Crisi energetica e inflazione

Gas, ulteriore impennata dei prezzi: sfiorati i 340 euro a mwh

I partiti chiedono a Draghi un nuovo decreto. Palazzo Chigi studia interventi ma no a scostamento di bilancio. L’Ue anticipa riunione ministri dell’energia

Gas, ulteriore impennata dei prezzi: sfiorati i 340 euro a mwh

Schizza di nuovo alle stelle il prezzo del gas facendo registrare un nuovo record: sfiorati i 340 euro a megawattora. Questo significa un aumento dei costi dell’elettricità ed effetti immediati sul caro vita. L’inflazione in Europa corre perché determinata principalmente proprio dai costi energetici con ricadute su quelli di altri beni. Dunque, è reale il pericolo di nuove batoste sui redditi delle famiglie e sui conti delle imprese. Nell’ultimo anno il prezzo del gas è aumentato del 530%. Il governo che, ricordiamolo, è in carica solo per gli ‘affari correnti’ sta studiando nuovi interventi per agire su piani diversi: calmierare i prezzi e reperire risorse. Anche l’Ue si mobilita. Dovrebbe essere convocata in tempi molto brevi una riunione urgente dei ministri dell’energia. Entro la prossima settimana sarà fissata la data, in ogni caso si parla di metà settembre: attendere ancora non è possibile per cui verrà anticipato il vertice dei ministri competenti programmato l’11 ottobre a Praga. Questa volta non è detto che in discussione ci sia solo il cosiddetto ‘price cap’. C’è chi auspica che sul tavolo arrivino misure per svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo massimo del gas. 

 

Intanto, in Italia, tutte le forze politiche chiedono all’esecutivo un decreto urgente per sostenere cittadini e sistema produttivo, ma si apprende che Chigi esclude il ricorso a uno scostamento di bilancio che significherebbe nuovo deficit. La viceministra dell’Economia, Laura Castelli, fa sapere che “i margini per un nuovo decreto per calmierare gli effetti dei nuovi aumenti ci sono”. I partiti dal canto loro avanzano proposte. Enrico Letta del Pd chiede al governo di “mettere in campo un piano di risparmio energetico di medio e lungo termine, perché dobbiamo evitare che autunno e inverno siano drammatici per il nostro Paese e per le nostre imprese. Se lo facciamo subito”, dice, “l’impatto sarà meno complicato”.

 

Giuseppe Conte del M5S insiste invece sulla necessità di uno scostamento di bilancio. Mentre, per quanto riguarda le competenze dell’Ue, ripropone un Energy Recovery Fund, ovvero “una reazione comune europea come ai tempi più duri della pandemia con piani di acquisto comune del gas e dell’energia, piani di stoccaggio comune e tetto calmieratore europeo. Se l'Europa vuole essere all’altezza di questa sfida e vicina ai cittadini deve agire subito”, afferma. Carlo Calenda del Terzo Polo chiama in causa sia Letta che Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Per arrivare credibilmente a chiedere a Draghi di intervenire su prezzo energia e gas occorrono alcune premesse”: innanzitutto che si dichiarino “a favore del rigassificatore di Piombino da fare in tempi brevi”, in secondo luogo che si impegnino a “non mettere veti al gas egiziano”.

 

Dal centrodestra interviene Matteo Salvini che suggerisce di approvare presto un “piano di emergenza nazionale luce e gas”. Mentre Silvio Berlusconi parla del bisogno di “ristori adeguati “per “evitare la paralisi”. L’Udc con Antonio De Poli propone di inserire nuovi sostegni “nel decreto Aiuti Bis ai primi di settembre”. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e fondatore di Impegno civico, rassicura: “il governo farà tutto il possibile e interverrà in maniera incisiva”. 

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