Caro-vita e politica monetaria

Visco: Sì al rialzo dei tassi ma non esclude approccio meno aggressivo

Incontri ‘Ugo La Malfa’ alla Camera dei deputati: la lectio magistralis del numero uno di Bankitalia su inflazione e misure messe in campo da Francoforte

Visco: Sì al rialzo dei tassi ma non esclude approccio meno aggressivo

Dal 2021 l’incremento dell’inflazione è stato continuo” ma “la strada intrapresa è quella necessaria per mantenere ancorate le aspettative future e contenere il rischio di una spirale prezzi-salari, che amplificherebbe gli effetti negativi dell’inflazione sulle nostre economie”. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, fa il punto su caro-vita, misure adottate dalla Bce e reazioni del sistema dopo due rialzi consecutivi dei tassi di interesse. E rassicura che, in ogni caso, “i tassi di riferimento della politica monetaria – nell’area Euro ridotti su valori straordinariamente bassi per rispondere alle gravi crisi economiche e finanziarie degli ultimi dieci anni - sono ancora al di sotto del livello coerente con il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione nel medio termine”. Dunque, “la necessità di continuare l'azione restrittiva è evidente” anche se “le ragioni per attuare un approccio meno aggressivo stanno guadagnando terreno”. Questo perché esistono rischi di una diminuzione degli investimenti con conseguenze sulla crescita. “Da un lato bisogna riportare al più presto l’inflazione sotto controllo, dall’altro esiste il rischio che rialzi dei tassi troppo rapidi e pronunciati finiscano per amplificare il rallentamento dell’attività produttiva”. 

 

La situazione è molto articolata e l’approccio per ridurre l’inflazione deve tener conto di tanti fattori. “L’azione del board di Bce è complicata, dopo risultati dell’economia migliori del previsto nei mesi estivi, dal brusco deterioramento delle prospettive di crescita, che riflette la perdita di potere d’acquisto dei redditi”.

 

Visco tiene a battesimo il ciclo di incontri ‘Lezioni Ugo La Malfa’ alla Camera dei deputati. La sua lectio magistralis su ‘Inflazione e politica monetaria’ è l’occasione per tracciare un quadro su andamento dell’economia ed effetti risultanti dagli interventi delle Banche centrali per contenere l’aumento generalizzato dei prezzi. “Nell’area Euro”, spiega il numero uno di via Nazionale, “sulla base dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo dal 2,6% dello scorso anno” l’inflazione “ha quasi raggiunto oggi l’11 per cento, sfiorando il 13 in Italia, il livello più alto da circa quarant’anni”. “Dopo un lungo periodo di moderazione e anche, negli ultimi anni, di pressioni deflative, il riaccendersi dell’inflazione ha trovato particolare alimento nei rincari delle materie prime. In primo luogo, soprattutto in Europa, in quelli dei prodotti energetici”. 

 

Tuttavia, si sono verificati “errori di previsione molto maggiori che in passato”.  Sostanzialmente “lo straordinario incremento dell’inflazione è stato in gran parte imprevisto”. All’origine “vi è stata una generale sottovalutazione, da parte degli esperti e, soprattutto, dei mercati (sulle cui quotazioni gli esperti calcolano le ipotesi di base), dell’evoluzione della geopolitica”. La conseguenza è che “lo scorso anno, in presenza di un recupero della domanda globale più rapido delle attese, l’insorgere di difficoltà di approvvigionamento ha ovunque sospinto i prezzi dei prodotti intermedi”. Cosa fare allora? Per Visco “per abbattere l’inflazione non bastano le lezioni che vengono dal passato, come i due grandi shock petroliferi in Italia negli anni ‘70. L'aumento dei prezzi energetici è “una tassa sulla nostra economia che non è possibile rinviare al mittente e che non può essere eliminata attraverso vane rincorse tra prezzi e salari”, e in questo “resta cruciale la responsabilità delle parti sociali”.

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