Ddl Bilancio

Per l’Ue la manovra italiana è ok ma ha i suoi talloni di Achille

Bene su prudenza e spesa corrente. Non va su evasione fiscale e pensioni. Ora la parola al Parlamento. Il governo terrà conto dei rilievi di Bruxelles?

Per l’Ue la manovra italiana è ok ma ha i suoi talloni di Achille

Fisco e pensioni sono il tallone di Achille di una manovra che riceve sostanzialmente il placet di Bruxelles. Il governo esulta, esulta pure Giancarlo Giorgetti che, da titolare del Mef, è l’artefice del faldone con i conti pubblici presentato sul tavolo della Commissione europea. Ma le misure che più hanno acceso il dibattito politico interno nelle ultime settimane, sono le stesse su cui Bruxelles ha rilevato problemi: tetto al contante da 2mila a 5mila euro, limiti per accedere ai pagamenti elettronici a 60 euro, rottamazione delle cartelle esattoriali del periodo 2000-2015 per un importo fino a mille euro, rinnovo nel 2023 dei regimi per accedere a trattamenti pensionistici anticipati. Norme di bandiera, equamente sostenute dalle varie forze politiche che compongono la maggioranza, ma che anche l’Ue mette in dubbio. Soprattutto avverte sui pericoli e le ripercussioni che simili interventi potrebbero avere.  I rilievi messi a punto non sono di poco conto perché toccano ambiti su cui si attendono riforme sostanziali. L’Unione europea ha anche reiterato l’invito al governo Italiano a procedere “sulla riforma del fisco”.  

 

Bruxelles si è però focalizzata soprattutto sull’ipotesi di sforamento del deficit e sul rischio di un innalzamento progressivo del debito pubblico che, come sappiamo, dovrebbe andare costantemente verso una riduzione. L’innalzamento della spesa corrente in effetti c’è, per via degli aiuti a famiglie e imprese per fronteggiare il caro energia. Sono stati previsti per il primo trimestre del 2023 ma che l’esecutivo Meloni sarebbe pronto a prorogarli. In ogni caso, spiega Poalo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, l’Italia ha rispettato le raccomandazioni per il 2023, cioè “mettere sotto controllo la spesa corrente in un periodo caratterizzato da alta inflazione e stretta monetaria”.  Questo significa che “la raccomandazione di prudenza è stata recepita dal governo come ha fatto la maggior parte dei Paesi ad alto debito, salvo alcune eccezioni”. 

 

Avuto il disco verde europeo ora la partita sulla manovra si sposta in Parlamento. In commissione Bilancio la maggioranza lavora a una riduzione degli emendamenti e ha invitato anche le minoranze a farlo per velocizzare l’iter. Ma viste le criticità sollevate da Bruxelles potrebbe riaprirsi un serrato confronto politico sulle misure su cui l’opposizione ha già dato battaglia. Se si dovesse riaccendere lo scontro tra maggioranza e opposizione, e il governo dovesse non tener conto dei rilievi mossi dalla Commissione europea, il passaggio parlamentare della manovra potrebbe complicarsi, e di parecchio. I tempi, a quel punto, diverrebbero davvero stretti per garantirne l’approvazione a fine anno in entrambi i rami parlamentari.

 

Ad ogni modo il governo sarebbe pronto a portare in commissione Bilancio della Camera un maxi-emendamento con modifiche su pensioni minime, requisiti di accesso Opzione donna, soglia per la decontribuzione relativa all’assunzione under 36, bonus cultura. C’è chi parla anche di una ulteriore stretta sul reddito di cittadinanza. Vedremo in che termini e come evolverà il dibattito in Aula.  Poi c’è il dossier Pnrr. Dopo che la Commissione ha valutato le ipotesi macroeconomiche del governo “plausibili” ha però, allo stesso tempo, invitato Palazzo Chigi a non “contraddire o capovolgere” gli obiettivi del Pnrr con la manovra. “Ne stiamo discutendo con le autorità italiane”, ha fatto sapere Gentiloni.

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