anni. Cosa aspettarsi

L’Istat fornisce il suo bollettino mensile sul caro vita ed emerge che l’inflazione accelera ancora per il nono mese consecutivo, raggiungendo un tetto che non si toccava da trent’anni, precisamente dal 1991. Secondo le stime fornite oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica a marzo l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento su base mensile dell’1,2% e su base annua del 6,7%. Stiamo parlando di cifre che iniziano davvero ad essere preoccupanti. Il balzo dei prezzi dell’energia incide in maniera determinante ma da mesi i cittadini fanno i conti con rincari diffusi nei più diversi settori. Insomma, crescono i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ e i portafogli degli italiani si fanno più leggeri.

 

Il problema non è solo nostro. Balzi inflazionistici si registrano in quasi tutti i Paesi europei. Ad aggravare il quadro il conflitto russo-ucraino. “L'invasione russa in Ucraina, oltre al dramma di lutti, violenze, distruzioni che reca con sé, è destinata a produrre ferite sociali ed economiche profonde”, ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Si tratta “di una rottura drammatica del processo di integrazione economica e finanziaria internazionale che, se non risolta rapidamente in modo pacifico, potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’approvvigionamento energetico dell'Europa, sull’inflazione, sulla domanda interna e sugli scambi internazionali. Non ultimo sul rispetto dei tempi della transizione energetica”.

 

La guerra di Putin sta, dunque, cambiando il mondo e ad essere ridisegnata non è solo la geopolitica ma l’intero quadro dei rapporti economici. Anche a seguito delle sanzioni che l’Occidente ha messo in atto per fermare Mosca. Non è semplice controllare i vari fenomeni che si sono generati con un effetto domino partito già con la crisi pandemica. Ma la stabilità dei prezzi è un fattore importantissimo per non inficiare la ripresa. Per ora la Banca Centrale Europea continuerà ad usare cautela e non alzerà a breve i tassi di interesse, ma molti analisti pensano che possa accadere nell’ultimo trimestre di quest’anno.

 

C’è poi il discorso degli acquisti di titoli. Oggi si conclude il Programma straordinario Pepp messo in campo dall’Eurotower in piena emergenza Covid per iniettare liquidità nei sistemi nazionali. E anche il Programma di acquisti ordinario, l’App, sta rallentando fino ritornare a quota 20 miliardi mensili nel mese di giugno. Francoforte attende, sostanzialmente, di vedere come evolverà l’inflazione nell’Eurozona segnata dall’aumento dei costi dell’energia. L’attenzione è tutta sui legami tra Russia e Stati Ue e sui contratti per gli approvvigionamenti energetici. Quello che farà Putin, se interromperà o meno le forniture – 155 miliardi di metri cubi di gas naturale - è fondamentale per capire che piega prenderà il mercato.

 

Dalla Bce il capoeconomista, Philip Lane, intanto ha fatto sapere che “ora più che mai è importante mantenere l’opzionalità nella conduzione della politica monetaria”. Cosa significa questo? Che per l’Istituto guidato da Christine Lagarde “da un lato bisognerà adeguare” le misure messe in atto “se aspettative di inflazione ormai disancorate, un’intensificazione della dinamica salariale o un deterioramento persistente della capacità dell’offerta possano minacciare gli obiettivi nel medio termine”. Dall’altro, essere “pienamente preparati a rivedere le impostazioni di politica monetaria se lo shock dei prezzi energetici e la guerra Russia-Ucraina dovessero comportare un deterioramento significativo delle prospettive macroeconomiche”.

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