priorità e coperture

Meloni alla prova di Legge di bilancio, deficit e crisi energetica

Al centro della Manovra 2023, da oltre 21 miliardi, le bollette e la caccia alle coperture con la revisione del Superbonus e del Reddito di cittadinanza

Meloni alla prova di Legge di bilancio, deficit e crisi energetica

All’indomani dell’esordio in Europa del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Esecutivo è convocato, oggi 4 novembre alle ore 17, nel Cdm per affrontare diverse questione urgenti, l’integrazione della Nadef e un Dl Ministeri che introduca una struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese, per semplificare le procedure in materia di investimenti.

Nella Nadef che, come tutti sappiamo fa da cornice alla Legge di Bilancio 2023, la prima targata Meloni, prevederà, secondo quanto circolato finora, circa  21 miliardi di risorse in deficit, di cui oltre 15 miliardi serviranno a tutelare famiglie e imprese dall'emergenza energia, ma ci sarà anche la revisione del Superbonus e del Reddito di cittadinanza.

 

Legge di Bilancio 2023, le priorità del governo Meloni

Come nel precedente governo Draghi, anche quello Meloni, pone al centro della Manovra il grande tema delle bollette che resta in cima alle priorità del Paese e dell’Esecutivo. Anche alla luce dell’evidente calo delle tariffe del gas deciso dall'Autorità per l'energia, seconda la quale una famiglia tipo per i consumi riceverà una bolletta con una riduzione che sfiora il 13% rispetto al terzo trimestre 2022. Ma il governo Meloni sa perfettamente che la crisi energetica non è affatto superata e, che il 2023, sarà ancora un anno difficile, per questo ha deciso di procedere con prudenza e cautela sia nell’impianto del prossimo decreto di aiuti e sia nella manovra finanziaria. Stesso atteggiamento anche per le nuove stime della Nota di aggiornamento al Def, il cui testo arriva oggi pomeriggio sul tavolo del consiglio dei ministri insieme alla Relazione del Governo al Parlamento sull'aggiustamento di bilancio.

 

Legge di Bilancio 2023 in deficit al 4,5%

Per quanto riguarda invece l'indebitamento netto, il governo Meloni sarebbe intenzionato a fissare l'asticella al 4,5% del Pil che tradotto in soldoni significa avere a disposizione per la Legge di Bilancio 2023 oltre 21 miliardi . "Stiamo correndo contro il tempo con la legge di bilancio", ha affermato nella sua prima uscita internazionale a Bruxelles la presidente del consiglio Giorgia Meloni, consapevole dei tempi strettissimi per l’approvazione della manovra, al fine di evitare l’esercizio provvisorio.

Tema centrale della manovra rimarrà sempre la crisi energetica che secondo l’Esecutivo si protrarrà anche nel 2024, ma saranno il 2022 e 2023 gli anni più complicati sul piano dell'emergenza energetica ed è per questo che proprio all'energia sarà destinati oltre 15 miliardi. Ma con quali coperture? Giorgetti e il Mef sono al lavoro per cercare nuove risorse, e le più papabili al momento sono la revisione del Superbonus 110% e del Reddito di cittadinanza

Nella Nota al Def anche un'indicazione più precisa sul famoso ‘tesoretto' di minor deficit lasciato dal governo Draghi, (circa 9,4 miliardi) che consentirebbe in parte di finanziare il prossimo pacchetto di aiuti per tutelare famiglie e imprese fino alla fine dell'anno. Il provvedimento è atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana. 

 

Trivelle, politiche del mare e dl Ministeri

Il governo, secondo quanto si apprende in queste ultime ore, starebbe studiando anche un provvedimento sulle trivelle e non è affatto escluso che l’intervento possa essere presentato già nel CdM di oggi. 

Pronto invece il dl Ministeri che introduce diverse novità, come la struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese, per semplificare le procedure in materia di investimenti. Il provvedimento riduce da 50 a 25 milioni di euro – e aggiunge il riferimento alle "significative ricadute occupazionali” – il valore degli investimenti per il sistema produttivo nazionale, oltre il quale può essere richiesto l'esercizio dei poteri sostitutivi, che dal Mise ora transita al Ministero delle imprese e del made in Italy. 

Novità anche sulle politiche del mare: “Il presidente del Consiglio coordina, indirizza e promuove l'azione del governo con riferimento alle politiche del mare”. È quanto scritto nella bozza di schema di disegno di legge.  La “valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni balneari”, è fra gli indirizzi strategici inclusi nel Piano del mare che il Comitato elabora con cadenza triennale.

 

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