Il dibattito aperto da Tiziana Carrabs

L’allarme di Cognetti “In Italia il diritto alla salute è in pericolo”

Anche il professore denuncia sul Corriere l’assenza della sanità in campagna elettorale. Serve nuovo modello e collaborazione tra ospedali e territori

L’allarme di Cognetti “In Italia il diritto alla salute è in pericolo”

Il Corriere della Sera continua a tenere vivo il dibattito sulla sanità assente in campagna elettorale lanciato da Tiziana Carrabs sul nostro sito. Oggi nella pagina dei commenti del primo quotidiano italiano è il professor Francesco Cognetti a scrivere della sanità “dimenticata dai partiti”. Secondo l’illustre medico romano “serve un nuovo modello, in cui territorio e ospedale siano interconnessi superando la storica dualità fra le due realtà”. 

 

“Ogni giorno assistiamo al progressivo collasso del Servizio Sanitario nazionale. Mancano medici, infermieri, posti letto e risorse”, scrive il professore. E aggiunge: “i medici specialisti ospedalieri sono circa 130 mila, 60 mila in meno della Germania e 43 mila in meno della Francia. L’emorragia dei camici bianchi riguarda anche i medici di medicina generale, sono pochi e nei prossimi anni molti andranno in pensione. E si assiste a un consistente esodo di camici bianchi neolaureati e specializzandi, perchè all’estero gli stipendi e le condizioni di lavoro sono migliori. L’attuale crisi dei pronto soccorso è il risultato di tagli irrazionali e irresponsabili e rappresenta la punta dell’iceberg di un sistema ospedaliero in affanno. Ciononostante, la sanità resta ai margini dei programmi elettorali delle varie coalizioni, in cui la parola “ospedale” è quasi del tutto assente”.

 

“I programmi elettorali delle varie coalizioni sono tutti molto generici”, continua il professore: “riforma della sanità territoriale, potenziamento dell’organico degli operatori sanitari e vaghi riferimenti al superamento delle liste d’attesa. Ma mancano progetti strutturati che rispondano ad una logica “di sistema”. Il Pnrr destina ingenti risorse alla sanità ma il piano che è stato predisposto dal governo è privo di strategia, con una ci fusa riforma del territorio inadeguata a risolvere i problemi dell’ospedale e tra l’altro di difficilissima attuazione, e la cui impostazione vuole rispondere ad una domanda di salute che sarà inevitabilmente te sempre più personalizzata ed improntata all’innovazione tecnologica, alla conoscenza della genetica e dei big data con approcci vetusti di decenni, che sono l’esatto contrario della medicina moderna”.

 

Secondo Cognetti, ospedali e territorio devono collaborare, anche perchè “la valutazione dei pazienti acuti deve rimanere l’ospedale, in particolare il pronto soccorso. Ciò per evitare il rischio che pazienti gravi perdano tempo prezioso nel loro passaggio nelle strutture territoriali. Servono dunque nuovi finanziamenti anche per aumentare il numero dei laureati in medicina, soprattutto nelle aree più carenti. Deve essere condivisa un’elevata considerazione del valore strategico dell’elemento professionale e dello sviluppo delle discipline mediche dal punto di vista scientifico, organizzativo e operativo. Servono cioè interventi strutturali, purtroppo del tutto assenti nei programmi elettorali. I rappresentanti delle forze politiche devono essere ben consapevoli che la sanità è un bene prezioso e che il diritto alla salute è in grave pericolo nel nostro Paese”. 

 

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