Le posizioni in campo

Elezioni, meno di due settimane al voto. I leader affrettano il passo

Meloni: “Con noi al governo è finita la pacchia”. Salvini: “No alle larghe intese”. Letta “Nel Sud dinamica molto aperta”. Renzi: “Giorgia stai serena”

Elezioni, meno di due settimane al voto. I leader affrettano il passo

E’ stata una domenica di full immersion tra comizi e grandi eventi quella dei leader dei principali partiti. Meloni e Salvini si incontrano al Gp all’Autodromo Nazionale di Monza, Letta parla dalla Puglia, Renzi ad Ercolano dopo una tappa ad Ischia.  A quattordici giorni dal voto, e dopo lo stop dal 9 settembre ai sondaggi sull’orientamento di voto degli italiani, la politica affretta il passo.  

 

La leader di Fratelli d’Italia in serata chiude la sua giornata elettorale a Piazza Duomo a Milano. “Fdi è pronta e il centrodestra è pronto”, dice. “In Europa sono tutti preoccupati per la Meloni al governo e si chiedono cosa succederà. Ve lo dico io: accadrà che è finita la pacchia e anche l’Italia si metterà a difendere i propri interessi nazionali come fanno gli altri, cercando poi delle soluzioni comuni”. In mattinata, al Gran Premio di Monza, sulla possibilità di ricevere l’incarico di formare un nuovo governo, aveva dichiarato: “Se una donna arrivasse per la prima volta alla guida del governo, sfido chiunque a dire che non significherebbe rompere un tetto di cristallo”. In Lombardia per il suo tour per le elezioni l’ex ministra della Gioventù con il governo targato Berlusconi sottolinea che a lei “interessa battere gli avversari non gli alleati. Vorrei che il centrodestra arrivasse al governo e riuscisse a restarci per cinque anni”, fa sapere.

 

Poi spiega che “non c’è alcuna possibilità” che il suo partito “partecipi a governi o alleanze arcobaleno. Non c’è ragione di farlo”. Anche Matteo Salviniesclude l’ipotesi di larghe intese: “Se vinciamo governerà il centrodestra unito”. Dello stesso avviso Antonio Tajani di Forza Italia: “E’ finita la stagione dei governi tecnici”.

 

Sull’altro versante Enrico Letta lavora per convincere chi non sa ancora come orientare la propria preferenza tra due domeniche: “Il 42% degli italiani non sa chi votare. Negli ultimi dodici giorni di campagna elettorale faremo uno sforzo enorme per parlare con questo 42% di indecisi”. Il segretario del Pd a Bari per la campagna elettorale è convinto che il recupero di consenso da parte dei Cinque Stelle, registrato in alcuni sondaggi, toglierà voti alla destra, non ai democratici. “In Puglia e nel Mezzogiorno c’è una dinamica molto aperta. La crescita dei 5Stelle, che vanno da soli e quindi non li rende in grado di vincere collegi, sta avvenendo a scapito della destra. Questo rende la nostra capacità di vincere molto maggiore”.

 

Il capo del Nazareno, nella giornata in cui l’esercito ucraino annuncia la riconquista di importanti territori nel Nord-Est del Paese, tocca anche l’argomento della guerra di Mosca contro Kiev e dà la sua stoccata ai partiti filo-putiniani. “Vedere le truppe russe in retromarcia e scene di villaggi liberati dimostra che l’Italia e noi eravamo dalla parte giusta. Chi in questi mesi ha parteggiano apertamente o in modo subdolo per Putin, ha sbagliato e ha fatto un danno all’Italia”. In area riformista a parlare è invece Matteo Renzi, che in questa tornata elettorale è alleato con Carlo Calenda di Azione. Replicando alla Meloni l’ex premier avverte: “Intanto deve arrivare in Parlamento”. E aggiunge: “Giorgia stai serena, ogni due anni ho fatto cadere il governo”.

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