Il centrodestra si spacca

Il ‘nodo Ronzulli’ arriva in Aula, Forza Italia non vota La Russa

I venti di burrasca della vigilia prendono corpo sul voto per lo scranno più alto del Senato. Ma il neo-presidente passa anche con 17 voti dell’opposizione

Il ‘nodo Ronzulli’ arriva in Aula, Forza Italia non vota La Russa

Un’istantanea: Ignazio La Russa che passa accanto a Berlusconi. Qualche secondo per uno scambio veloce di battute, il leader di Forza Italia chiude la cartellina che ha davanti a sé e sbatte la penna sul tavolo. La Russa passa oltre.  Sta tutta qui la sintesi delle tensioni tra FdI e Forza Italia, il cui picco è stato raggiunto con la spaccatura sull’elezione a presidente del Senato proprio dell’esponente di Fratelli d’Italia. 

 

Ignazio La Russa è stato eletto sullo scranno più alto di Palazzo Madama con 116 voti, ma senza quelli di Forza Italia. Il gruppo è uscito dall’Aula, hanno votato solo il ‘cavaliere’ e Maria Elisabetta Casellati, presidente uscente. Poco dopo viene diffusa una nota del partito: “Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa”, è scritto. “Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo”. Di che si tratta? Ancora del ‘nodo Ronzulli’. L’attribuzione alla assistente e fedelissima di Berlusconi di un ministero di peso sta diventando - oltre ogni ragione comprensibile - una questione dirimente per i forzisti e sta condizionando in maniera decisiva i rapporti con Giorgia Meloni. 

 

Le trattative politiche si sono susseguite senza sosta fino all’ultimo momento utile. La mattinata è stata molto convulsa nonostante la pagina di altissimo spessore scritta dalla senatrice Liliana Segre. A cui è stato dato il compito di presiedere la prima seduta del Senato e il cui discorso di apertura di questa XIX legislatura è destinato a lasciare il segno. Dunque, la frattura sul neo-presidente è lo specchio di quanto sia ingarbugliata la situazione all’interno del centrodestra. La mancanza di compattezza tra alleati era proprio quello che Giorgia Meloni avrebbe voluto ad ogni costo evitare. Invece, le divisioni si sono consumate sotto gli occhi dei nuovi senatori e del Paese. Non è un buon segnale. Non lo è nemmeno la faccia scura di Matteo Salvini che per tutta la seduta non ha cambiato espressione. Lega e Forza Italia pensano che le cose non stanno girando nel verso giusto per la formazione del nuovo governo. Salvini però ha seguito le indicazioni di Fratelli D’Italia e i voti a La Russa li ha dati.  

 

Intanto c’è un altro dato di rilievo da registrare e che riguarda il comportamento tenuto da alcuni senatori nell’altra parte dell’emiciclo. A La Russa sarebbero bastati 104 voti, ovvero la metà più uno degli aventi diritto, per essere eletto (conteggiando ovviamente i senatori a vita). Mancando i voti dei forzisti a portarlo alla presidenza sono stati anche 17 senatori delle opposizioni, che il neo presidente ha prontamente ringraziato. “Ringrazio chi mi ha votato, anche quelli che non fanno parte della maggioranza di centrodestra”. Subito è partita la caccia per scoprire chi è stato a prestare soccorso al candidato di Fdi e tra gli indiziati ci sarebbero Terzo Polo e qualche Cinque Stelle.

 

Ma Carlo Calenda ha subito smentito: “Abbiamo votato scheda bianca”. Il Pd commenta durissimo: “Mentre la maggioranza è partita divisa, una parte dell'opposizione ha fornito un soccorso decisivo per l’elezione di La Russa a presidente del Senato. Un comportamento grave e irresponsabile che deve essere denunciato con la massima forza”.

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