L’annuncio

Bce, atteso per oggi il rialzo dei tassi di interesse dello 0,75%

La mossa di Lagarde per la normalizzazione monetaria è criticata da Giorgia Meloni e altri premier europei. Ma l’inflazione potrebbe presto rallentare

Bce, atteso per oggi il rialzo dei tassi di interesse dello 0,75%

E’ in arrivo un nuovo rialzo dei tassi d’interesse dello 0,75%, come già avvenuto a settembre. L’obiettivo della Bce, che annuncerà oggi le decisioni del consiglio direttivo, è la normalizzazione monetaria e l’abbassamento dell’inflazione, che nell’Eurozona è ormai al 9,9%. La mossa, che si prevede sarà annunciata oggi nella conferenza stampa di Christine Lagarde a Sonnemanstrasse, potrebbe includere la stretta ai maxi prestiti ‘Tltro’, che stanno concedendo ricchi utili al sistema bancario mentre il resto dell’economia soffre, e l’introduzione del cosiddetto quantitative tightening, ovvero lo stop agli acquisti di bond atteso per gli inizi del 2023. Ma, nonostante si parli da tempo di questi argomenti, non tutte le misure potrebbero essere annunciate oggi. Intanto le borse europee, in attesa del discorso di Lagarde, sono partite in rosso con Piazza Affari che cede lo 0,3%, Francoforte lo 0,2% mentre la Borsa di Parigi apre a -0,5%. Spread tra Btp e Bund tedesco in leggero calo a 221 punti base. In Europa tutti gli indicatori economici mostrano che l’area Euro sta per entrare in recessione ma il carovita, legato in gran parte ai prezzi dell’energia, non è influenzabile dalle decisioni della Bce.

 

Per questo molti governi nazionali hanno criticato il rialzo dei tassi, a partire dal francese Macron e dalla finlandese Marin. Su questa linea anche la neopresidente italiana Giorgia Meloni, che nel discorso alla Camera ha evocato una “scelta azzardata” sui tassi. Tanto Macron quanto la premier finlandese avevano insistito sul fatto che l'inflazione è da energia, e che la Bce non può pensare di contenerla comprimendo la domanda fino al punto di spingere i Paesi in recessione, opzione riconosciuta candidamente dal presidente della Fed Jay Powell.

 

Lagarde, con ogni probabilità, ricorderà loro che il genio dell'inflazione è uscito dalla lampada: con il tasso nominale che ormai veleggia verso il 10%, persino l'inflazione 'supercore', depurata da alimentari, energia e fattori stagionali, è ormai al 5,8%. E che una "normalizzazione" della politica monetaria - ancora molto espansiva - verso un livello neutrale è ineludibile se non si vuole soffiare sul fuoco.Un punto per i 'falchi' nel Consiglio Bce riuniti attorno alla Bundesbank, con molti governatori nordici che fanno i conti con un'inflazione a oltre il 20% e che per ora sono maggioritari sulla pattuglia delle 'colombe' riunite attorno a Francia, Italia e al membro del Comitato esecutivo Fabio Panetta. Ma l'inflazione, con il passaggio al 2023, al lordo dell'incognita-gas potrebbe iniziare a rallentare per ragioni statistiche.

 

La recessione dovuta allo shock energetico darebbe un colpo ulteriore all'andamento dei prezzi. Ecco perché già nella riunione successiva, quella del 15 dicembre, la Bce potrebbe già rallentare con un rialzo di mezzo punto che porterebbe il tasso sui depositi (che salirebbe all'1,5% dopo due rialzi da tre quarti di punto) al 2%, avvicinandosi all'agognato tasso "neutrale". Da qui in poi, riporta l’ANSA, è possibile una pausa di riflessione: specie se la nuove previsioni che la Bce diffonderà a dicembre indicassero il ritorno dell'inflazione al 2% entro 2025, fornendo ai governatori un ottimo argomento per fermarsi nel 2023. Una volta completata la normalizzazione, toccherà disfare il quantitative easing: ma con molta calma, lasciando che i bond comprati arrivino a scadenza senza reinvestirli, evitando ulteriori scossoni all’economia.

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