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Omicidio Dugina, la rivelazione degli 007 americani: uccisa da Kiev

Ma il consigliere di Zelensky smentisce che la donna fosse “un obiettivo tattico o strategico”. Intanto Putin minaccia chi tra i Paesi adotterà il price cap

Omicidio Dugina, la rivelazione degli 007 americani: uccisa da Kiev

La morte di Darya Dugina aveva creato scalpore, ma le recenti rivelazioni della stampa sono destinate a far discutere potenzialmente anche di più. Quanto pubblicato dal New York Times, infatti, ha già sollevato un polvrone: secondo il giornale americano, la figlia del filosofo ed ex consigliere di Vladimir Putin sarebbe stata uccisa da uomini di Kiev.

 

NYTimes: "Dietro la morte di Dugina c'è Kiev"

Darya Dugina, figlia di Alexander, era rimasta vittima di un attentato terroristico lo scorso agosto, a Mosca, mentre si trovava a bordo della propria auto. 

Ora il giornale americano New York Times, citando una fonte coperta da segreto, indica nei responsabili della morte di Dugina gli 007 di Kiev, che però smentisce. 

 

Kiev nega ogni coinvolgimento

A smentire un collegamento con Kiev è stato il consigliere del presidente ucraino, Zelensky. Mikhailo Podolyak ha affermato: "Non era un obiettivo tattico o strategico". Poi ha escluso il coinvolgimento degli Stati Uniti, che "non hanno preso parte all'attacco, né fornendo informazioni, né altre forme di assistenza", ha precisato Podolyak. 

 

Dugina, per il padre è morta "per il popolo"

Ai funerali della Dugina avevano partecipato iin centinaia di persone, molte delle quali hanno portato anche fiori nella sede della emittente tv per la quale la donna lavorava, Ostankino, dove campeggiava il ritratto in bianco e nero. I genitori avevano partecipato alla cerimonia e il padre in quella occasione aveva affermato: "È morta per il popolo, per la Russia, al fronte. Il fronte è qui". 

"Le prime parole che le abbiamo insegnato da bambina sono state 'Russia', 'il nostro Stato', 'il nostro popolo', e 'il nostro impero'", aveva proseguito il padre con la voce rotta dal dolore. 

Proprio Alexander Dugin aveva riferito dell'ultima conversazione con la figlia, raccontando che, al Festival della Tradizione di Zakharovo la donne le aveva detto di sentirsi come una guerriera, un eroe. 

 

Lavrov aveva promesso vendetta

Dopo l'assassinio era arrivata la dichiarazione del ministero degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che aveva annunciato "Nessuna pietà" per i killer e mandanti. I servizi segreti russi aveva immediatamente dato la responsabilità a quelli ucrainia, indicando nell'esecutrice materiale una donna, Natalya Vovk, che si sarebbe poi rifugiata in Austria e che potrebbe trovarsi tuttora a Vienna con due donne e un bambino. 

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