Dalla Piazza Rossa

Parata 9 maggio, la ‘versione’ di Putin al popolo chiuso in una bolla

“La Nato minacciava attacco, necessario l’intervento”. Nessun accenno alla guerra globale. Zelensky sul capo del Cremlino: “Lui come Hitler. Perderà tutto”

Parata 9 maggio, la ‘versione’ di Putin al popolo chiuso in una bolla

In questo 9 maggio 2022 le immagini della consueta parata nella Piazza rossa di Mosca per il giorno della Vittoria sulla Germania nazista fanno il giro del mondo. Tutti aspettano le parole di Vladimir Putin che con l’invasione dell’Ucraina ha cancellato l’eco di quel trionfo del 1945. Lui, che adesso è paragonato a Hitler e che si è macchiato di crimini atroci contro una popolazione che ha rifiutato l’occupazione dell’esercito invasore, racconta al popolo russo un’altra storia dell’oggi. Come fanno tutti gli autocrati ribalta i fatti, strumentalizza, continua nella manipolazione sistematica di ciò che è tangibile. E cerca di scolpire, nell’ambito di una immutata visione propagandistica, quel giorno di 77 anni fa come se non ci fosse stato un dopo, come se la guerra contro Kiev non fosse realtà ma solo il frutto della fantasia di altri. Ai russi racconta: “l’Occidente voleva invaderci, giusta la nostra operazione”. 

 

Davanti a lui, nella piazza più importante di Mosca, c’è l’esercito schierato. Questa volta ammette la morte dei ‘suoi’ soldati, “un dolore che grava su tutti noi”, dice. Ma non parla di un’escalation del conflitto. Esclude, anzi, una “guerra globale”. E’ cauto il nuovo ‘zar’ ma sull’Ucraina è convinto, come nel 1945, di essere dalla parte della storia. Non ha “alcun dubbio” sul fatto che quella che chiama “l'operazione militare speciale produrrà risultati”. Racconta che “se ci fosse stata anche una possibilità di risolvere la questione ucraina pacificamente, la Russia l'avrebbe usata”. Presenta la Federazione come uno Stato che ha proposto diverse soluzioni ma inutilmente. “Tutto invano. I Paesi della Nato non ci hanno voluto ascoltare e ciò significa che avevano ben altri piani”.

 

La ‘versione di Putin’ è il sigillo della sua narrazione. Senza eccezione, in questa giornata di commemorazione, il capo del Cremlino diffonde parole prive di ancoraggio alla realtà a una nazione sempre più chiusa in se stessa, privata di ogni informazione che arrivi da fuori confine. Della guerra atroce che gli ucraini vivono ogni giorno da 75 giorni – morti, violenze, distruzione - nel Paese degli undici fusi orari non arriva nulla. Oltre centoquaranta milioni di persone avvolte in una bolla di silenzio, destinate ad udire solo parole che deformano, illudono.

 

Dall’altra parte del fronte, Vladimir Zelensky, risponde in un video girato mentre cammina nel centro di Kiev: “Solo un pazzo può sperare di ripetere 2194 giorni di guerra” della Seconda guerra mondiale. “Colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto. È condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato ad imitare il loro assassino. E allora perderà tutto”.

 

Non nomina direttamente Putin il presidente ucraino, che oggi riceve dall’Unione Europea di Ursula Von der Leyen nuove assicurazioni. Anzi, una promessa: “Nella giornata dell’Europa abbiamo parlato del supporto da dare al percorso europeo dell’Ucraina. Non vediamo l’ora di ricevere le risposte al questionario per la candidatura a membro dell’Ue”. Poi l’impegno della presidente: “la Commissione punta a dare il suo parere a giugno”.

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