Lavori parlamentari

Draghi tira dritto, intanto Di Maio lascia i 5S. E’ scissione

“Abbiamo già il mandato del Parlamento”, dice il premier. Terremoto nel Movimento: i dimaiani escono e fondano nuovo gruppo: “Insieme per il futuro”.

Draghi tira dritto, intanto Di Maio lascia i 5S. E’ scissione

Arriva puntualissimo a Palazzo Madama per le comunicazioni del governo in vista del Consiglio Europeo di questa fine settimana e tira dritto per la sua strada: “Avanti nel sostegno all’Ucraina come da mandato del Parlamento”.  Il premier parla in Aula per venti minuti e ribadisce la posizione dell’Italia per la quale le Camere hanno già deciso. Dunque, non c’è bisogno di sottoporre nuovamente la questione dell’invio di nuove armi all’Assemblea come chiedono i Cinque Stelle, tornati alla carica in queste ore. 

 

Il premier spiega che “solo una pace concordata e non subita” dall’Ucraina “può essere duratura”. Il governo di Roma si muove “su due fronti: sosteniamo Kiev e le sanzioni alla Russia affinché Mosca accetti di sedersi al tavolo” dei negoziati, dice. “I nostri canali di dialogo restano aperti, non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, nei termini che sceglierà l'Ucraina”. L’Italia, inoltre, continuerà a sostenere “come già manifestato nel corso del Consiglio europeo del 31 maggio l’ingresso di Kiev in Ue”. 

 

E mentre la maggioranza aver trovato un'intesa sulla risoluzione da votare, la discussione generale in Senato ha preso il via, le votazioni sono attese per la serata. A chi ha chiesto al premier prima di entrare nell’emiciclo se fosse preoccupato per lo scontro in seno alla coalizione di governo ha risposto: “Non so, vediamo…”.

 

Non sono giorni facili. Si apprende in questi frangenti che il nuovo gruppo parlamentare del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sarebbe già pronto con tanto di nome: “Insieme per il futuro”. L’obiettivo del titolare della Farnesina sarebbe di raggiungere quota 45 parlamentari. Trentacinque gli eletti nelle file del Movimento Cinque Stelle pronti a lasciare Conte a Montecitorio, alla Camera ne sono sufficienti 20 per il nuovo gruppo. Al Senato bisognerà averne almeno 10 disposti ad uscire dal Movimento. Sarebbero pronti a seguire Di Maio Fabrizio Trentacoste, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Antonella Campagna, Simona Nocerino, Leonardo Donno, Sergio Vaccaro, Emiliano Fenu. Alla Camera si fanno invece i nomi Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Filippo Gallinella. Questi almeno i nomi sicuri, per il momento.

 

La scissione si sta consumando e anche prima del previsto. Un ulteriore colpo al Movimento che continua a perdere pezzi.  Ma stavolta non è una crepa come le altre. A lasciare i Cinque Stelle guidati dall’ex premier Giuseppe Conte c’è uno dei fondatori della prima ora e numero uno della diplomazia italiana. Che ripercussioni ci saranno sugli assetti e sulla tenuta della maggioranza è tutto da vedere.  

 

L’addio del ministro di Pomigliano d’Arco sarebbe in ogni suggellato dalla raccolta firme già avviata per la creazione dei nuovi gruppi parlamentari. La frattura che era nell’aria da giorni si è definitivamente compiuta. Due leader con due visioni diverse da oggi prenderanno strade diverse. L’ala governista con Di Maio continuerà a sostenere Draghi. Resta il rebus sulla strada che prenderà Conte rispetto a Palazzo Chigi. C’è chi parla di un appoggio esterno. Ma sarà da verificare nelle prossime ore e nei prossimi giorni il sentiero su cui si incamminerà l’ex avvocato del popolo.  

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