Gli scogli della coalizione

Fiducia Dl Aiuti, primo step superato. 5S: “Al Senato si vedrà”

Dopo la Camera incerto il voto a Palazzo Madama. Settimana prossima test anche su ius scholae e droghe leggere. Lega: “Sinistra e grillini non ci sfidino”

Fiducia Dl Aiuti, primo step superato. 5S: “Al Senato si vedrà”

Il voto di fiducia sul decreto legge Aiuti supera lo scoglio di Montecitorio con 410 voti a favore, 49 contrari ed un astenuto. Dunque, il Movimento Cinque Stelle ha dato il via libera alla fiducia ma non è detto che farà lo stesso quando il provvedimento arriverà a Palazzo Madama. “Noi oggi siamo per sì, al Senato si vedrà”, ha detto il leader, Giuseppe Conte. Confermando che i pentastellati restano in attesa di risposte “concrete entro luglio” da parte di Palazzo Chigi sul documento consegnato ieri al premier, Mario Draghi.

 

E’ chiaro che le tensioni nella maggioranza non sono rientrate del tutto. I Cinque Stelle mostrano l’intenzione di tenere sulla corda il governo per ottenere qualche risultato. Tra i nodi da sciogliere il Superbonus al 110 per cento. “Il Governo deve dare subito un segnale chiaro della volontà di risolvere definitivamente le questioni legate al Superbonus, questioni che non ha voluto affrontare nel decreto Aiuti nonostante le nostre proposte”, ha fatto sapere il vicepresidente del gruppo alla Camera. Resta aperto anche lo scontro sul dossier relativo all’inceneritore di Roma: “La nostra battaglia non è solo contro l’impianto in sé. E’ la logica che è sbagliata. Dobbiamo contrastare il principio dell’incenerimento indiscriminato dei rifiuti e sostenere una nuova logica, quella del riciclo”, ha detto Conte nel corso di un convegno. Intanto, dai tabulati delle votazioni, emerge che sono stati 28 i deputati grillini a non votare la fiducia. Tredici risultavano in missione mentre 15 sono stati gli assenti “non giustificati”. Qualche defaillance, evidentemente, c’è stata.

 

Ma il problema non riguarda solo il decreto Aiuti. Nella coalizione di governo c’è il Carroccio che scalpita e che è pronto ad alzare le barricate su ius scholae e legalizzazione della cannabis. “La Lega farà la Lega. Bisogna aumentare stipendi e pensioni, non votare leggi su droga libera o cittadinanza facile”, ha dichiarato Matteo Salvini, annunciando quella che sarà la posizione del partito quando le proposte di legge arriveranno in Aula la settimana prossima. Poco prima il capogruppo leghista a Montecitorio, Riccardo Molinari, aveva avvertito: “Faremo tutto quello che è possibile per bloccare due provvedimenti che nulla hanno a che fare con l’agenda del governo, con le priorità del Paese e con le motivazioni che hanno portato la Lega ad entrare nell’esecutivo di unità nazionale per affrontare le emergenze”. Non solo. “Se la sinistra e i 5Stelle vogliono fare questo atto di arroganza e sfidarci noi non possiamo fare finta di nulla”. Il clima non è dei migliori.

 

Le settimane che verranno saranno cruciali per capire l’evoluzione del quadro politico. Banchi di prova per verificare la tenuta della maggioranza non mancheranno. Dal gruppo dem l’ex ministra, Beatrice Lorenzin, sottolinea che “stare in questa maggioranza non è facile ma qualcuno deve prendersi della responsabilità e noi del Pd ce la prendiamo”. L’impressione è che ogni partito della colazione parli per sé. Continuando così quanto potrà durare il governo? Palazzo Chigi tira dritto ma non è semplice mantenere la rotta in queste condizioni.

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