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In passato era già successo che un personaggio influente nel mondo dei social intervenisse su un tema "politico" ed era capitato proprio con suo marito, Fedez, che si era schierato a favore del DDL Zan contro l'omotransfobia.
Ora, invece, è stata Chiara Ferragni a entrare nel pieno della campagna elettorale, affrontando un altro tema delicato: la difesa dell'aborto.
La blogger ha puntato le attenzioni sulla situazione nella Regione Marche, attaccando a distanza la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Chiara Ferragni e il diritto all'aborto
"Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince alle elezioni".
Così Chiara Ferragni è intervenuta sui propri profili social condividendo un'immagine dell'account del sito di informazione Vice. Insieme alla foto c'è anche il commento, duro, della fashion blogger, che scrive: "Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano".
Perché le Marche?
Il fatto che la influencer prenda posizione e denuncia una situazione che a suo dire sarebbe grave, perché impedirebbe di fatto l'accesso all'interruzione di gravidanza, è legato all'amministrazione della Regione, governata da un presidente che appartiene allo stesso partito di Giorgia Meloni. Si tratta di Francesco Acquaroli, cresciuto in Azione Giovani, come la leader di Fratelli d'Italia.
D'altro canto la stessa Meloni ha iniziato, ieri, la propria campagna elettorale nella Regione.
L'assist al Pd
Le parole di Chiara Ferragni su Instagram hanno poi offerto un "assist" al Pd, con Alessia Morani, depurata del Partito guidato da Enrico Letta, che ha commentato: "Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate dal Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell'indifferenza dei più". Le Marche - ha proseguito Morani - sono il laboratorio della destra in Italia ed oggi la situazione è questa".
Il tema sollevato da Chiara Ferragni, dunque, alimenta nuova polemiche politiche sul terreno dei diritti civili, esattamente come aveva fatto tempo fa il marito, Fedez che, in occasione del concertone del 1° maggio, aveva denunciato l'ostruzionismo della Lega nei confronti del DDL Zan contro l'omotransfobia.